Un'altra giovinezza

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Un film di Francis Ford Coppola. Con Tim Roth, Alexandra Maria Lara, Bruno Ganz, Marcel Iures, André Hennicke.
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Titolo originale Youth Without Youth. Drammatico, durata 121 min. - Romania, USA 2007. - Bim Distribuzione uscita venerdì 26 ottobre 2007. MYMONETRO Un'altra giovinezza * * * - - valutazione media: 3,46 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Youth without Youth: il ritorno di Coppola Valutazione 4 stelle su cinque

di Nicoletta Scatolini


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martedì 23 ottobre 2007

L'ultimo, attesissimo, film di Francis Ford Coppola (dopo un’assenza di dieci anni dal grande schermo) è un lungometraggio complesso e difficile da "metabolizzare" ad una prima visione (come ha lui stesso dichiarato), che chiede un grande sforzo partecipativo allo spettatore senza dargli in cambio punti di riferimento cognitivi, e lo avvolge in una densa nube sensoriale. Youth without youth inizia il suo tortuoso percorso da una misteriosa e cupa Romania(siamo nel 1938) attraverso i rimpianti e le malinconie di un meraviglioso e meravigliosamente attempato Tim Roth, che interpreta il settantenne Dominic Matei, professore di linguistica. La "svolta", la prima di una lunga serie, arriva subito: Matei viene colpito da un fulmine davanti alla stazione di Bucarest. Quello che sembra un esodo tragico si rivelerà invece un nuovo inizio,"un'altra giovinezza"(la traduzione italiana del titolo), “una giovinezza senza giovinezza” (restando fedeli al titolo originale), perchè il settantenne Dominic si ritrova con l'aspetto ed il vigore (psico-fisico) di un trentenne. Il suo mondo diventa un misterioso ed ambiguo spazio al confine tra l'irreale e il reale, dominati l'uno dalla "presenza" di un doppio, e l'altro dall'incombenza della guerra mondiale(un mondo che si appresta a divenire anch'esso bipolare). Perchè gli è successo questo? Il professor Matei è ossessionato dallo studio di tutta una vita, che non é mai riuscito a terminare: arrivare alle origini del linguaggio (e quindi dell'umana conoscenza). Forse è proprio la sua sete di conoscenza che lo rende "immortale" (la conoscenza stessa lo è, così come le opere ad essa dedicate), forse la figura del suo doppio rappresenta proprio questa fiamma, “riaccesa” in lui e resa quasi tangibile dal fulmine che l’ha folgorato. Youth without youth continua e scava ancora, addentrandosi nel campo impalpabile del metafisico, delle religioni primitive, del binomio tra bene e male, arrivando a cercare di carpire (e capire) l’essenza stessa dell’esistenza. Un film, questo, che contiene in sé tanti generi cinematografici e perciò difficile da collocare, che invoca una totale libertà espressiva contro le facili etichettature, che coinvolge e immerge attraverso immagini intense e ricche di simbolismi, che cambia rotta non appena si ha l’impressione di scorgere la terraferma. Catapultandoci quasi forzatamente da un genere ad un altro, il thriller a sfondo storico che stavamo guardando nella prima parte del film cambia tono, cambia la sua pelle e si trasforma in un delicato ed intenso scenario romantico e drammatico,dai risvolti sempre più spirituali e intimisti che confonde, a mano a mano che ci addentriamo in profondità, l’ago della nostra bussola cognitiva. Così l’incontro con Veronica, una specie di “rediviva” Laura (la donna amata tragicamente da Dominic nel passato) diventa il punto di partenza per ben più universali ed universalistiche considerazioni. Coppola ci presenta un film che, probabilmente, si propone di effettuare una “cesura” nel linguaggio filmico odierno,un film ricco di spunti e forse per questo pieno di troppe sfaccettature, che lo rendono a tratti disarticolato; un film complesso, dall’enigmatico messaggio, che “abbaglia” con la sua poliedrica ed avvolgente serie di immagini, che disorienta con il suo mix di stili e il suo taglio molto poco “all’americana”; un film che sicuramente necessita di più visioni, prima di essere acclamato o bocciato senza remore. NICOLETTA SCATOLINI

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ovovic martedì 30 ottobre 2007
un'altra senilità
50%
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50%

un film presuntuoso,certo pieno (anche troppo) di buoni propositi, ma con risultati semplicemente imbarazzanti. un film che non fa mai sognare, ma che ti tiene legato alla sedia nella vana speranza che almeno verso la fine si riscatti dalla sua inverosimilità; ma questo non succede e le faccie basite degli spettatori all'uscita lo testimoniano. evidentemente, come fellini nei suoi ultimi film, la mano fatata dei grandi registi è un dono non sempiterno. la storia narrata è semplicemente assurda e le musiche ammiccanti cercano di comunicare al povero astante un senso di partecipazione che non lo colpisce mai. quando di un film si scrive che " è difficile da metabolizzare ad una prima visione" si sta tentando di spacciare un film mal riuscito con qualcos'altro. [+]

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