The Bang Bang Club |
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Un film di Steven Silver.
Con Malin Akerman, Taylor Kitsch, Ryan Phillippe, Ashley Mulheron, Frank Rautenbach, Neels Van Jaarsveld, Russel Savadier
Drammatico,
durata 106 min.
- Canada, Sudafrica 2010.
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Avvoltoio o sciacallo.di Mauro LanariFeedback: 8041 | altri commenti e recensioni di Mauro Lanari |
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martedì 3 marzo 2015 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Alla sua opera prima, il documentarista Steven Silver riesce meglio rispetto all'analoghe intenzioni del recente "Lo sciacallo" di Dan Gilroy. Storia vera: quattro giovani fotoreporter di guerra immortalarono coi loro scatti i violentissimi scontri ch'insanguinarono le strade del Sud Africa nell'ultimo periodo del potere bianco e la successiva definitiva scomparsa dell'apartheid. Il film racconta di questi giovani e degl'estremi a cui giunsero per catturare quelle immagini. 2 Pulitzer, un morto, un suicida e uno ferito 3 volte. Fondarono il Bang Bang Club convinti di dover testimoniare quanto stava accadendo così d'attrarre l'attenzione internazionale sulla vicenda. In realtà amavano il successo, la fama, i soldi e la gloria, erano dei fanatici adrenalinicamente spavaldi, i primi a disinteressarsi degl'eventi che fotografano, per loro la situazione sudafricana era solo un pretesto per rivaleggiare nell'ottenere lo scatto perfetto, non si preoccuparono mai se il loro lavoro fosse destinato a rafforzare o indebolire il governo. Kevin Carter vinse il Pulitzer con la foto d'una bambina, piegata dalla fame e dalla disidratazione, mentre un avvoltoio la guardava da vicino. In una conferenza stampa gli venne chiesto cosa fosse accaduto alla ragazza. Lui non lo sapeva, non aveva fatto alcunché per aiutarla. Avvoltoio che fotografa un avvoltoio, o per l'appunto "sciacallo" delle tragedie altrui. Pure Silver non centra il proprio film sulla guerra civile ch'esplose in quei giorni, ma poiché gli preme descrivere costoro che dispregiativamente furono definiti "the bang bang paparazzi". Le questioni etico-morali legate all'immagini e allo sguardo, in questo caso alle fotografie di denuncia ed informazione, sono espresse in modo lineare e di nuovo quasi documentaristico, la problematica è esposta con un didascalismo che non lascia spazio ad ambiguità interpretative, e stavolta è un bene negando qualunque diversivo. Ruffiana la soundtrack con Radiohead e Lou Reed.
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