Vicky Cristina Barcelona

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Un film di Woody Allen. Con Scarlett Johansson, Penélope Cruz, Javier Bardem, Rebecca Hall, Patricia Clarkson.
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Commedia, Ratings: Kids+13, durata 90 min. - USA, Spagna 2008. - Medusa uscita venerdì 17 ottobre 2008. MYMONETRO Vicky Cristina Barcelona * * * - - valutazione media: 3,18 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Il sesso secondo Penelope nel triangolo di Woody Allen

di Emilio Marrese Il Venerdì di Repubblica

Un bacio (alla Johansson) di otto secondi. E un ménage à trois con Bardem. Nel nuovo film dei regista newyorkese in trasferta catalana, l'attrice si avventura tra desideri e fantasie erotiche: «Io non giudico cerco di capire».
Otto secondi di bacetto sulle labbra tra Penélope Cruz e Scarlett Johansson (naturalmente vestitissime). Tutto qua. Abbastanza per attivare la curiosità morbosa intorno al Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen, assai poco per scomodare Saffo, parlare di scandalo o mettere a bollore gli animi. Chi cerca emozioni forti, si rivolga altrove: i guardoni resterebbero profondamente delusi nel non vedere un solo lembo di pelle del triangolo evocato tra Javier Bardem e quelle due. Ma, indubbiamente, ben pochi uomini sul pianeta Terra non invidierebbero la posizione del bel pittore Juan Antonio, interpretato dall'attore spagnolo, che incarna una delle fantasie erotiche maschili più diffuse (anche senza star hollywoodiane).
Penelope Cruz ci tiene a sostenere la chiacchierata in italiano («Voglio tenermi allenata»), è terrorizzata dal pensiero di essere confusa coi personaggi che interpreta. Signorina, lei dividerebbe davvero un uomo stabilmente con un'altra donna? Èuna relazione possibile nella vita reale?
«Non mi chiedo mai se devo essere d'accordo col mio personaggio o essere come lei. Quando preparo un ruolo ho solo bisogno di capirlo veramente e non giudicarlo. Niente da aggiungere».
Vivendo tra Stati Uniti e Spagna, e conoscendo bene anche Italia e Inghilterra, che differenze ha notato nell'etica sentimentale, o sessuale, di queste culture?
«Sono allergica alle generalizzazioni. Ogni individuo è talmente originale: la nazionalità non è :un marchio. Forse dico così perché ho vissuto in tanti posti e conosciuto tanta gente diversa: la differenza non dipende dal posto dove sei nato. La morale cristiana influisce pesantemente ovunque, nel cuore degli Stati Uniti come in quello della Spagna, mentre in città come New York, Madrid, San Francisco o Los Angeles è diverso, c'è più libertà. Credo che nella vita delle nuove generazioni questa presenza della Chiesa non si senta».
Lei è credente, giusto?
«Sì, ma nemmeno io so in cosa. Studio le religioni e non sento il bisogno di sceglierne una».
Le piace, da credente in qualcosa, lo Stato laico che sta costruendo Zapatero? Unioni gay, eutanasia, aborto, divieto di crocifissi in luoghi pubblici...
«Sono abbastanza d'accordo con lui. Il fatto che la Spagna sia stato uno dei primi Paesi a legalizzare le unioni omosessuali mi fa sentire molto orgogliosa. Poi non si può essere contenti di tutto, ma è un modo di pensare che è molto vicino al mio. È come se mi chiedesse chi voglio che vinca tra Obama e McCain».
E qual è la risposta?
«Ovvia: se vince McCain non le dico per quante ore piango. Non so ancora se posso votare anche negli Usa, sto cercando di trovare il modo anche se non sono residente. Non può essere che non vinca Obama. Deve. Mi ispira molta fiducia. Credo in quello che dice. Mi sembra un uomo molto intelligente, preparato, aperto. È necessario un presidente così adesso. Perché quello che succede lì riguarda tutto il mondo».
