zauriel77
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domenica 3 settembre 2006
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meglio nolan con batman begins
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Ma qualcuno ha mai letto "The Man of Steel", mi pare di capire che la maggior parte delle persone che hanno commentato positivamente il film conoscano solo la vecchia serie cinematografica.
Si poteva pensare di riportare Superman sul grande schermo raccontando le origini in chiave moderna con questi giovani attori.
Oltre agli effetti speciali il film mi delude dall'inizio alla fine, Superman a fumetti và oltre al rapporto tra Sup e Lois(in questi film dal 1978 a oggi pare di vedere una telenovela), ci sono gli Star Labs, il Dott. Hamilton Sawyer e Turpin (Detective della polizia di Metropolis) e potenti nemici sempre pronti, già vedo che nei prossimi seguititi vedremo il solito Lex (degli anni'70) che vuole affondare qualche continente (nel'78 la California e nel 2006 gli Usa) magari l'Europa nel 2009.
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Ma qualcuno ha mai letto "The Man of Steel", mi pare di capire che la maggior parte delle persone che hanno commentato positivamente il film conoscano solo la vecchia serie cinematografica.
Si poteva pensare di riportare Superman sul grande schermo raccontando le origini in chiave moderna con questi giovani attori.
Oltre agli effetti speciali il film mi delude dall'inizio alla fine, Superman a fumetti và oltre al rapporto tra Sup e Lois(in questi film dal 1978 a oggi pare di vedere una telenovela), ci sono gli Star Labs, il Dott. Hamilton Sawyer e Turpin (Detective della polizia di Metropolis) e potenti nemici sempre pronti, già vedo che nei prossimi seguititi vedremo il solito Lex (degli anni'70) che vuole affondare qualche continente (nel'78 la California e nel 2006 gli Usa) magari l'Europa nel 2009.
Vi dico solo che uscendo dal cinema mi sentivo preso in giro, aspettavo un film di Superman in linea con il fantastico Batman Begins o Spiderman e non un "film del film" di Donner, con la morte di Reeve la cosa giusta era di iniziare una nuova saga per le nuove generazioni e non un mediocre seguito pieno di imperfezioni, per che ha letto i 4 volumetti voluti da Synger come prequel del film capira. Nei volumi vengono fatti solo riferimenti al primo film del 1978, quindi Superman 2 non esite e quindi da dove salta fuori il figlio (scelta davvero stupida, è come sposare Batman,) di Lois???
In conclusione il film mi sembra una burla se paragonato a Spiderman, Batman Begins e X-Men, inltre non ho gradito le piccole variazioni sul costume tipo il simbolo che compare ripetitivo sul tallone, nella suola degli stivali e nella cintura, il regista si era difeso dicendo che il costume e cambiato nel corso degli anni e ha soltanto scelto i pezzi storici, solo scuse.
Superman in pillole:
Superboy proviene da Terra Prima (Pre-Crisis), è non è mai diventato Superman (vedere Crisi Infinita);
Il Superman di Donner/Synger è più simile a quello della Golden Age/Terra-2 adatto ai nostalgici;
Richard White nel comic è il figlio adolescente di Perry e non il nipote;
Il Superman odierno porta un costume fatto in casa da Mamma Kent, che viene distrutto nei combattimenti ecc, deve radersi e il suo corpo si sporca mentre il Superman di Donner no (nella versione Pre-Crisis il corpo del nostro eroe creava una specie di aura che lo protegeva dalla sporcizia ecc).
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ariel1977
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martedì 22 agosto 2006
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super delusione
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Secondo la mia opinione è stata una mossa davvero stupida da parte della Warner quella di proporre un seguito e non una genesi del personaggio in chiave moderna, visto che con Batman/Spiderma questa logica si era dimostrata eccellente. La cosa che più mi infastidisce è che il personaggio di Superman come tanti altri (Batman/Spiderman ecc) sono stati riveduti e corretti con il passare degli anni e nel 2006 ci ritroviamo un film di Superman ancora legato come personaggi e origini a quelle degli anni 50 circa, Oltretutto dopo la morte di Reeve era giusto voltare pagina e lasciare quella serie di film associata per sempre al suo nome.
Oltretutto Superman Return è il seguito di Superman del 1978 e non di SupermanII come molti dicono, basta leggere i quattro prequel a fumetti voluti da Synger in particolare se leggete il volume dedicato a Lex Luthor vedrete che tutto gira attorno alle vicende descritte nel primo film del ’78.
