dian71cinema
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martedì 25 gennaio 2011
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film gradevole .. ottima l'ambientazione
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UN FILM DISCRETO NEL COMPLESSO CON UNA INTERPRETAZIONE INTERESSANTE SOPRATTUTTO DELLE INSEGNANTI E DELLA DIRETTRICE DI QUESTO AUSTERO COLLEGIO.. LA TRAMA E' SURREALE E SI CADE NEL PARANORMALE, MA SENZA ESAGERARE NELL'ASSURDO.. I RICHIAMI STORICI SONO SUGGESTIVI... IL PUNTO FORTE DEL FILM E' L'OTTIMA AMBIENTAZIONE E GLI EFFETTI SPECIALI.. SIMPATICO IL SUGGERIMENTO DEL REGISTA NELLA PARTE INIZIALE DEL FILM DOVE L'ELEMENTO NATURA LA FA DA PROTAGONISTA.. IL LATO DEBOLE STA NEL RITMO CHE OGNI TANTO VA A SINGHIOZZI, SPEZZANDO UN PO' LA TENSIONE, CHE IN OGNI CASO E' PRESENTE SEPPUR CONTENUTA PERMETTENDO LA VISIONE ANCHE A STOMACI NON PROPRIO DI PRIMO PELO.
VOTO COMPLESSIVO 7
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elgatoloco
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giovedì 23 agosto 2018
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the woods, yes...
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"THe Woods"(2006, Lucky Mc Kee, scritto da David Ross)dove "wood" vale=legno, ma per sineddoche anche"bosco", da cui il titolo italian style"Il mistero del bosco", ma è al plurale, dunque i boschi, ma anche i legni, nel senso dei rami che avvinghiano tutto, nell'ekpurosis finale, quando il disastro si avventa su ogni realtà, oltre ogni illusoria liberazione. Non è tanto questione(anche, certo)di streghe, anche perché là un film di tre decenni prima("Suspiria"di Dario Argento)darebbe"la birra" a tutti/e, ma proprio della dimensione primigenia, dell'elementale "legno"che nella culture antiche orientali e africane è presente insieme ad acqua, aria, fuoco, terra, mentre nelle culture greco-occidentali, vista forse la sua scarsità, non è recepito.
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"THe Woods"(2006, Lucky Mc Kee, scritto da David Ross)dove "wood" vale=legno, ma per sineddoche anche"bosco", da cui il titolo italian style"Il mistero del bosco", ma è al plurale, dunque i boschi, ma anche i legni, nel senso dei rami che avvinghiano tutto, nell'ekpurosis finale, quando il disastro si avventa su ogni realtà, oltre ogni illusoria liberazione. Non è tanto questione(anche, certo)di streghe, anche perché là un film di tre decenni prima("Suspiria"di Dario Argento)darebbe"la birra" a tutti/e, ma proprio della dimensione primigenia, dell'elementale "legno"che nella culture antiche orientali e africane è presente insieme ad acqua, aria, fuoco, terra, mentre nelle culture greco-occidentali, vista forse la sua scarsità, non è recepito. Che poi la vicenda del 1965(dove comunque il film è ben situato nell'epoca, con tanto di scenografia adatta e di relative musichette di quell'anno, oltremodo cantabili e potenzialmente ballabili)della"Falburn Academy"sia vera e resa perfettamente importa ben poco, mentre importa certamente il contesto, ossia il simbolo forte che legno-bosco implicano, con tutta la resistenza forte alla durezza che si crea, ma anche l'attrazione"calamitante"che il simbolo porta con sé. Film horror sì, ma che non si limita a "fare paura", volendo esprimere qualcosa, beninteso nella polisemia del simbolo. Agnes Brucker e altre(i interpreti sono oltremodo convincenti, anche se , francamente, qualche elemento in più(senza troppe indicazioni troppo precise)non avrebbe guastato, anzi... El Gato
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gianleo67
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venerdì 14 aprile 2017
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mater suspiriorum...in trasferta nel new england
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In rotta con la madre e con un padre imbelle succube della consorte, la giovane Heather Fasulo è un'adolescente ribelle che viene spedita in un remoto e prestigioso collegio femminile isolato tra i boschi del New England e retto da un corpo docenti di eccentriche e balzane signore di mezz'età con a capo l'ineffabile Signora Traverse. Vessata dalle angherie di un'arrogante e spregiudicata compagna di scuola e turbata dalle misteriose sparizioni di alcune allieve particolarmente dotate, la ragazza scoprirà a sue spese qual'è il fondo di verità che si cela nelle tenebrose leggende che ammantano quella istituzione ed i boschi che le stanno intorno.
