Che bella giornata |
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Un film di Gennaro Nunziante.
Con Checco Zalone, Nabiha Akkari, Rocco Papaleo, Tullio Solenghi, Annarita del Piano.
continua»
Comico,
durata 97 min.
- Italia 2011.
- Medusa
uscita mercoledì 5 gennaio 2011.
MYMONETRO
Che bella giornata
valutazione media:
3,01
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Ridere con Zalone è una 'Bella giornata'
di Curzio Maltese La Repubblica
Il secondo film di Checco Zalone è migliore del primo, più originale e spassoso. L' avvocato Luca Medici è assai meno naif del suo sosia Checco Zalone, prototipo di italiano senza qualità. Lui è pieno di talenti, sa leggere e scrivere, suonare, scegliersi bene i collaboratori. Tutto questo non spiega perché uno spettatore su due (in due giorni ha totalizzato 7 milioni di euro: un record storico), all' esordio in sala, si sia precipitato a vedere "Che bella giornata". Oltre al divertimento c' entra la gratitudine. Checco Zalone è un comico italiano che fa ridere. Una rarità. Non solo, ma ci tiene proprio a fare il suo mestiere. Rispetto almeno a tanti colleghi che s' improvvisano tribuni politici, giornalisti, autori e attori strappalacrime. Attività che sono in generale sempre meglio che andare a lavorare. E comunque assai più semplici della difficile arte di far ridere il prossimo, per giunta di questi tempi. Checco Zalone continua a far ridere più in tv o su Internet, dov' è un mito dai tempi di «Siamo una squadra fortissimi», che non sul grande schermo. Ogni generazione ha i suoi mezzi di comunicazione. La vis comica di Benigni e Troisi scaturiva da un racconto, Carlo Verdone aveva respirato cinema fin dalla culla. La comicità di Zalone ha tempi e modi differenti, si fonda sul pezzo breve, sulla parodia dell' esistente, Vendola, Jovanotti, Allevi, sulla satira fulminea della moda popolare del momento, dalla mania del mondiale a quella della taranta. Tradurre questo in cinema non è semplice. Medici-Zalone si affida al suo personaggio più accattivante e facile, il ragazzo meridionale ignorante a oltranza che cerca fortuna e amore a Milano. In questo caso, facendo la guardia del corpo. Il meccanismo è antico e infallibile. Il grande comico non è mai un sovversivo. Al contrario è un maldestro aspirante piccolo borghese, con la mania dell' ordine e della gerarchia, che alla fine stravolgerà soltanto per inadeguatezza. Stavolta Checco è un esperto di «security» che finisce per innamorarsi di una terrorista araba e farsi strumento inconsapevole della «distruzione della cultura occidentale». Alcune scene sono esilaranti, come quella in cui Zalone lascia cadere un capolavoro del Seicento, perché si accorge di un graffio sulla carrozzeria della Porsche. Zalone si è anche scelto una spalla formidabile, Rocco Papaleo, nel ruolo di un padre militare impegnato in Iraq per pagare il mutuo. Sullo sfondo gli obiettivi di una satira intelligente: il familismo, l' istituto della raccomandazione, il fanatismo d' ogni genere, politico, religioso, culturale. La celebre scurrilità, che ha fatto di Zalone un culto degli intellettuali italiani, categoria assai volgare, si è molto attenuata ed è una buona notizia. Se continua così e il cielo lo protegge dai produttori, Checco Zalone ci farà ridere per i prossimi trent' anni.
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