Titolo originale | Le premier homme |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia, Francia, Algeria |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Gianni Amelio |
Attori | Jacques Gamblin, Catherine Sola, Maya Sansa, Denis Podalydès, Ulla Baugué, Nicolas Giraud Nino Jouglet, Abdelkarim Benhabouccha, Hachemi Abdelmalek, Djamel Said, Jean-Paul Bonnaire, Jean-François Stévenin. |
Uscita | venerdì 20 aprile 2012 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 3,77 su 14 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 3 novembre 2015
Il regista Gianni Amelio torna con la trasposizione cinematografica dell'ultimo racconto dello scrittore francese Albert Camus. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Il primo uomo ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 757 mila euro e 136 mila euro nel primo weekend.
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CONSIGLIATO SÌ
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Lo scrittore Jean Cormery torna nella sua patria d'origine, l'Algeria, per perorare la sua idea di un paese in cui musulmani e francesi possano vivere in armonia come nativi della stessa terra. Ma negli anni '50 la questione algerina però è ben lontana dal risolversi in maniera pacifica. L'uomo approfitta del viaggio per ritrovare sua madre e rivivere la sua giovinezza in un paese difficile ma solare. Insieme a lui lo spettatore ripercorre dunque le vicende dolorose di un bambino il cui padre è morto durante la Prima Guerra Mondiale, la cui famiglia poverissima è retta da una nonna arcigna e dispotica. Gli anni '20 sono però per il piccolo Jean il momento della formazione, delle scelte più difficili, come quella di voler continuare a studiare nonostante tutte le difficoltà. Tornato a trovare il professor Bernard, l'insegnante che lo ha aiutato e sorretto, il Cormery ormai adulto ascolta ancora una volta la frase che ha segnato la sua vita: "Ogni bambino contiene già i germi dell'uomo che diventerà".
Senza mezzi termini il miglior film di Gianni Amelio almeno dai tempi de Il ladro di bambini. Adattamento del romanzo di Albert Camus, Il primo uomo ripercorre a ritroso le vicende di un personaggio straordinario, silenzioso e deciso, che ricerca nel proprio passato anche doloroso le convinzioni che lo hanno portato ad essere ciò che è nel presente. Lo stile del regista è come sempre asciutto ed elegante, evita inutili infarcimenti estetici e si concentra sulla pulizia e sull'efficacia dell'inquadratura. Ogni primo piano su volti segnati dalla loro vicenda personale è preciso, giustificato, emozionante. In questo lo supporta alla perfezione la fotografia accurata ma mai espressionista di Yves Cape, tornato con questo lungometraggio ai livelli altissimi che gli competono. Anche la sceneggiatura alterna i piani temporali costruendo un equilibrio narrativo basato sulla vita interiore del personaggio principale, un'architettura narrativa complessa e sfaccettata che funziona a meraviglia. Poi ovviamente ci sono gli attori, tutti in stato di grazia. Jacques Gamblin possiede la malinconia e insieme il carisma necessari per sintetizzare al meglio l'anima di una figura complessa come Jean Colmery. Accanto a lui una schiera di volti che regalano dignità e verità a tutte le parti, anche le più piccole: su tutti vale la pena citare una sontuosa Catherine Sola nelle vesti della madre di Jean, interpretata in gioventù dalla brava Maya Sansa.
Un'opera raffinata e umanissima, in grado di rivendicare l'importanza della memoria non solo personale ma collettiva, una memoria che deve essere adoperata come strumento d'indagine delle contraddizioni del presente. Sotto questo punto di vista quindi un film che guarda al passato per farsi attuale e necessario. Cinema di qualità estetica elevata e d'importanza civile. Da applauso.
Se un bambino coltiva un germe di se stesso adulto, la società in cui vive ne presagisce la condizione futura. E' forse una delle chiavi di lettura possibili de "Il primo uomo", ma la forza che Amelio imprime alla sua ultima fatica è di riuscire a tessere più tele contemporaneamente, fino a fare dimenticare che il protagonista sullo schermo è lo scrittore feticcio [...] Vai alla recensione »
"Vi è solamente un problema filosofico veramente serio: quello del suicidio. Giudicare se la vita valga o non valga la pena di essere vissuta, è rispondere al quesito fondamentale della filosofia" (Camus, 1947). Camus è stato definito uno scrittore esistenzialista, un autore che scava nei turbamenti umani davanti al mistero e alla condanna (ma anche al dono) dell'esistenza.
