Cella 211

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Un film di Daniel Monzón. Con Luis Tosar, Alberto Ammann, Antonio Resines, Marta Etura, Carlos Bardem.
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Titolo originale Celda 211. Azione, Ratings: Kids+16, durata 110 min. - Francia, Spagna 2009. - Bolero Film uscita venerdì 16 aprile 2010. MYMONETRO Cella 211 * * * - - valutazione media: 3,20 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Acquista »
   
   
   
chiarialessandro lunedì 19 aprile 2010
un fulmine a ciel sereno. Valutazione 4 stelle su cinque
94%
No
6%

Dopo un esordio che ritengo pressoché sconosciuto, Daniel Monzon ci ha regalato un vero gioiello, possente ed impetuoso, incastonato in una struttura narrativa semplice e lineare che si lascia seguire con facilità, dando corpo e voce ad una delle tante storie “assurde” che diventano realistiche proprio grazie a quella meravigliosa macchina dei sogni rispondente al nome di cinema. Vi potreste mai immaginare un secondino che, per una strana serie di cause, deve assumere l’identità di un detenuto e che, nel volgere di un brevissimo spazio di tempo, subisce tante e tali di quelle esperienze da vedere completamente sconvolta la sua vita, fino al punto di guidare con profonda convinzione una rivolta carceraria, di uccidere un collega reo di avergli ammazzato la moglie incinta e di stringere un sotterraneo ma sincero rapporto di stima e di amicizia con il peggiore dei reclusi? Eppure Daniel Monzon riesce a rendere verosimile tutto questo. [+]

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nino pell. sabato 17 aprile 2010
il mondo non cambia, ma anche l'amicizia vera Valutazione 3 stelle su cinque
83%
No
17%

A volte capita che il confine che separa coloro che si schierano dalla parte del bene (o credono di schierarsi) e coloro che invece hanno scelto, per varie vicissitudini, l'altra sponda, diventa così labile e trasparente tanto da non riuscire più a distinguere i primi coi secondi. E quello che succede al protagonista di questo film: un giovane con una moglie ed un figlio prossimo alla nascita, che, dovendo assumere servizio come guardia carceraria all'interno di un istituto penitenziario di massima sicurezza, decide di anticiparsi di un giorno per iniziare a capire la realtà di un mondo che fino a ieri gli era completamente sconosciuta. E qui inizieranno per lui una serie di avvenimenti destinati a cambiargli completamente la vita. [+]

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alespiri venerdì 21 maggio 2010
avvincente e spettacolare thriller claustrofobico Valutazione 4 stelle su cinque
85%
No
15%

Una situazione paradossale, resa estremamente credibile, è lo spunto per il claustrofobico thriller del regista spagnolo Daniel Monzon. Juan Olivier, un neoassunto in un carcere di massima sicurezza, ale presentazioni, viene coplito alla testa: è l’inizio di una rivolta carceraria sanguinosa. Altri agenti vengono feriti nel tentativo di arginare la sommossa. Grazie anche alla prontezza di riflessi, alla scaltrezza, del protagonista questi si troverà ad affrontare un involontario "passaggio" nella schiera dei rivoltosi perché scambiato per un detenuto e riuscirà a mettersi in buona luce, coi suoi suggerimenti strategici per evitare alle forze dell’ordine di avere la meglio, con il pluriomicida e più temibile tra tutti: Malamadre (Luis Tosar), semisconosciuto in Italia ma già vincitore di un premio Goya in Spagna e candidato per questo film come attore protagonista. [+]

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andrea zagano venerdì 3 maggio 2013
finalmente un ottimo film spagnolo,oramai un cult! Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
0%

 Cella 211 è un film spagnolo che ha avuto grandissimo successo in patria e un discreto successo internazionale. Questo clamore attorno alla pellicola è più che giustificato dato che la trama di base è buona, anche se già vista, mentre ciò che rende il film davvero speciale è l’alto livello di suspense. C'è anche spazio per un timido confronto sulla "questione basca".

