Sant'Agostino

Io, da giovane dissoluto e convertito

Pronto a indossare a teatro i panni di Amleto, Alessandro Preziosi ha appena abbandonato quelli di sant' Agostino. È lui il protagonista della miniserie Rai diretta da Cristian Duguay dove impersona il santo da giovane mentre da anziano è interpretato da Franco Nero.
Alessandro Preziosi chi è per lei Agostino di Ippona?
«Un uomo dalla giovinezza dissipata. Dedito all' amore e al vino. Lascivo, narciso, egoista. Ma era un avvocato e andava a braccetto con il peccato giustificando i suoi errori con i sofismi. Non ci si sarebbe davvero aspettato che un uomo così riuscisse poi a diventare santo. Agostino viveva in un' epoca decadente, era il momento in cui l' impero romano vacillava e i costumi erano sempre più corrotti. Quella società ricorda in qualche modo quella attuale».
In che senso?
«Come quella attuale era una società che non riusciva a migliorarsi più, era sparita la condivisione dei valori. In questo sta la forza moderna di Agostino che si rivolgeva a un mondo in ritardo. Lui infatti subì una trasformazione e diventò cristiano. Il cammino che viene raccontato nel film lo porta inevitabilmente a sentire dentro di sé un vuoto, un' assenza di verità».
In che modo conosceva Agostino prima di iniziare il lavoro?
«Conoscevo le Confessioni. Ne avevo fatto una lettura all' università Cattolica di Milano davanti a 2.500 studenti. Ne avevo anche recitato un estratto davanti al papa Benedetto XVI, un passo dove si parla della volontà. Mi aveva colpito il modo poetico con cui Agostino parla del rapporto uomo-Dio. E forse, al di là dell' aspetto poetico, mi sfuggiva ancora la sostanza del messaggio».
La sua reazione quando è stato chiamato per il film?
«L' urgenza. Quando ci si trova di fronte a un nuovo progetto, ci si informa su molte cose, si indaga sulla storia, sulla produzione, sulla regia. Per altri progetti, come questo, si sente solo l' urgenza di realizzarli».
Da La Repubblica, 28 gennaio 2010


di Roberto Rombi, 28 gennaio 2010