Tratto dal romanzo postumo di Albert Camus, Il primo uomo è un viaggio dentro il proprio io del protagonista Jean Cormery scrittore stimato a livello mondiale (alter-ego dello stesso Camus) che arriva nella sua amata Algeria alla vigilia della guerra di Liberazione cercando di convincere gli studenti che la convivenza tra arabi e francesi sia possibile ed è l’unica via per una nuova [...] Vai alla recensione »
Il connubio Gianni Amelio e Albert Camus ci regalano un quadro poetico dell'Algeria, ma anche molto a cui pensare e, nel lento evolversi del racconto, forti emozioni che si aggrappano al cuore. La splendida fotografia sembra lasciarci negli occhi i caldi colori di questa terra e la sensazione di percepirne gli odori. Gli occhi del bambino, invece, ci accompagnano attraverso il racconto di un mondo [...] Vai alla recensione »
Il Camus che noi tutti ci aspettiamo con il bavero alzato e con una gitanes pendente dal labbro, fine esistenzialista, scontroso e caustico nei dibattiti, capace nei suoi romanzi di dissimulare la realtà, a stento riusciamo a riconoscerlo nell' ultimo film di Gianni Amelio. L' intento del regista è quello di seguire con accuratezza il romanzo autobiografico dello stesso [...] Vai alla recensione »
Una grazia speciale attraversa quest’ultimo lavoro di Gianni Amelio, in straordinaria sintonia con il filosofo francese, premio Nobel per la Letteratura nel 1957, prematuramente scomparso nel 1960 in un incidente automobilistico. Nel cinquantenario dalla morte se ne rievoca il pensiero anche con questo film, già premiato al festival di Toronto, ispirato al manoscritto trovato incompiuto e pubblicato, [...] Vai alla recensione »
Per riuscire a nutrire qualche speranza di capire il presente è di fondamentale importanza la conoscenza del passato; dato che il presente lo viviamo mentre il futuro possiamo solo limitarci ad immaginarlo e a sognarlo, la conoscenza del passato è ancora più importante per poter sperare di decifrare una infinitesima parte di futuro.
Il connubio Gianni Amelio e Albert Camus ci regalano un quadro poetico dell'Algeria, ma anche molto a cui pensare e, nel lento evolversi del racconto, forti emozioni che si aggrappano al cuore. La splendida fotografia sembra lasciarci negli occhi i caldi colori di questa terra e la sensazione di percepirne gli odori. Gli occhi del bambino, invece, ci accompagnano attraverso il racconto di un mondo [...] Vai alla recensione »
Jean e' un bambino, interpretato dal bravo Nino Jouglet perfetto per la parte, di madre algerina e padre francese caduto in guerra e mai conosciuto. Cresciuto da una nonna dalla frusta facile analfabeta e nullatenente , vive con la madre, la bellissima attrice italo-iraniana Maya Sansa, che si ammazza di lavoro da mattina a sera per riuscire a malapena a campare.
Algeria 1957. Un affermato scrittore decide di tornare a trovare l'anziana madre alla ricerca di notizie e impressioni sul padre mai conosciuto. Il viaggio sarà anche l'occasione per notare i grandi cambiamenti in atto nel proprio quartiere e più in generale nella Algeria stessa. Davvero emozionante e commovente il film diretto da Gianni Amleio che si avvale di un ottimo cast [...] Vai alla recensione »
Film bellissimo, concilia sapientemente la dimensione privata (il protagonista alla ricerca delle proprie origini e in cerca di conciliazione) con quella politica (una impossibile conciliazione e coesistenza, a quei tempi ma forse non solo, tra colonialisti e colonizzati, tra arabi ed europei). La macchina da presa scivola sui corpi e sui volti con sensibilità e pudore regalando molti momenti [...] Vai alla recensione »
Si tratta di un film classico, con rare sbavature, con una raffinata regia e contenuti che ribadiscono la capacità già sperimentata di Amelio nell’indagare l’anima e i comportamenti tra infanzia e adolescenza. Ad essa si aggiunge una particolare sapienza nel fornire contesti storici limpidamente suggeriti come sfondo.