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Secondo la mia opinione è stata una mossa davvero stupida da parte della Warner quella di proporre un seguito e non una genesi del personaggio in chiave moderna, visto che con Batman/Spiderma questa logica si era dimostrata eccellente. La cosa che più mi infastidisce è che il personaggio di Superman come tanti altri (Batman/Spiderman ecc) sono stati riveduti e corretti con il passare degli anni e nel 2006 ci ritroviamo un film di Superman ancora legato come personaggi e origini a quelle degli anni 50 circa, Oltretutto dopo la morte di Reeve era giusto voltare pagina e lasciare quella serie di film associata per sempre al suo nome.
Oltretutto Superman Return è il seguito di Superman del 1978 e non di SupermanII come molti dicono, basta leggere i quattro prequel a fumetti voluti da Synger in particolare se leggete il volume dedicato a Lex Luthor vedrete che tutto gira attorno alle vicende descritte nel primo film del ’78.
Sono entrato in sala deluso dalle scelte del regista e sono uscito deluso, a parte le scene d’azione; non sono stato contento di veder gli stessi titoli iniziali ma poteva capitare di peggio dato che inizialmente i titoli di testa (successivamente si è deciso quella classica) dovevano iniziare con un fumetto di Superman che viene sfogliato mentre vediamo delle vignette che riprendono scene del primo film.
Discutibile la scelta di inserire il figlio di Lois Lane(visto che in Superman I non ci sono scene d’intimità tra Kal-el e Lois) e di alcune forzature nel costume dell’eroe tipo il simbolo che compare sulla fibbia della cintura, sul tallone e sulla pianta degli stivali, sinceramente scelte stupide, pensate solo al costume di Spiderman, ci sono pochissime modifiche ma il tutto rispecchia il costume classicoche tutti conoscono.
Spero solo che la DC/Warner ci pensino bene prima di preparare un nuovo film, visto l’accaduto con Superman Returns ho la fobia che qualche regista faccia il film di Flash o di WonderWoman come sequel delle vecchie serie TV.
Spero anche sé sono consapevole che sarà difficile che la Warner riproponga un nuovo film di Superman dove si raccontino le origini in chiave moderna dove troviamo un Superman che deve radersi oppure il costume che si rompe e soprattutto un Lex Luthor criminale che si maschera da filantropo, insomma tutte quelle piccole cose che hanno dato al nuovo Superman cartaceo la sua gloria.
Un personaggio come Superman si meritava lo stesso trattamento di quasi tutti gli altri eroi comparsi in un film fin dal primo episodio di Spiderman.
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sabrina
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venerdì 18 agosto 2006
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chi l'avrebbe detto???
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E già chi l'avrebbe detto?Ero tra i primi a criticare l'ennesimo tentativo da parte dei produttori hollywoodiani di rimettere in disocrso l'efficacia cinematografica di Superman. Dopo Christopher Reeve come si poteva solo immaginare sul grande schermo un altro uomo col mantello rosso pronto a viaggiare tra le nuvole? L'attore principale sconosciuto, la biondina che non tiene testa rispetto alla Lois che ormai è nell'immaginario di tutti noi...un regista giovane come Singer....è stata più che altro la curiosità a spingermia a vedere questo film.
Incredibile. Uno di quei pochi film a catturarti, a tenerti per ben 154 minuti attaccato alla sedia, quasi ti commuovi nel vedere che questa volta Superman è davvero nei guai anche se infondo lo sai che i supereroi non possono morire.
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E già chi l'avrebbe detto?Ero tra i primi a criticare l'ennesimo tentativo da parte dei produttori hollywoodiani di rimettere in disocrso l'efficacia cinematografica di Superman. Dopo Christopher Reeve come si poteva solo immaginare sul grande schermo un altro uomo col mantello rosso pronto a viaggiare tra le nuvole? L'attore principale sconosciuto, la biondina che non tiene testa rispetto alla Lois che ormai è nell'immaginario di tutti noi...un regista giovane come Singer....è stata più che altro la curiosità a spingermia a vedere questo film.