Woody Allen ha scritto sul New York Times e su Repubblica che...
«Scherzava».
Sì, e scherzando ha scritto che, quando l'ha incontrata per la prima volta, gli si sono incendiati i pantaloni. Anche a lei Allen ha fatto lo stesso effetto?
«Mi ha fatto morire dal ridere. Molto divertente, geniale. Qualcuno l'ha anche preso sul serio...».
Lei che è un sex symbol e anche una stilista, disegnando abiti insieme a sua sorella Monica...
«Sono un'attrice e basta». ...d'accordo. La domanda è: quale è la sua idea, magari estetica, di sensualità? «Non mi piace dare definizioni: sono limitanti. Conosco tante donne anche di settanta o ottant'anni bellissime: grosse, magre. La mia idea di bellezza è stata sempre molto aperta».
E di eleganza?
«Uguale. Ci sono cose che ti danno questa sensazione e non puoi spiegare perché. È come vedere un quadro che ti piace molto in un museo: mi va bene che mi raccontino chi era l'artista, ma non il significato della sua opera. Lasciate a me l'emozione, che è soggettiva. Non servono troppe parole».
Qual è la differenza tra la Spagna che lei conosce e quella da cartolina che ha mostrato Allen in questo film?
«Ci sono tante Spagne e tante Barcellone. Qui ho girato due film. In Tutto su mia madre di Almodóvar ho scoperto una Barcellona che non conoscevo e che tanta gente ignora. Quella di Woody è un po' una lettera d'amore alla città. È una storia che si poteva girare in tanti posti, ma siamo contenti che l'abbia fatto qui».
Da Los Angeles, dove passa metà dell'anno, come sta vedendo cambiare o trasformarsi la Spagna in questi ultimi anni?
«Torno spesso e non è che noti cambiamenti scioccanti. Vedo che ci sono cose che si possono migliorare».
Per esempio?
«La libertà di espressione è un problema, non solo spagnolo: anche in Italia o negli Stati Uniti. Si deve trovare il modo di regolare la situazione».
Perché ce n'è poca, o troppa, di libertà?
«Ce n'è poca perché ce n'è troppa di quella che nessuno vuole. Si dà troppo spazio a quella minoranza di giornalisti che fanno solo casino: sono una nuvola sopra la testa di tutti i loro colleghi che lavorano con onestà e rispetto. E li danneggiano». ,
Lei ha firmato contro le nuove direttive restrittive dell'Unione Europea in fatto di immigrazione, appoggiate anche dalla Spagna. Perché?
«È un argomento molto delicato. La natura delta Spagna e degli spagnoli è sempre stata quella di aiutare il prossimo e non possiamo perderla. È vero che ci vogliono regole e una buona organizzazione, ma non è facile. La soluzione non è l'estremismo. Non vorrei che alla fine si aiutasse meno questa gente che arriva da noi senza niente e ha bisogno».
Anche in Italia è un tema di grande attualità.
«Ho amici italiani che sento spesso, ma è un po' che non vengo. Non vedo l'ora che Castellitto mi chiami ancora a lavorare: mi manca, Sergio. Il personaggio di Non ti muovere è uno di quelli che ho amato di più: un'esperienza indimenticabile, incredibile. Ora sto lavorando con Sophia Loren, la vedo quasi tutti i giorni sul set del musical Nine: è simpaticissima e intelligente, che donna. Non posso smettere di guardarla. Si arrabbia con me quando non mangio abbastanza».
Almodóvar le chiese di ispirarsi a lei per Volver.
«Mi fece guardare tutti i vostri film degli anni Cinquanta e Sessanta: Loren, Magnani, Cardinale».
Quindi la vedremo anche ballare e cantare?
«Ho una gran paura, ma mi piace, è una paura sana. Sono in un nuovo territorio. Cerco di cambiare sempre».
Da Il Venerdì di Repubblica, 10 Ottobre 2008

di Emilio Marrese, 10 Ottobre 2008

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