Jacques Cormery (nato ad Algeri e migrato in Francia, dove è divenuto uno scrittore di fama internazionale) torna nella propria città natale nell’estate del 1957, durante il conflitto algerino, per tenere un discorso all’Università di Algeri.Jeacques durante tale discorso spiega che il dovere di uno scrittore non è quello di mettersi al servizio di coloro che fanno la storia bensì aiutare coloro che [...] Vai alla recensione »
Jacques Cormery (nato ad Algeri e migrato in Francia, dove è divenuto uno scrittore di fama internazionale) torna nella propria città natale nell’estate del 1957, durante il conflitto algerino, per tenere un discorso all’Università di Algeri.Jeacques durante tale discorso spiega che il dovere di uno scrittore non è quello di mettersi al servizio di coloro che fanno la storia bensì aiutare coloro che [...] Vai alla recensione »
Jean Cornery è nato in Algeria da famiglia di origine francese. Sebbene di origini umili, riesce a studiare e a trovare il successo come scrittore. Vive in Francia e nel 1957 e tona nella sua terra d’origine a perorare la causa della convivenza pacifica tra francesi ed algerini, in un paese nel pieno del conflitto per l’indipendenza.
All'inizio dell'estate, Jacques Cormery, famoso scrittore e studioso, ritorna in Algeria, il paese dove è nato in una famiglia di coloni francesi. Torna in Algeria nel pieno della guerra d'indipendenza chiamato dai circoli studenteschi e trova un paese devastato dal terrorismo. Dopo una movimentata conferenza all'università, dove gli studenti gli chiedono [...] Vai alla recensione »
Si respira e fa respirare grande cinema IL PRIMO UOMO; una messa in scena di rispettosa compostezza, un ritmo calibrato alla perfezione nonostante i silenzi dolorosi e le indagini interiori, più necessarie rispetto alla ricerca di "vita" del protagonista. Amelio accompagna lo spettatore in un viaggio profondo, una andata e ritorno continua tra passato e presente per riflettere su [...] Vai alla recensione »
I fatti storici del ‘62 ci dimostrano che, per quanto Camus fosse un grande scrittore, un artista e forse anche un filosofo, di certo non fu uno spirito profetico né tanto meno un uomo politico. Per sua fortuna, come afferma anche Massimo Fini, nel ’62 Camus era già morto e non assistette al penoso esodo dei “pieds-noir” (gli algerini europei, francesi o ebrei) [...] Vai alla recensione »
Basta poco per rendere interessante un film: inquadratura decisa, attori ben convincenti, caratterizzazione riuscita, struttura solida dalle fondamenta robuste sviluppate attorno a un soggetto e una sceneggiatura precisa e fedele al contesto storico. “Il primo uomo” è tutto questo: un film audace,forse un po’ lento dallo stile desueto,ma che avvinghia lo spettatore [...] Vai alla recensione »
Film che aveva tutte le possibilità di risultare pesante per la lentezza con la quale è stato scelto di far scorrere tempo e immagini, si risolve altresì in un equilibrio di passaggi e di tenute in scena che lo rendono estremamente gradevole e fluido. La fluidità è quella che contraddistingue le elissi temporali del ricordo, con passaggi naturali dei movimenti di [...] Vai alla recensione »
Un manoscritto incompiuto trovato nell'auto schiantatasi nel 1960 trasformato in romanzo; un romanzo che diviene un film di Gianni Amelio. Un Amelio che si ispira anche alle tante affinità tra i suoi trascorsi giovanili e quelli di Camus. Un film di percorso fortemente autobiografico, in cui Camus/Jean, uomo di successo tornato dalla Francia nella natia Algeria per recuperare il proprio [...] Vai alla recensione »
Mi dispiace dissentire con pareri e stampa italiani, che elogiano il film come un gioiello. L'esposizione cinematografica di una bozza autobiografica, peraltro mai finita e contestata, di Camus, non rende sotto vari aspetti : innanzi tutto la visione, estremamente patinata, pulita, ordinata, della realtà di un'Algeria della fine degli anni 50, la costante bellezza di ogni inquadratura, [...] Vai alla recensione »
Film bellissimo,fortemente empatico,evocativo,si segue con emozione ed interesse dall'inizio alla fine.Grazie,amelio,ancora una volta ci hai dato un film di grande umanità!