Incredibile. Uno di quei pochi film a catturarti, a tenerti per ben 154 minuti attaccato alla sedia, quasi ti commuovi nel vedere che questa volta Superman è davvero nei guai anche se infondo lo sai che i supereroi non possono morire. Forse un pò troppi effetti speciali, una Lois troppo piccola per fare da madre d'altronde Kate Bosworth ha solo 23 anni...e cosa dire del piccolo Jason?Un tesoro anche se dal padre a quanto pare prende ben poco...Comunque rimane un film fatto benissimo, a mio parere soldi bene spesi ma sopratutto...ciò che importa di più ai Mayor cinematografici è la promessa: Superman è una leggenda e come tale deve sempre sorprendere il pubblico che non si stanca mai di rifugiarsi nel cinema anche solo per immaginare per pochi minuti di volare nello spazio protetti dal supereroe di tutti i tempi...
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eddie da silva
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sabato 4 agosto 2012
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se i film sui supereroi fossero tutti così...
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Bryan Singer rinuncia a dirigere il terzo capitolo della saga degli X-Men per dedicarsi a questo progetto, che vede il ritorno di uno dei supereroi più amati di sempre.
Supereroe che già aveva alle spalle quattro trasposizioni cinematografiche con protagonista il mitico Christopher Reeve.
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Bryan Singer rinuncia a dirigere il terzo capitolo della saga degli X-Men per dedicarsi a questo progetto, che vede il ritorno di uno dei supereroi più amati di sempre.
Supereroe che già aveva alle spalle quattro trasposizioni cinematografiche con protagonista il mitico Christopher Reeve.
I fan della serie originale dovrebbero ringraziare il regista, visto l’impegno che ha messo nel realizzarlo, e visto che ha intelligentemente pensato di non ignorare quel Supermanche tanto avevamo amato, a quel tema musicale che tanto ci aveva emozionato.
Perché rinunciare a tanta grandezza? Solo perché erano passati quasi trent’anni? Nossignore, non si può rinunciare al tema di John Williams, ormai è un simbolo, ormai quando si pensa a Superman si pensa a quel tema musicale.
Singer lo sapeva, sapeva che fare qualcosa di completamente diverso non era la migliore delle idee.
La sua intuizione migliore è stata quella di dare un degno proseguo alla storia di Superman II, ignorando completamente gli indifendibili III e IV (quest’ultimo è però una perla d’umorismo involontario), e regalando così ai fan un sequel anacronistico - con altri attori, ma pur sempre un sequel - realizzato magistralmente.
La regia di Singer è superba, il meglio che si possa avere da un prodotto di questo genere: gran classe, grande senso dello spettacolo, e grande bravura nel fare uso di effetti speciali digitali.
Un plauso vada a Newton Thomas Sigel, il direttore della fotografia, che fa un lavoro decisamente eccezionale, anche se non è la prima volta: ricordiamoci film come L’allievo, o i primi due X-Men, tutti diretti da Singer, o il recente capolavoro di Nicolas Winding Refn, Drive.
Un lavoro come quello svolto per questo film, ma anche per Drive, avrebbe meritato come minimo una nomination all’Oscar, ma nulla. Peccato, davvero.
Ora parlerei del cast, a cominciare dal giovane protagonista:
Il bistrattato e massacrato pesantemente da pubblico e critica Brandon Routh è effettivamente un Clark Kent/Superman che manca innegabilmente di carisma, ma a me non sembra che la sua sia un’interpretazione così terribile; sicuramente al nostro manca un po’ di espressività, ma l’ho trovato simpatico nei panni di Clark Kent, impacciato e goffo quanto basta, e tutto sommato anche in quelli di Superman, anche se davvero Reeve è lontano anni luce.
Il resto del cast è di buon livello: Kevin Spacey è uno straordinario Lex Luthor, e non fa rimpiangere Gene Hackman; Kate Bosworth se la cava nei panni di Lois Lane e James Marsden è al solito bravo e simpatico.
Degna di nota anche la performance di Frank Langella nei panni di Perry White, una scelta più che azzeccata.
Molto bella la sceneggiatura di Michael Dougherty e Dan Harris, che per Singer scrissero già il bellissimo X-Men 2: i due amalgamano l’azione, il dramma e la commedia in modo esemplare, con diversi dialoghi molto ben scritti e delle gag spesso simpatiche e ben riuscite.
Come non mezionare John Ottman, che oltre a comporre una bella colonna sonora per il film ne cura anche il montaggio, dimostrandosi anche un eccellente montatore.
A mio avviso Superman Returns è uno dei migliori cinefumetti degli ultimi anni, di gran lunga superiore a qualsiasi produzione Marvel Studios ad esempio, e anche se magari sta qualche spanna sotto alla epica saga Nolaniana di Batman, fa comunque la sua porca figura.
