solok
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domenica 9 maggio 2004
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un film scomodo (e bello)
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E' la storia del viaggio di 4 personaggi ll'interno della guerra in kosovo, 2 giornalisti dall'etica opposta e due vittimedella guerra, una ragazza ed un traduttore. Nel corso del viaggio tutti loro saranno vittime e artefici di finzioni e bugie. Grande colpo di scena finale. Ho visto il film ieri sera. Sicuramente è un film interessantissimo e al di sopra della media della produzione italiana.E' un film che partendo da una situazione di guerra fa una riflessione sul raportto tra realtà e finzione nella società dell'informazione molto raffinata e in linea con i (brutti) tempi.
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michele p.
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domenica 9 maggio 2004
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che cos'è la verità?
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Nema Problema è uno di quei film che riesce a coniugare due elementi solitamente inconciliabili: ritmo e riflessione. La guerra in Bosnia permette al regista di sviluppare una riflessione più ampia sulle guerre e sulle sue vittime, prima fra tutte la verità. La violenza delle armi rimane sullo sfondo, a colpire nel profondo lo spettatore è la violenza quotidiana di un territorio lacerato, il crollo delle relazioni fra umani, la rassegnazione ad un destino di legami imposti dalla legge della sopravvivenza e da quella del più forte. In questo scenario, cupo e crudamente realista, si snoda la vicenda di colui che per definizione dovrebbe adempiere al compito di far conoscere al resto del mondo questa realtà: il giornalista.
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Nema Problema è uno di quei film che riesce a coniugare due elementi solitamente inconciliabili: ritmo e riflessione. La guerra in Bosnia permette al regista di sviluppare una riflessione più ampia sulle guerre e sulle sue vittime, prima fra tutte la verità. La violenza delle armi rimane sullo sfondo, a colpire nel profondo lo spettatore è la violenza quotidiana di un territorio lacerato, il crollo delle relazioni fra umani, la rassegnazione ad un destino di legami imposti dalla legge della sopravvivenza e da quella del più forte. In questo scenario, cupo e crudamente realista, si snoda la vicenda di colui che per definizione dovrebbe adempiere al compito di far conoscere al resto del mondo questa realtà: il giornalista. Come in un romanzo di Pirandello, però, nessuno può sottrarsi al gioco della continua autorappresentazione ed anche il giornalista, ossessionato dal bisogno di fare notizia e di aggiudicarsi lo scoop migliore, finisce per essere complice ed anzi protagonista in prima persona di quelle mistificazioni e di quelle bugie che si rivelano essere fra le prime protagoniste di ogni guerra. Un'opera prima dura ed avvincente che ha il coraggio della denuncia e che fa ben sperare per il futuro del giovane cinema italiano.
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