Un Amelio interessante, grande narratore di un passato non troppo lontano con dentro la storia o racconto di uno scrittore che ripercorre la sua infanzia. Non c'è posto per i sentimenti gli interessi politici daranno un'indirizzo diverso a quello che il protagonista vuole farci sperare. L'Algeria otterrà la sua indipendenza. Non sempre i più forti vincono.
Film tratto dall'omonimo romanzo autobiografico ed incompiuto di Albert Camus in cui vengono presentati, attraverso le memorie da parte dell'autore della passata infanzia in Algeria e della figura idealizzata del proprio padre morto giovanissimo, i temi sociali sull'importanza massima dell'istruzione e dell'applicazione (quasi impossibile ora e soprattutto negli anni' [...] Vai alla recensione »
Mi piacciono tutti i film di Amelio e vorrei ne facesse di più. Anche quest'ultimo non mi ha delusa, anzi! Certo la vicenda storica(che per altro é già stata trattata magistralmente con "La battaglia di Algeri" da Gillo Pontecorvo nel 1966) non é l'elemento portante del film, no! Amelio ha voluto fare un film sulla memoria, sulle nostalgie, sulla necessità di conoscere da dove si viene per capire [...] Vai alla recensione »
Che dire di un film di Amelio, non si smentisce mai, gioca con i sentimenti e quasi sempre ti strappa una lacrima, la storia di Jean Cormery che s'intreccia con l'infame storia del colonialismo francese è tenera e poetica assieme, gli attori sono veramente strepitosi, un merito anche ai doppiatori Favino e Tognazzi che con la loro voce hanno colorato ancor di più la storia.
Quando è finito il film mi è spiaciuto ,sarei rimasto ancora un po' nel mondo di Amelio e Camus. Amelio ha ,con molta probabilità, fatto il suo film più intimo e maturo. Gli attori sono molto bravi, gli ambienti molto ben ricostruti ,il film è girato benissimo ma la parte migliore è naturalmente la storia la cui atmosfera magica pervade tutto il film. [...] Vai alla recensione »
Film impegnato e impegnativo. Forse un pò lento in alcune parti però manda chiari messaggi di pace. Ce ne fossero, ma tanto... forse... non li meritiamo.
i personaggi tutti molto belli, con aspetti caratteriali dai quali c'è certamente da imparare. Anzitutto il senso di dignità e di amor proprio, sentimento attualmente molto caduto in disuso. Come anche l'onestà e la fedeltà alle proprie idee ed il non derogarvi anche a costo della propria vita. Con quell'amore che traspare, ci insegna a vedere con occhio più obbiettivo il mondo arabo.
Mi e’ rimasto impresso un commento di un'amica su Camus “E’ un autore che riesce sempre a commuovermi perche’ sa arrivare al cuore,forse proprio perche’ sa toccare la fragilita’ dell animo umano”. Ecco mi sembra un giudizio molto pertinente e sul quale posso aggiungere che a sua volta Amelio riesce a commuovere perche’ riesce a filmare e a cogliere [...] Vai alla recensione »
Non è sempre facile adattare un capolavoro della letteratura al grande schermo, questo va da sé, bisognerebbe almeno cercare di non stravolgere completamente il messaggio dello scrittore, specialmente quando si tratta di un lavoro autobiografico. Se Camus avesse visto questo film non avrebbe certamente gradito il brodino "politiquement correct" di Amelio.