Un ottimo film da un grande regista.
-Eddie-
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pierfrancesco
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martedì 12 giugno 2007
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e' superman ragazzi!!!
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Personalmente ho visto il film più volte e,devo dire,che l'ho trovato bellissimo.
La storia è solida e gli effetti speciali fantastici. Gli attori si immedesimano benissimo nei ruoli di propria competenza e la regia di Singer riesce a darci un nuovo Superman
per un nuovo millennio.
Non capisco le critiche ricevute dall'opera da più parti,evidentemente coloro che hanno criticato il film non conoscono a fondo il personaggio.
A chi è abituato ai vari spiderman o x-men bisognerebbe ricordare che qui si sta parlando di un'icona mondiale con 69 anni di storia dietro ed un universo di storie e personaggi unico al mondo.
Superman non sarà mai come gli altri eroi in costume lui è stato il primo ed è ancora il più grande di tutti,gli altri sono solo delle pallide
imitazioni che tentano di scimmiottare la grande S ma che sono e saranno costrette a restare per sempre ALL'OMBRA DEL MITO.
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Personalmente ho visto il film più volte e,devo dire,che l'ho trovato bellissimo.
La storia è solida e gli effetti speciali fantastici. Gli attori si immedesimano benissimo nei ruoli di propria competenza e la regia di Singer riesce a darci un nuovo Superman
per un nuovo millennio.
Non capisco le critiche ricevute dall'opera da più parti,evidentemente coloro che hanno criticato il film non conoscono a fondo il personaggio.
A chi è abituato ai vari spiderman o x-men bisognerebbe ricordare che qui si sta parlando di un'icona mondiale con 69 anni di storia dietro ed un universo di storie e personaggi unico al mondo.
Superman non sarà mai come gli altri eroi in costume lui è stato il primo ed è ancora il più grande di tutti,gli altri sono solo delle pallide
imitazioni che tentano di scimmiottare la grande S ma che sono e saranno costrette a restare per sempre ALL'OMBRA DEL MITO.
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(di super- gionny)
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mystic
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mercoledì 3 aprile 2013
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i superpoteri di singer: nostalgia e spettacolo
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All'ombra del Batman di Nolan, Superman Returns ha clamorosamente riscosso un immediato successo critico piuttosto che l'approvazione del pubblico. Forse perchè il film gioca su un'ironia sottile. Clark Kent, ad esempio: impossibile non riconoscerlo nel costume dell'uomo d'acciaio. Sparisce Superman sparisce Kent; eppure nessuno sospetta della sua doppia identità. Per Singer infatti è necessario giocare con la fantasia dei fumetti per avvicinarsi al film. Ma oltre che a questo tocco satirico e all'effervescente capacità del regista di richiamare le vecchie avventure a fumetti, si tratta di voli maestosi, di immagini patinate e di colori pastello.
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All'ombra del Batman di Nolan, Superman Returns ha clamorosamente riscosso un immediato successo critico piuttosto che l'approvazione del pubblico. Forse perchè il film gioca su un'ironia sottile. Clark Kent, ad esempio: impossibile non riconoscerlo nel costume dell'uomo d'acciaio. Sparisce Superman sparisce Kent; eppure nessuno sospetta della sua doppia identità. Per Singer infatti è necessario giocare con la fantasia dei fumetti per avvicinarsi al film. Ma oltre che a questo tocco satirico e all'effervescente capacità del regista di richiamare le vecchie avventure a fumetti, si tratta di voli maestosi, di immagini patinate e di colori pastello. I bordi sfumati delle onde marine si fondono nel candido rosa del cielo, mentre la vista X-ray di Superman regala immagini di stilizzata luminosità.
Quando il cattivo (lo splendido Lex Luthor di Kevin Spacey) decide di attuare il piano che avrebbe dovuto cambiare irrimediabilmente la geografia terrestre, sarebbe fin troppo facile storcere il naso a tale assurda esagerazione. Eppure diventa possibile grazie alla nostalgia di Singer, che sposa sentimento e spettacolo, invitando lo spettatore a credere nell'impossibile. E persino caricarsi un continente sulle spalle diventa facile per il ragazzo di Krypton. Kal-El è un alieno in tutto e per tutto, che il regista dipinge come una creatura angelica. Esiste su una coscienza etica e morale che possiamo comprendere solo grazie all'allegoria religiosa e che l'umanità può solo rimpiangere di non possedere. Più di Superman, però, è Bryan Singer a riportare all'umanità la luce che illumina il cammino (e a proposito di citazioni, particolarmente godibile il richiamo al Jor-Eli di Marlon Brando), seppur cinematograficamente parlando. Hollywood però non sembra aver ancora imparato la lezione.
