alberto
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mercoledì 1 novembre 2017
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uno dei film più inutili e noiosi mai visti
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E'capitato a tutti nella vita di prendere delle fregature perché si era stati attratti da un qualcosa di accattivante. Questo film é l'esempio chiaro di quello che può avvenire anche quando si va al cinema. Dopo pochi minuti di visione ci si accorge di essere caduti in un tranello, ci si sforza per rimanere seduti fino alla fine del primo tempo, quando finalmente riaccese le luci si ritorna di nuovo in un ambiente reale. All'inizio del secondo tempo poi si spera che finalmente il film trasmetta qualche informazione o emozione, ma la noia fa da padrone fino alla fine. Il tutto si svolge in una tenda della Mongolia, con quattro abitanti del luogo "affittati" per questo ruolo insieme ad un paio di cammelli.
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E'capitato a tutti nella vita di prendere delle fregature perché si era stati attratti da un qualcosa di accattivante. Questo film é l'esempio chiaro di quello che può avvenire anche quando si va al cinema. Dopo pochi minuti di visione ci si accorge di essere caduti in un tranello, ci si sforza per rimanere seduti fino alla fine del primo tempo, quando finalmente riaccese le luci si ritorna di nuovo in un ambiente reale. All'inizio del secondo tempo poi si spera che finalmente il film trasmetta qualche informazione o emozione, ma la noia fa da padrone fino alla fine. Il tutto si svolge in una tenda della Mongolia, con quattro abitanti del luogo "affittati" per questo ruolo insieme ad un paio di cammelli. L'ultima inquadratura mostra l'occhio del cammello mentre la voce fuori campo ci spiega che sta piangendo. L'unica cosa reale probabilmente é il televisore cha hanno comprato la famiglia nella tenda alla fine del film, frutto del compenso per le loro prestazioni da pseudo attori. Se facessimo anche un calcolo del costo dell'opera ci accorgeremmo che il valore maggiore sono i due cammelli, seguiti dal prezzo del televisore che arriva nella tenda alla fine del film.
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alberto
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mercoledì 1 novembre 2017
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uno dei film più inutili e noiosi mai visti
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E'capitato a tutti nella vita di prendere delle fregature perché si era stati attratti da un qualcosa di accattivante. Questo film é l'esempio chiaro di quello che può avvenire anche quando si va al cinema. Dopo pochi minuti di visione ci si accorge di essere caduti in un tranello, ci si sforza per rimanere seduti fino alla fine del primo tempo, quando finalmente riaccese le luci si ritorna di nuovo in un ambiente reale. All'inizio del secondo tempo poi si spera che finalmente il film trasmetta qualche informazione o emozione, ma la noia fa da padrone fino alla fine. Il tutto si svolge in una tenda della Mongolia, con quattro abitanti del luogo "affittati" per questo ruolo insieme ad un paio di cammelli.
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E'capitato a tutti nella vita di prendere delle fregature perché si era stati attratti da un qualcosa di accattivante. Questo film é l'esempio chiaro di quello che può avvenire anche quando si va al cinema. Dopo pochi minuti di visione ci si accorge di essere caduti in un tranello, ci si sforza per rimanere seduti fino alla fine del primo tempo, quando finalmente riaccese le luci si ritorna di nuovo in un ambiente reale. All'inizio del secondo tempo poi si spera che finalmente il film trasmetta qualche informazione o emozione, ma la noia fa da padrone fino alla fine. Il tutto si svolge in una tenda della Mongolia, con quattro abitanti del luogo "affittati" per questo ruolo insieme ad un paio di cammelli. L'ultima inquadratura mostra l'occhio del cammello mentre la voce fuori campo ci spiega che sta piangendo. L'unica cosa reale probabilmente é il televisore cha hanno comprato la famiglia nella tenda alla fine del film, frutto del compenso per le loro prestazioni da pseudo attori. Se facessimo anche un calcolo del costo dell'opera ci accorgeremmo che il valore maggiore sono i due cammelli, seguiti dal prezzo del televisore che arriva nella tenda alla fine del film.
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gaerys
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sabato 5 maggio 2012
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perché kids+16?
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Ciao a tutti, non ho visto il film ma mi attira molto. Vista la storia pensavo di poterlo mostrare anche a mia figlia che ha 13 anni, ma vedo che c'è l'indicazione kids+16. Qualcuno gentilmente mi può spiegare a cosa è dovuta e se è effettivamente meglio che non lo proponga a mia figlia? Grazie!
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gigi
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lunedì 15 dicembre 2008
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meraviglioso
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Un capolavoro che vale la pena di essere visto, senza dubbio, ricco di intensa poesia e che scioglie il cuore
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tritacarne automatico
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lunedì 2 aprile 2007
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e' il cammello che piange, non l'uomo.
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Ebbene sì, era ancora il 2003 quando due diplomandi, un italiano e una mongola, concessero questa piccola perla ai cinefili occidentali, ormai nauseati dalla colossale Hollywood, il "mostro" che non si ricicla. Periodo buono per commuovere "gli spettatori che contano", dunque.