jean cormery torna in algeria, dov'è cresciuto come poverissimo colono, e ricorda il passato, oramai da straniero di sé stesso. si ricongiunge con l'ombra dell'ineffabile nonna, con i volti trasfigurati della madre e dello zio ritardato, cerca di ritrovare un'amicizia mai avuta con un compagno di scuola berbero. è sbeffeggiato da ogni persona che incontra: rimane [...] Vai alla recensione »
Nel suo ultimo film Gianni Amelio traspone il romanzo(incompiuto)postumo di Albert Camus. Siamo ad Algeri, dove lo scrittore Jean Cormery (oramai famoso e stabilmente residente in Francia) torna a distanza di anni, in quella terra che gli ha dato i natali, per dare voce alla sua idea di una pacifica convivenza tra francesi e algerini. Le sue parole, però, trovano la stessa resistenza sia dal fronte [...] Vai alla recensione »
si lascia scorrere il film,senza incrinature ne sbavature,comprensibile senza strafare,bella la fotografia e l'uso dei colori,una storia di vita,tutte cose che ad un film servono per fare successo.....ottimo
Mi è molto piaciuto. Anzi, mi ha fatto venire la voglia di comprare il libro, anche se è incompiuto.
film molto bello, onestamente un po' mi ha annoiato ma è un bellissimo film.
Finalmente l'ultimo film di Amelio è arrivato anche nella piccola città dove vivo, ho visto il film che attendevo da qualche settimana, ieri sera . é un film veramente da non perdere . Stori ineressante, realizzato in modo impeccabile ,perfetto in ogni senso. Grazie al regista .
Quando verrà proiettato nelle sale italiane?uscirà in dvd?
Visto che da questo stesso sito si può scaricare il press book del film, pregherei il signor Ercolani di degnarsi almeno di leggerla, prima di attribuire meriti fantastici al direttore della fotografia sbagliato. Vergogna.
Cretino! La frase: "In questo lo supporta alla perfezione la fotografia accurata ma mai espressionista di Yves Cape, tornato con questo lungometraggio ai livelli altissimi che gli competono." IN ITALIANO che cosa significa?
È il momento dei grandi promemoria dell'Algeria. Mezzo secolo fa, esattamente il 3 agosto del 1962 il Paese conseguiva l'indipendenza. I primi segnali importanti di insofferenza coloniale, chiamiamola così, si ebbero in Algeria nel 1911 con la nascita del partito dei Giovani Algerini. La traiettoria indipendentista prosegue con la fondazione a Parigi, da parte degli emigrati algerini, del movimento Stella Nordafricana, 1923.
Algeria, anni 20. Un ragazzino si accosta al carretto dell’accalappiacani per carezzare gli animali spaventati ma si rifiuta di aprire le sbarre, è vietato. Ci penserà un gruppo di coetanei, anche se dopo la fuga degli animali l’unico a pagare è lui. L’accalappiacani lo chiude in gabbia per dargli una lezione, un ragazzino gli ruba i sandali. E a sera, quando rincasa scalzo, il povero Jacques viene [...] Vai alla recensione »
Louis Germain, suo antico maestro delle elementari. È il 19 novembre del '57, e lo scrittore e filosofo ha appena ricevuto il Nobel. Lo si ritrova poi nel suo postumo e incompiuto "Le premier homme", Germain, ma come maestro Bernard. L'autore stesso vi compare come Jacques Cormery, rientrato in Algeria proprio nel '57 alla ricerca della memoria del padre, morto nella Grande guerra 43 anni prima.