Un ritratto godibile, incredibilmente leggero ma soprattutto e spettacolare di un eroe in costume. La terra ha ancora bisogno di Superman, possibilmente quello di Bryan Singer.
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luca lex
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mercoledì 27 dicembre 2006
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superman: il degno ritorno di un mito
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Non un semplice sequel, molto più di un remake, Superman Returns è un vero e proprio omaggio, in ogni suo aspetto e dettaglio, all'indimenticabile prima pellicola dedicata all'Uomo d'acciaio, datata 1978 e firmata Richard Donner ! Brian Singer, il cui straordinario talento di cineasta avevamo già visto a discreto agio nell'ambiente dei Cinecomics, da sempre graffiante come gli artigli di Wolverine a cui lo stesso regista ha dato vita nei campioni d'incassi X-Men e X-Men 2, ci regala un immagine gloriosa, un'icona del più grande di tutti i supereroi che sfreccia davanti ai nostri occhi e dentro ai nostri cuori in una pellicola finalmente degna di portare nel titolo il suo nome, che spazza via i brutti ricordi degli incommentabili Superman III e IV (battuti solo dallo scempio del Batman di Joel Schumacher), e allo stesso tempo ci richiama con nostalgica devozione la memoria di un intramontabile classico cui l'intero genere deve la propria esistenza.
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Non un semplice sequel, molto più di un remake, Superman Returns è un vero e proprio omaggio, in ogni suo aspetto e dettaglio, all'indimenticabile prima pellicola dedicata all'Uomo d'acciaio, datata 1978 e firmata Richard Donner ! Brian Singer, il cui straordinario talento di cineasta avevamo già visto a discreto agio nell'ambiente dei Cinecomics, da sempre graffiante come gli artigli di Wolverine a cui lo stesso regista ha dato vita nei campioni d'incassi X-Men e X-Men 2, ci regala un immagine gloriosa, un'icona del più grande di tutti i supereroi che sfreccia davanti ai nostri occhi e dentro ai nostri cuori in una pellicola finalmente degna di portare nel titolo il suo nome, che spazza via i brutti ricordi degli incommentabili Superman III e IV (battuti solo dallo scempio del Batman di Joel Schumacher), e allo stesso tempo ci richiama con nostalgica devozione la memoria di un intramontabile classico cui l'intero genere deve la propria esistenza... E come si può allora rimanere delusi di fronte allo spettacolo di un supereroe sì rinnovato, ma sempre dotato del suo classico fascino? Lo slogan di lancio del primo Superman era "Crederete che un uomo può volare"; oggi il problema di far compiere ai protagonisti imprese ed acrobazie impossibili è ormai nulla più che un brutto ricordo, e resta però il forse ancor più ostico compito di far sì che il tripudio di effetti speciali cui siamo stati abituati non finisca col prendere il sopravvento su quella che dovrebbe essere la vera anima di un film, e di evitare insomma che i cosiddetti "Cinecomics" diventino più fumetto che cinema, peccato in cui sono forse incappati l' Hulk di Ang Lee, l'ultimo "X-Men, scontro finale" (sarebbe stato meglio che la saga avesse aspettato che Singer fosse di nuovo disponibile), ed in parte anche il comunque apprezzabile Daredevil dal volto piacione di ben Affleck. Errore dal quale, però, si salva, ed ampiamente, Superman Returns, che se è stato talvolta criticato per la mancanza di positiva autoironia che contraddistingueva l'originale col mitico Christopher Reeve, vanta però la presentazione di un supereroe più umano, che sebbene sia fisicamente invulnerabile soffre però di tanti stessi nostri drammi interiori... Superman è tornato! e il titolo non si riferisce unicamente al viaggio che l'Uomo di Krypton ha compiuto per cinque anni alla ricerca dei resti del suo pianeta natale, e dal quale ritorna all'inizio del film, ma anche (e forse soprattutto), al ritorno di un mito, che richiama, emula ed omaggia il fratello maggiore in dialoghi ed inquadrature. Superman è tornato, più cupo, ma anche più epico e spettacolare, che sfreccia tra i grattaceli di una metropolis che finalmente respira di vita propria, senza dipendere dalle riprese aeree di una spudorta New York City, affiancato (ed anche qui non possono essere che elogi) da un Lex Luthor mai così diabolico e giusto, anzi, perfetto (applausi a Kevin Spacey), e da una Lois che nel volto dell'incantevole Kate Bossworth miscela la determinazione e la grinta della reporter di Margot Kidder e la grazia di una ragazza ancora dolce e a volte confusa tra amore e carriera... Che altro dire? Superman è tornato, e non poteva essere un ritorno migliore e più atteso, ed uscendo dai cinema, sarebbe bello imaginarcelo lassù, che fluttua tra le stelle col suo mantello rosso vegliando su di noi,su questo mondo che, nella realtà più che nei fumetti, avrebbe davvero bisogno di un supereroe!!!
