Un'altra giovinezza

Lo scrittore che regala a Coppola un'altra Giovinezza

Nei confronti della scrittura letteraria si può dire, semplificando, che il cinema ha due funzioni. Una banalizzante: quando cioè lo schermo si impadronisce di un libro famoso, importante, complesso, e ne trae un film che inevitabilmente finisce per rimpicciolire e togliere vigore o poesia all'originale (ma ci sono, naturalmente, grandiose eccezioni, per esempio Il gattopardo di Visconti e The Dead di John Huston).
E poi una benvenuta funzione di scoperta, o di rilancio, o di illuminazione di testi più difficili, rari, meno noti. Vedi il fenomeno di un poeta come W.H. Auden, che credo non abbia mai raggiunto prima la popolarità conquistata dopo che alcuni suoi bellissimi versi sono stati letti in Quattro matrimoni e un funerale (l'occasione era il funerale). O il caso Paul Bowles, che ha trovato una nuova generazione di lettori dopo Il tè nel deserto. O ancora,-recentemente,-il caso di Angel, il film di François Ozon, che ci ha dato l'occasione di scoprire una finissima scrittrice inglese come Elizabeth Taylor (ah, ah, proprio così, scherzi delle omonimie).
Ora, dopo dieci anni di silenzio cinematografico e di lavoro tra i vitigni della sua Napa Valley, Francis Ford Coppola arriva alla Festa del cinema di Roma con un nuovo film, Youth without Youth, basato su un breve romanzo del rumeno Mircea Eliade, il grande storico delle religioni, l'autore di testi fondamentali come Il sacro e il profano e Storia delle credenze e delle idee religiose. Scritto nel 1976 a Parigi, edito da Gallimard nel 1980, il libro è tradotto ora in-Italia da-Rizzoli con il titolo Un'altra giovinezza.
Sono centosessanta pagine - che si immaginano benissimo sullo schermo - in cui Mircea Eliade costruisce un lieve e malinconico «scherzo» sul destino umano, sull'ossessione per la giovinezza, sul peso dell'esperienza, attraverso la storia di Dominic Matei, uno studioso settantenne, disperato (come non capirlo?) perché sta perdendo la memoria, che viene colpito dal fulmine e ritrova la giovinezza - ma con il fardello della sua sapienza. Un libro affascinante e strano, che può preludere a risultati diversissimi. Ma su Coppola si può scommettere.
Da Il Venerdì di Repubblica, 19 Ottobre 2007

di Irene Bignardi, 19 Ottobre 2007