Escludendo qualche ripresa un po' azzardata e qualche altro particolare meramente tecnico, siamo di fronte ad un prodotto quantomeno convincente. Considerandolo un documentario, un semplice documentario sulle tradizioni mongole più antiche, i fatti narrati non sono altro che il rifacimento davanti all'obbiettivo della vita nomade; una vita fresca e pura, ossigeno per l'occidente. Fermiamoci qui. Non è neccessario tentare di individuarci un affresco globale della concezione della vita (checché fosse nelle intenzioni dei registi).
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Ebbene sì, era ancora il 2003 quando due diplomandi, un italiano e una mongola, concessero questa piccola perla ai cinefili occidentali, ormai nauseati dalla colossale Hollywood, il "mostro" che non si ricicla. Periodo buono per commuovere "gli spettatori che contano", dunque.
Escludendo qualche ripresa un po' azzardata e qualche altro particolare meramente tecnico, siamo di fronte ad un prodotto quantomeno convincente. Considerandolo un documentario, un semplice documentario sulle tradizioni mongole più antiche, i fatti narrati non sono altro che il rifacimento davanti all'obbiettivo della vita nomade; una vita fresca e pura, ossigeno per l'occidente. Fermiamoci qui. Non è neccessario tentare di individuarci un affresco globale della concezione della vita (checché fosse nelle intenzioni dei registi). Si scadrebbe nell'immaturità artistica, nella goffa strumentalizzazione. E' il cammello nella steppa che piange. Non l'uomo.
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tritacarne automatico
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lunedì 2 aprile 2007
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e' il cammello che piange, non l'uomo.
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Ebbene sì, era ancora il 2003 quando due diplomandi, un italiano e una mongola, concessero questa piccola perla ai cinefili occidentali, ormai nauseati dalla colossale Hollywood, il "mostro" che non si ricicla. Periodo buono per commuovere "gli spettatori che contano", dunque.
Escludendo qualche ripresa un po' azzardata e qualche altro particolare meramente tecnico, siamo di fronte ad un prodotto quantomeno convincente.
La "strumentalizzazione" dei camelli, il loro utilizzo per scopi terzi, accennato dal Morandini nel dizionario, è una grana parzialmente evitata. Se però la iscriviamo nella realtà, lo scenario cambia. Mi spiego: considerandolo un documentario, un semplice documentario sulle tradizioni mongole più antiche, i fatti narrati non sono altro che il rifacimento davanti all'obbiettivo della vita nomade; una vita fresca e pura, ossigeno per l'occidente.
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Ebbene sì, era ancora il 2003 quando due diplomandi, un italiano e una mongola, concessero questa piccola perla ai cinefili occidentali, ormai nauseati dalla colossale Hollywood, il "mostro" che non si ricicla. Periodo buono per commuovere "gli spettatori che contano", dunque.
Escludendo qualche ripresa un po' azzardata e qualche altro particolare meramente tecnico, siamo di fronte ad un prodotto quantomeno convincente.
La "strumentalizzazione" dei camelli, il loro utilizzo per scopi terzi, accennato dal Morandini nel dizionario, è una grana parzialmente evitata. Se però la iscriviamo nella realtà, lo scenario cambia. Mi spiego: considerandolo un documentario, un semplice documentario sulle tradizioni mongole più antiche, i fatti narrati non sono altro che il rifacimento davanti all'obbiettivo della vita nomade; una vita fresca e pura, ossigeno per l'occidente. Fermiamoci qui. Non è neccessario tentare di individuarci un affresco globale del rapporto madre-figlio, o della concezione della vita (checché fosse nelle intenzioni dei registi). Si scadrebbe nell'immaturità artistica, nella goffa strumentalizzazione. E' il cammello nella steppa che piange. Non l'uomo.
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dersu.u
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venerdì 7 luglio 2006
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musica e silenzi
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Di questo film ho apprezzato tanto i pieni (musiche, canti, bellissime voci non doppiate, i versi dei cammelli, il soffio del vento, il belare delle pecore e specialmente degli agnellini) quanto i vuoti (la distesa di sabbia del deserto, la rarità degli scambi verbali tra umani, i profili delle montagne innevate sullo sfondo). Il fascino del film, oltre che nella semplice ma felicissima storia di fondo, sta proprio nel musicale alternarsi di musica e silenzi, pieni e vuoti appunto. Le immagini sono pure, i primi piani (vedi la sequenza del parto e gli innumerevoli primi piani dei cammelli) rivelano una realtà viva, di gioia o di dolore, senza mai indulgere alla oleografia.
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gianluca
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venerdì 14 ottobre 2005
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placida serenità
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Antidoto alle frenesie moderne.A tutti verrà la voglia di passare una fine settimana nella steppa e perdersi nel nulla.Semplice e ben fatto.
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