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antonio
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giovedì 26 ottobre 2006
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torniamo ad alzare gli occhi al cielo!!
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Quando ho saputo che ci sarebbe stato un nuovo film sull'uomo di Kripton le emozioni che mi hanno assalito sono state contrastanti: eccitazione perchè avrei rivisto la "S" rossa sfrecciare nel cielo, agitazione perchè ero ansioso di sapere quale storia avrebbero creato per far "TORNARE" Kal-el a Metropolis, ma non nego di aver avuto anche insicurezza. Come potersi emozionare di nuovo di fronte a quello sguardo protettivo e forte allo stesso tempo, come trasalire ascoltando l'enfasi delle musiche di John Williams e come poter "raggiungere il Nirvana" vedendo Superman volteggiare nello spazio e sorridere guardando in camera (e quindi negli occhi dello spettatore)nella scena finale?Come fare tutto questo senza Christopher Reeve?
Ebbene questo film è un omaggio anche alla sua memoria, Brandon Routh ha saputo prendere quei dettagli dell'unico e inimitabile Superman e metterci vicino qualcosa di "moderno" e di "nuovo".
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Quando ho saputo che ci sarebbe stato un nuovo film sull'uomo di Kripton le emozioni che mi hanno assalito sono state contrastanti: eccitazione perchè avrei rivisto la "S" rossa sfrecciare nel cielo, agitazione perchè ero ansioso di sapere quale storia avrebbero creato per far "TORNARE" Kal-el a Metropolis, ma non nego di aver avuto anche insicurezza. Come potersi emozionare di nuovo di fronte a quello sguardo protettivo e forte allo stesso tempo, come trasalire ascoltando l'enfasi delle musiche di John Williams e come poter "raggiungere il Nirvana" vedendo Superman volteggiare nello spazio e sorridere guardando in camera (e quindi negli occhi dello spettatore)nella scena finale?Come fare tutto questo senza Christopher Reeve?
Ebbene questo film è un omaggio anche alla sua memoria, Brandon Routh ha saputo prendere quei dettagli dell'unico e inimitabile Superman e metterci vicino qualcosa di "moderno" e di "nuovo". Comunque vi posso garantire che in alcune espressioni e atteggiamenti è UGUALE!
La vera Lois è chiaramente inimitabeli come lo era il Clarck Kent di Christopher, ma Kate Bosworth ha saputo donare la stessa grinta-dolcezza al personaggio.
E che dire del Lex Luthor di Kevin Spacey? GENIALE! Solo un attore come lui poteva reggere il paragone con l'ironica follia portata da Gene Hackman, e attraverso la sua genialità ha creato un Lex capace di farsi odiare a amare dal pubblico anche con una semplice frase o espressione del volto.
Anche gli altri personaggi hanno saputo rievocare l'atmosfera giusta del mondo di Superman: amicizia, amore materno, una violenza più spettacolare che cruda e anche gelosia verso un uomo che di umano ha tutto tranne la vigliaccheria. Riesce a combattere anche quando, su quella specie di piattaforma di kriptonite, tutto sembra finito,"Io sono ancora Superman!" grida e penso che chiunque in quella scena possa provare un minimo di angoscia e tristezza.
la chicca: chi mai avrebbe pensato ad un figlio?! Superman ha un figlio!! Grandissimo Singer che ha dato in questo modo una sorta di garanzia al pubblico del supereroe...garanzia che ci sarà sempre qualcuno a proteggerci dove è più importante: nella nostra fantasia.
Un commento conclusivo? SUPER! Vedetelo se non l'avete già fatto e godetevelo, poichè non serve essere accaniti fan dell'Uomo D'Acciaio per poter assaporare il piacere di vederlo in azione, basta solamente alzare gli occhi al cielo e CREDERE..che un uomo possa volare!