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In rotta con la madre e con un padre imbelle succube della consorte, la giovane Heather Fasulo è un'adolescente ribelle che viene spedita in un remoto e prestigioso collegio femminile isolato tra i boschi del New England e retto da un corpo docenti di eccentriche e balzane signore di mezz'età con a capo l'ineffabile Signora Traverse. Vessata dalle angherie di un'arrogante e spregiudicata compagna di scuola e turbata dalle misteriose sparizioni di alcune allieve particolarmente dotate, la ragazza scoprirà a sue spese qual'è il fondo di verità che si cela nelle tenebrose leggende che ammantano quella istituzione ed i boschi che le stanno intorno.
Già alle prese con l'omaggio all'horror nostrano nel culto cinefilo del protagonista maschile della sua opera d'esordio, il giovane Lucky McKee pensa bene di mettere in scena un remake apocrifo dell'argentiano Suspiria con questo teen-horror di ambientazione collegiale che piazza a bella posta un edificio gotico nel cuore selvaggio del New England ed intreccia le vaghe suggestioni vegetali di arcani riti misterici esercitati dall'ambiguo consesso di una antica società matriarcale (The Guardian - 1990). Niente di più lontano (geograficamente e cinematograficamente) dal fascino mitteleuropeo del Grang Guignol e dai virtuosismi policromi del regista romano, questo thriller sovrannaturale ricalca i soliti stereotipi delle fisime generazionali del cinema yankee presentandoci la figura di una giovin ribelle dal musetto grazioso chiamata (è proprio il caso di dirlo, visto il sottofondo di voci d'ambiente che si sovrappone ai dialoghi principali, come nel già citato modello Made in Italy) ad affrancare una congrega di adoratrici del Demonio dalla loro prigionia silvestre ma che finisce inevitabilmente col porle fine. Thriller dalla struttura narrativa e da una detection del fantastico un pò confuse e frammentarie (le motivazioni vengono pure spiegate a metà film con un lungo flashback-antefatto ma fino all'ultimo non si capisce bene cosa diavolo vogliano dalle allieve le vetuste meretrici di Belzebù), cerca una sua personale impronta d'ambiente nelle romantiche melodie sixties del 'caschetto d'oro' d'America Leslie Gore (Young and Foolish e You Don't Own Me su tutte) che parlano di ribellione e women's pride, alleggerendo i toni di un racconto sempre in bilico tra minacce incombenti e schermaglie adolescenziali. Dai già citati bisbiglii del sonoro all'open space di una camerata di brande per la notte, dall'eroina ribelle in cerca di riscatto (dall'ingombrante figura materna) ai macabri sabba di un austero staff scolastico (pure la tuttofare col tic che è tutto un programma) le citazioni argentiane reclamano vendetta o sobillano rivalse legali, salvo risolversi nel solito finale a lieto fine dove un truce e imbolsito Bruce Campbell ridotto all'impotenza assiste alla rivalsa della figlia, che si affranca dalle accademiche megere a colpi d'accetta. Un pò sprecato l'innato fascino sibillino della Clarkson mentre la bella a attonita Agnes Bruckner ha una faccia da schiaffi di rara indisponenza. Se è vero che il Diavolo fa le pentole ma non i coperchi, non sempre le sue donne ne sanno una in più di lui?
H: Samatha...
S: Si Heater...
H: Fammi un favore. Punta quei capezzoli verso Sud e fatti un giro. Sto cercando di mangiare.
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