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filippo catani venerdì 19 aprile 2013
dramma carcerario ben congegnato Valutazione 4 stelle su cinque
73%
No
27%

Un giovane ragazzo spagnolo ottiene un lavoro come secondino. Per fare buona impressione ai suoi superiori il giorno prima di prendere servizio si presenta per fare un po' il giro della struttura carceraria. Rimasto vittima di un banale incidente, il ragazzo viene temporaneamente messo in una cella libera per ricevere le cure del caso. Proprio in quel momento però lui perderà i sensi e una rivolta porterà i prigionieri a controllare il braccio. Una volta risvegliato, l'unica speranza per il ragazzo sarà fingersi un prigioniero.
Un bel thriller carcerario quello proposto da Monzòn che riflette su diversi aspetti della vita carceraria. Intanto sul carisma che determinati criminali (vedi malamadre) riescono e devono esercitare sugli altri detenuti. [+]

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amandagriss lunedì 15 aprile 2013
nella 'città',l'inferno Valutazione 3 stelle su cinque
100%
No
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Il cinema torna a raccontare,appassionato,della reclusione detentiva,dello spietato crudo e crudele inferno che ribolle entro le alte mura di cinta dei penitenziari e lo fa con due opere europee,Il profeta del francese Jacques Audiard e Cella 211 dello spagnolo Daniel Monzón: pellicole entrambe robuste,radicali,che nobilitano ulteriormente il nutrito genere del prison movie confermando quanto ancora una volta le storie carcerarie ben si prestino al racconto per immagini rinnovandone quella forte fascinazione che ha sempre esercitato sullo spettatore.Qui si narra la tragica disavventura di un giovane secondino che,alla vigilia del suo primo giorno di lavoro,giunto nel (suo) carcere per meglio ambientarsi e 'fare una buona impressione',si ferisce alla testa a causa delle condizioni dissestate degli ambienti e,riposto momentaneamente in una cella libera -la 211- in attesa di cure mediche,si ritrova coinvolto,senza possibilità di fuga,nell'improvvisa rivolta dei detenuti del braccio più violento. [+]

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cianoz domenica 27 marzo 2011
bel film Valutazione 3 stelle su cinque
57%
No
43%

Bel film. Chi si è fatto (giustamente) l'idea che il cinema spagnolo sia tutto minestroni manierati di Almodovar può ricredersi parzialmente guardando questo bel film.
Molto ben recicato, realistico e credibile. Una vicenda che si svolge con degli sviluppi non scontati e ben orchestrati. Da vedere. Ottima presenza scenica quella del protagonista cattivo, il leader del detenuti.

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giorpost martedì 6 settembre 2016
buona l'idea,scarso il risultato:colpa del budget? Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
0%

Juan Oliver è un giovane sposato, in attesa di diventare padre, che ha appena trovato un impiego come secondino; un giorno prima del debutto nel nuovo incarico si reca sul luogo di lavoro per far colpo sul direttore del carcere, ma la sua scelta si dimostrerà poco azzeccata in quanto proprio negli istanti in cui i veterani gli stanno spiegando come funziona l'attività penitenziaria, scoppia una rivolta tra i detenuti: Juan, portato nella cella 211 per essere medicato a seguito di una caduta di calcinacci provocata dai rivoltosi, si troverà suo malgrado catapultato in un incubo dal quale dovrà cercare di scappare adoperandosi come mai prima nella sua vita, giocando una partita fatta di fantasia per poter prendere alla svelta decisioni utili alla sua stessa sopravvivenza. [+]

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figliounico mercoledì 22 febbraio 2023
dramma mancato Valutazione 2 stelle su cinque
0%
No
0%

Un film carcerario spagnolo del 2009 diretto da Daniel Monzon che si ispira per il soggetto ad un classico del genere, Brubaker di Rosenberg del 1980 con Redford. Protagonisti Luis Tosar e Alberto Ammann, i due antagonisti perfetti, anche fisionomicamente, l’uno, il prototipo del bravo ragazzo, fresco sposo con moglie incinta, al suo primo giorno di lavoro, l’altro, il criminale psicopatico rinchiuso nel braccio di massima sicurezza della prigione di Zamora, lo stereotipo del villain dal cuore d’oro, l’angelo precipitato all’inferno da una sorte malevola o da un dio distratto o come, si vedrà, da una società ingiusta. Il meccanismo del romanzo da cui è tratto il film si basa sul cambio di ruolo improvviso, dovuto ad un fatto fortuito ed imprevedibile. [+]

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www.federicoremiti.com giovedì 5 agosto 2010
emozionante ma ben poco credibile. Valutazione 3 stelle su cinque
30%
No
70%

Troppo costruito, nonché dimostrazione lampante che i premi nazionali sono la più grande masturbazione mentale (e non solo) dell'industria cinematografica (vincitore di 8 premi Goya). E' un problema tipico dei film tratti da libri, le storie che funzionano sotto l'aspetto "sospensione dell'incredulità" in un libro a volte non funzionano al cinema (uno certi dettagli nella lettura se li dimentica). Il regista qui ha spinto con numerosi colpi di scena per tenere su la tensione e la drammaticità della storia (e quindi l'interesse del pubblico), a discapito però della credibilità generale. [+]

[+] approvo in toto! (di cris2811)
[+] una buona critica (di chrisbots)
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