7 Days in Havana

Un film di Laurent Cantet, Benicio Del Toro, Julio Medem, Gaspar Noé, Elia Suleiman, Juan Carlos Tabío, Pablo Trapero. Con Daniel Brühl, Ana de Armas, Mirta Ibarra, Melvis Santa Estevez, Leonardo Benítez, Othello Rensoli.
continua»
Titolo originale 7 Días En la Habana. Drammatico, durata 129 min. - Francia, Spagna 2012. - Bim Distribuzione uscita venerdì 8 giugno 2012. MYMONETRO 7 Days in Havana * * 1/2 - - valutazione media: 2,92 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Sette sguardi su l'Havana e molti luoghi comuni

di Paolo D'Agostini La Repubblica

Sette sguardi sull’Avana di oggi, altrettanti episodi ciascuno per un giorno della settimana — una qualsiasi settimana del 2011— dal lunedì alla domenica. Affidato a tanti registi quanti sono gli episodi e i giorni, il progetto ha di significativo che nasce da un’iniziativa cubana (l’etichetta nazionale del rum) intorno alla quale si sono raccolte altre forze produttive spagnole e francesi. Dal punto di vista creativo l’idea ha raccolto intorno alle storie scritte da Leonardo Padura Fuentes, romanziere cubano di fama internazionale soprattutto grazie ai romanzi che hanno per protagonista il tenente Mario Conde (pubblicati in Italia da Marco Tropea), tutti cineasti di nascita o di formazione e comunque di passione latinoamericana e cubana: Benicio Del Toro, attore al suo debutto come regista, gli argentini Pablo Trapero e Iulio Medem, il palestinese Elia Suleiman che con la sua inconfondibile cifra umoristica fatta di impassibilità (alla Tati, si è detto, o alla Buster Keaton) è anche protagonista del suo segmento, l’argentino-francese Gaspar Noè noto per il suo stile scioccante, il cubano Juan Carlos Tabìo e il francese Laurent Cantet, i cui film da Risorse umane a La classe hanno tutt’altra cifra rispetto a quella del connazionale Noè. Grande varietà, e un parterre piuttosto qualificato. I sette sguardi, e lo sguardo d’insieme che ne risulta, non escludono nulla di ciò che ci si potrebbe aspettare. Luoghi, dalle strade e bar della Habana Vieja con relative memorie hemingwayane all’imponenza coloniale dell’Hotel Nacional agli scorci del Malecon, il famoso lungomare della città. E impressioni, quelle di qualsiasi visitatore che sbarca nella capitale cubana impastato di benevolenza più o meno vagamente politicizzata e al contempo di aspettative emozionali (musica e ballo anzitutto, poi decrepiti taxi nordamericani, bevute, ragazze, povertà portata con dignitosa allegria, effigi del Che e discorsi fiume di Fidel...): insomma quell’inestricabile mix di luoghi comuni che fanno convergere in una cosa sola turismo di piacere e pellegrinaggio ideologico. Il film appunto non tralascia e non trascura alcun aspetto. Ma con maggiore o minore efficacia tra un segmento e l’altro si sforza sempre di entrare nelle pieghe. Di guardare e di vedere una realtà ricca e complessa, che comunque mantiene un che di speciale, di unico. Abbastanza esemplare è l’episodio iniziale (di Benicio del Toro). Dove un giovanotto nordamericano arrivato per frequentare la rinomata scuola di cinema cubana si lascia volentieri tentare dalla possibilità di un appuntamento galante con una vistosa e attraente bionda. Salvo scoprire, al momento del controllo che in osservanza della legge il portiere d’albergo impone all’ospite del cliente, che la ragazza è all’anagrafe un ragazzo. E l’epilogo dell’episodio è indicativo appunto di uno sguardo che si posa delicato e comprensivo pur senza censure. Serpeggia tra una storia e l’altra il nodo del dilemma tra restare o andare. La tentazione di fuga o di portare altrove il proprio talento per chi ce l’ha: la ragazza dalla splendida voce che finisce per non seguire il manager musicale spagnolo invaghito di lei e per restare accanto al suo ragazzo giocatore di baseball, che non è un fallito e un vigliacco ma uno che ha scelto; l’autista che è in realtà un gran trombettista jazz che non si illude delle chiacchiere dell’illustre ospite affidato alle sue cure per un giorno o due, il famoso regista Kusturica in visita all’Avana. O i salti mottali che senza perdere il sorriso estenuano vite faticosissime di ingegneri o dottoresse con doppi e tripli lavori. Senza dimenticare altri cenni al ventaglio delle possibilità sessuali o riferimenti al peso che nella vita quotidiana esercitano i rituali sincretici che mescolano cattolicesimo e devozioni a divinità autoctone. Forse non è un capolavoro, per quanto l’amalgama sia superiore alla media è sempre difficile che i film collettivi raggiungano impronte forti e risultati molto alti. Ma è un bel pensiero dedicato a un popolo che se lo merita.
Da La Repubblica, 5 giugno 2012


di Paolo D'Agostini, 5 giugno 2012

Sei d'accordo con la recensione di Paolo D'Agostini?

Sì, sono d'accordo No, non sono d'accordo
100%
No
0%
Scrivi la tua recensione
Leggi i commenti del pubblico
7 Days in Havana | Indice

Recensioni & Opinionisti Articoli & News Multimedia Shop & Showtime
Immagini
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | 6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 | 13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 | 20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 29 | 30 | 31 | 32 |
Link esterni
Sito ufficiale
Uscita nelle sale
venerdì 8 giugno 2012
Scheda | Cast | News | Trailer | Poster | Foto | Frasi | Rassegna Stampa | Pubblico | Forum | Shop |
prossimamente al cinema Film al cinema Novità in dvd Film in tv
Altri prossimamente » Altri film al cinema » Altri film in dvd » Altri film in tv »
home | cinema | database | film | uscite | dvd | tv | box office | prossimamente | colonne sonore | Accedi | trailer | TROVASTREAMING |
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies® // Mo-Net All rights reserved. P.IVA: 05056400483 - Licenza Siae n. 2792/I/2742 - credits | contatti | redazione@mymovies.it
Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso
pubblicità