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paolo pizzato
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lunedì 28 agosto 2006
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ho nostalgia dei mutanti
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Alzi la mano chi non ha un supereroe preferito. Ma ogni regola, si sa, ha la sua eccezione. Ignoro, dunque, se Bryan Singer, che non è uno qualunque ma un talentuoso regista hollywoodiano, ne abbia uno, ma nel caso lo avesse sono pronto a scommettere che sia Wolwerine (o qualche altro X-Men) e non l'Uomo d'Acciao venuto da Krypton. Forse è per questa ragione che, dopo essersi preso la briga di far tornare Superman su grande schermo dopo un bel mucchio di tempo (5 anni nella finzione scenica, ben di più nella realtà), il papà dell'indimenticato "I soliti sospetti" e di ben due film sui mutanti decisamente ben fatti (chi non si fida confronti i suoi lavori con l'ultimo, imbarazzante "X-Men 3 - The last Stand", regia di Brett Ratner), confeziona un film che a malapena raggiunge la sufficienza.
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Alzi la mano chi non ha un supereroe preferito. Ma ogni regola, si sa, ha la sua eccezione. Ignoro, dunque, se Bryan Singer, che non è uno qualunque ma un talentuoso regista hollywoodiano, ne abbia uno, ma nel caso lo avesse sono pronto a scommettere che sia Wolwerine (o qualche altro X-Men) e non l'Uomo d'Acciao venuto da Krypton. Forse è per questa ragione che, dopo essersi preso la briga di far tornare Superman su grande schermo dopo un bel mucchio di tempo (5 anni nella finzione scenica, ben di più nella realtà), il papà dell'indimenticato "I soliti sospetti" e di ben due film sui mutanti decisamente ben fatti (chi non si fida confronti i suoi lavori con l'ultimo, imbarazzante "X-Men 3 - The last Stand", regia di Brett Ratner), confeziona un film che a malapena raggiunge la sufficienza. Superman, infatti, non emoziona, e neppure diverte, nemmeno un po'. Colpa, in parte, di chi al mitico supereroe Dc Comics presta volto e muscoli (il semisconosciuto Brandon Routh, anche se va detto che non era certo più noto di lui Hugh Jackman-Wolwerine, eppure la differenza tra i due c'è, eccome!), colpa anche di una giovanissima e insopportabile Lois Lane (che chissà come, oltre a non sbagliare mai un colpo, riesce persino a riportare a galla, a forza di braccia, un uomo che sta annegando in mare e che, più o meno, è alto quasi due metri e pesa un centinaio di chili! Siamo al cinema, è vero, ma non esageriamo!), colpa di un Kevin Spacey-Lex Lutor indiscutibilmente bravo ma lasciato un po' troppo libero di gigioneggiare (confesso che ho provato un po' di nostalgia ripensando alla coppia Gene Hackman-Richard Pryor degli anni 70-80), ma soprattutto colpa di una storia che non dice niente, ma proprio niente di nuovo rispetto a quanto era già stato detto nei precedenti film su Superman (in special modo nel primo, di cui questo è l'ideale sequel). Beh, ma c'è il figlio di Superman, direte voi. Bene, rispondo, sono d'accordo, c'è. Ma di rimando chiedo, e a che serve? Ci sono un sacco di scene spettacolari, direte ancora. Quella iniziale dell'aereo, replico io, poi nient'altro, o meglio, il resto, compresi l'emersione di una nuova terra e la "riesumazione digitale" di Marlon Brando, è rubricabile sotto l'ipotetica sigla "Effetti speciali d'ordinaria amministrazione". E se non vi basta rincaro la dose segnalandovi quello che non c'è: non c'è Clark Kent, il reporter alter ego di Superman che in tutto il film ha sì e no 10 minuti di battute, non c'è l'ironia che sapeva spandere a piene mani il compianto Christopher Reeves (ricordato e omaggiato nella pellicola, e, non fosse che per questo, un bravo a Singer mi sento di dispensarlo) e non ci sono attori di contorno all'altezza (unica eccezione l'ottima Parker Posey, esilarante braccio destro in gonnella del perfido Lutor). Se mettete insieme tutto questo, forse non vi stupirà troppo sapere che, una volta uscito dal cinema, mi sono congratulato con Lois lane (proprio lei, l'insopportabile), capace di vincere nientemeno che il premio Pulitzer con un articolo significativamente intitolato "Perché il mondo non ha bisogno di Superman"; l'avessi scritto io, l'articolo, avrei soltanto modificato un po' il titolo; il mio sarebbe stato "Perché il cinema non ha bisogno del ritorno di Superman".
