Nessuna verità

Doppio gioco all’ombra del Pentagono, la guerra si può fare anche stando seduti comodamente in poltrona. Capita così di vedere l’intelligence che tiene le fila di alcune spie governative monitorando le operazioni via satellite, mentre un agente di stanza in Giordania deve fare il lavoro sporco. Tutto il resto: sacrificabile. “Nessuna verità” si colloca di diritto nel genere spionistico, ma le moderne tecnologie non aiutano certo a risolvere il guazzabuglio che mette in piedi Ridley Scott. Stesso limite del recente “Syriana” –la sceneggiatura si presenta un vero e proprio rompicapo anche per chi è esperto di politica estera-, il film del regista inglese è tratto dalle memorie di un giornalista vissuto oltre vent’anni al confine Mediorientale. Tra satelliti spia ed inganni di Stato si muovono alcuni terroristi che vogliono mettere in ginocchio il Paese a stelle e strisce, i servizi collaborazionisti della Giordania ed alcuni agenti undercover impegnati nella cattura di un pericoloso ricercato. Bravissimo Leonardo Di Caprio nella parte della spia in crisi d’identità, indisponente Russell Crowe che per tutto il film mangia e parla al telefono. Su questo scontro via satellite Scott affida la riuscita di uno spionaggio un po’ troppo pasticciato, mentre le scene delle azioni cercano di mettere ordine in tanto scompiglio. Non basta certo il talento di alcuni attori per fare un capolavoro, però lo schema del “tutti contro tutti” funziona sempre. Pur con le (in)evitabili cadute di stile. Antonello Villani (Salerno)