Finalmente possiamo vedere dopo l' anteprima al festival di Bari il film che Gianni Amelio, con una coproduzione italo-franco-algerina realizzata in Algeria, ha tratto da Il primo uomo, il romanzo che Albert Camus lasciò incompiuto (e che è stato poi pubblicato da sua figlia) quando il 4 gennaio 1960 l' autore dei romanzi Lo straniero e La peste trovò la morte in un incidente stradale, a quarantasette [...] Vai alla recensione »
Un libro per due vite. Amelio legge Il primo uomo e ritrova se stesso. Rara quanto sconvolgente, la scoperta si è fatta film. Un lavoro complesso, delicato e controverso. Ma soprattutto un’autobiografia al quadrato di preziosa fattura ancorché imperfetta perché veicolo “di un sentimento, più che narrazione di fatti”. Camus non ha intimorito Amelio, che anzi l’ha rigenerato facendosi ispirare dal senso [...] Vai alla recensione »
Ci sono film che ti commuovono profondamente, e non riesci nemmeno bene a spiegarti perché. È il caso de Il primo uomo, il film diretto da Gianni Amelio e basato sul romanzo «incompiuto» di Albert Camus (ma non dite ad Amelio che è incompiuto, secondo lui è perfetto così), che arriva finalmente nelle sale dopo cinque anni di gestazione, un passaggio al festival di Toronto (con tanto di polemica: Amelio [...] Vai alla recensione »
L’aspetto paradossale di Il primo uomo, nuovo film di Gianni Amelio, è che per goderlo appieno sarebbe utile conoscere la biografia di Albert Camus – autore del libro al quale il film si ispira – e… dello stesso Gianni Amelio! Il produttore Bruno Pesery ha infatti proposto il soggetto ad Amelio perché lo conosce bene, ed era convinto che il regista vi avrebbe ritrovato molti motivi, anche personali, [...] Vai alla recensione »
Fin dalla scena di apertura Il primo uomo di Gianni Arnelio (film di produzione francese, premiato a Toronto) è una potente lezione di cinema: carrellate fluide, essenziali, sulle lapidi tutte eguali di un cimitero di guerra e una voce fuori campo alla ricerca della tomba del padre. Le parole appartengono allo scrittore francese Jean Cormery (Jacques Camblin), ritornato nella nativa Algeria per diffondere [...] Vai alla recensione »
Portare al cinema Il primo uomo di Albert Camus dev’essere stata per Amelio un’impresa non facile da ogni punto di vista, ed è probabile che l’urgenza biografica abbia spinto il regista a cautele forse eccessive, raffreddanti. L’Amelio di oggi è passato attraverso molte fatiche memorabili (Il ladro di bambini, Lamerica, Così ridevano...), che ha saputo affrontare con una passione controllata e adulta, [...] Vai alla recensione »
Torna a casa, l’Algeri del 1957, il famoso scrittore Jacques Cormery, favorevole alla coesistenza tra francesi e algerini. Nella città ritrova l’anziana madre, vedova di guerra, e si rivede bambino poverissimo quando viveva con la rigida nonna e la dolcemamma (Maya Sansa). Però erano felici. Delicato dramma che Gianni Amelio ha tratto da un romanzo autobiografico di Albert Camus.
Il primo uomo è un film colto e civile di vecchio stampo. Non ha paura di prendere il suo tempo, di proporre una trama sfaccettata che sfugge al diktat dell’unità di azione aristotelica. Non ha paura neanche di riaprire il dossier su un momento storico – l’Algeria negli anni traumatici della lotta per l’indipendenza – che stava diventando acqua passata già quando uscì La battaglia di Algeri di Pontecorvo, [...] Vai alla recensione »
Un intellettuale fuori moda ripreso da un regista che rischiava di diventarlo. Forse non è un caso, in effetti, che Gianni Amelio, cinéfilo e regista fervido, prestato alla direzione del festival di Torino, abbia scontato frustranti traversie prima di potere presentare «Il primo uomo» tratto dall’omonimo romanzo di Camus. Integrandosi con pudore nel transfert autobiografico dello scrittore, Amelio [...] Vai alla recensione »
Sarà a causa delle imminenti elezioni che l’uscita parigina di Il primo uomo , film francese (produzione inclusa) di Gianni Amelio, è stata rimandata a ottobre? Mette ancora paura ai cugini d’oltralpe una pellicola che ha sullo sfondo l’Algeria in lotta per l’indipendenza (e viene in mente il boicottaggio subito da La battaglia di Algeri di Pontecorvo)? Oppure il problema è la figura di Albert Camus [...] Vai alla recensione »