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antonello villani
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lunedì 4 settembre 2006
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un supereroe sempre più umano
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E' stato via parecchi anni l'uomo d'acciaio che svolazza sui grattacieli di Metropolis, eppure il suo ritorno è di quelli che non si dimenticano. Bryan Singer, regista con il pallino dei fumetti, dirige in maniera impeccabile il supereroe in calzamaglia che si nasconde dietro l'occhialuto reporter del Daily Planet. Dopo la scomparsa prematura di Christopher Reeve sembrava tramontata l'idea di un nuovo episodio del supereroe DC Comics, ma il phisique du role di Brandon Routh ha fatto cambiare idea alle major americane. Inizio nostalgico con il viaggio su Krypton dopo la scoperta del pianeta natale da parte di alcuni scienziati, ritorno dai genitori adottivi a bordo della solita navicella che brucia il campo di grano: Clark rivede la madre, riprende il lavoro al giornale scoprendo che l'amore della sua vita ha un fidanzato e pure un bambino; Lex Luthor è uscito di prigione ed ha in mente di dominare il mondo grazie alla tecnologia di una civiltà aliena.
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E' stato via parecchi anni l'uomo d'acciaio che svolazza sui grattacieli di Metropolis, eppure il suo ritorno è di quelli che non si dimenticano. Bryan Singer, regista con il pallino dei fumetti, dirige in maniera impeccabile il supereroe in calzamaglia che si nasconde dietro l'occhialuto reporter del Daily Planet. Dopo la scomparsa prematura di Christopher Reeve sembrava tramontata l'idea di un nuovo episodio del supereroe DC Comics, ma il phisique du role di Brandon Routh ha fatto cambiare idea alle major americane. Inizio nostalgico con il viaggio su Krypton dopo la scoperta del pianeta natale da parte di alcuni scienziati, ritorno dai genitori adottivi a bordo della solita navicella che brucia il campo di grano: Clark rivede la madre, riprende il lavoro al giornale scoprendo che l'amore della sua vita ha un fidanzato e pure un bambino; Lex Luthor è uscito di prigione ed ha in mente di dominare il mondo grazie alla tecnologia di una civiltà aliena. Singer mostra il volto dell'eroe mettendo a nudo i sentimenti di un uomo venuto da un'altra Galassia, si affida ai lunghi intermezzi amorosi per confezionare una love story coi fiocchi, mentre le gigionate di Kevin Spacey illuminano i momenti di stanca del film. Sì, perchè due ore e mezzo sono tante anche per un supereroe e non sempre il ritmo è quello da striscia di fumetto: azione ritardata tranne in alcuni momenti da brivido -spettacolare la lunga scena dell'aereo che precipita; inquietante la nave tranciata in due che affonda nell'oceano-, il regista di "X-Men" preferisce una caratterizzazione dei personaggi più profonda rispetto agli episodi precedenti lasciando ai sentimenti l'ultima parola. Fotografia crepuscolare e tanto pathos, "Superman Returns" è un fantasy dai tanti pregi e pochi difetti, un fumettone che accontenterà i patiti della DC Comics e farà la gioia dei sentimentali dalla lacrima facile. Gli attori sono memorabili: Brandon Routh, ragazzone dal ciuffo ribelle, è a dir poco perfetto nella parte del protagonista in calzamaglia e mantello; Kate Bosworth, la bella Lois Lane con Premio Pulitzer in tasca, è la collega che freme di passione per l'eroe senza macchia e senza paura; James Marsden, mutante già diretto da Singer in "X-Men", è offuscato da uno straordinario Kevin Spacey che si crogiola nelle smorfie e battute da teatrante navigato. In tanta magia la tecnologia ha permesso di portare a nuova vita anche lo scomparso Marlon Brando che riappare sullo schermo grazie a vecchi spezzoni rimaneggiati. I figli diventano padri ed i padri diventano figli, con questa frase si apre il film di Singer ma la storia si ripete proprio quando il supereroe scopre di avere un figlio con poteri straordinari... Se le case di produzione stanno già pensando ad un'altra avventura, a noi non resta che augurarci un veloce ritorno. Prossimamente su questi schermi.
Antonello Villani
(Salerno)
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