Quasi amici |
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Un film di Olivier Nakache, Eric Toledano.
Con François Cluzet, Omar Sy, Anne Le Ny, Audrey Fleurot, Clotilde Mollet.
continua»
Titolo originale Intouchables.
Commedia,
durata 112 min.
- Francia 2011.
- Medusa
uscita venerdì 24 febbraio 2012.
MYMONETRO
Quasi amici
valutazione media:
3,52
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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amicizia e diversitàdi pepito1948Feedback: 125 | altri commenti e recensioni di pepito1948 |
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mercoledì 29 febbraio 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Siamo in Francia. Due mondi si incontrano per reciproco bisogno. L’uno è in cerca di una dichiarazione per ottenere il sussidio di disoccupazione, l’altro sta selezionando un assistente sanitario. L’uno è nero, senegalese, giovane ed aitante, pieno di energie compresse. L’altro è bianco, plurimilionario immobilizzato dalle spalle in giù, attempato; è circondato di donne che lo aiutano in varie attività, ma gli mancano un affetto profondo e quel tocco di trasgressività, che compensino e rendano sopportabile il grave handicap. Driss proviene da difficili rapporti familiari e da qualche trascorso giudiziario che ne hanno indurito il carattere, inducendolo ad essere ruvido nei rapporti con gli altri e nel contempo ad astenersi da comportamenti rituali e noiosamente convenzionali. E’ proprio per queste sue “doti” che Philippe lo sceglie tra vari candidati, facendone anche il suo factotum. Il rapporto inizia con qualche vischiosità, ma i due non tardano a trovare una comune lunghezza d’onda che permette ad entrambi di entrare in una fattiva simbiosi, a trovare il calore umano di cui da tempo difettavano,ed infine a dare un senso alle rispettive vite, mantenendo anche dopo l’ineluttabile separazione un legame che forse li accompagnerà per sempre. Apologo che si presta a varie letture (tutti abbiamo bisogno degli altri e solo attraverso la solidarietà sociale possiamo aspirare ad essere compiutamente noi stessi, le diversità, se si superano i pregiudizi, possono aiutare a dare un valore aggiunto alla nostra vita, l’amicizia supera ogni barriera etnica, anagrafica, sociale), la storia è costruita come una favola dei giorni d’oggi, in cui due intensi vissuti apparentemente lontani trovano la soluzione alle gravi problematiche personali (fisiche o psicosociologiche) mediante un’interazione libera da convenzioni, preconcetti e sterili formalismi. Magari forzando un po’ le regole, come fumare insieme qualche spinello, “dissuadere” con le maniere forti un incauto parcheggiatore, prendersi gioco della polizia stradale; oppure condividere un inebriante rischio “aereo”, come un catartico volo in parapendio. In realtà, a parte le licenze filmiche, il racconto ricalca una storia vera, che tuttora continua, come rivela il finale. I due registi riprendono un tema già collaudato con Scient of woman –anche qui un rapporto tra un giovane assistente ed un disabile (cieco) viene risolto grazie al determinante aiuto reciproco- ma, al contrario dello schema classico incontro/conflitto/soluzione, adottato nel film con Al Pacino, essi rinunciano al taglio conflittuale e quindi drammatico, scegliendo l’opzione basata sull’umorismo, l’ironia, la risata (dei personaggi e del pubblico), senza nascondere i retrostanti temi forti come la malattia invalidante e le difficoltà della migrazione, ma sempre indossando i guanti alla maniera “francese”. Prodotto dignitoso del filone nobile e dei buoni sentimenti, il film diverte e commuove senza cercare di stupire con soluzioni particolarmente originali, mirando dritto alla conquista emotiva dello spettatore, il che, in tempi in cui le “diversità” non godono di generale favore, è un ottimo viatico. Bravi i due protagonisti, l’uno straripante per simpatia, vitalità e dotato di forte comunicativa, l’altro costretto a recitare con la sola espressività del viso, così come divertenti e mai banali i dialoghi. Da vedere, soprattutto nei momenti in cui gli stimoli dal mondo esterno non inducono all’ottimismo.
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