fabio57
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venerdì 15 gennaio 2016
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non tra i migliori di argento
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Il giudizio del critico è troppo severo,il film non è completamente da bocciare,ma certo siamo lontani anni luce dal migliore Argento,quello per intenderci della cosiddetta trilogia degli animali,tuttavia qualche brivido riesce a suscitarlo.Come tutti i grandi registi e autori anche Argento attraversa qui un periodo non felice della sua peraltro dignitosissima carriera.Il punto è che la vena a volte si esaurisce e quando questo succede,bisognerebbe avvedersene e rinunciare a progetti troppo ambiziosi.Altri film a seguire del nostro, sono stati dei veri e propri flop,vedi il Fantasma dell'opera" e allora forse è il caso che Argento si dedichi ad altro.
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phoenix000
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venerdì 14 agosto 2015
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trama ridicola
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Bastava un po' più di impegno per realizzare un buon film sul poker. Invece regna la superficialità. Partite a Poker on line ridicole; non si capisce se l'assassino, che gioca sempre per secondo, veda anche le carte dell'altro. Sembra si giocgi a carte scoperte. Poi il motivo per cui "Il cartaio" uccide? L'amore per la poliziotta? E la scena finale sulla rotaia! Assurda. A parte la piattezza generale e l'insensatezza di tanti altri dettagli.
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bastardisenzacinema
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domenica 19 aprile 2015
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sottovalutato e massacrato!
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Film del 2004, Il Cartaio è una opera decisamente anomala nel panorama del maestro del brivido Dario Argento.
Il film segue la sfida tra un killer, detto appunto " Il Cartaio " e la polizia di Roma, tramite una chat videopoker e che mette in gioco la vita delle sue vittime.
Il film è considerato il peggiore della cinematografia del cineasta romano, erroneamente secondo il mio modesto parere.
Non lo vidi nelle sale quando uscì, ma l'ho recuperato recentemente aspettandomi, date le critiche, una pessima opera, e devo confessare di essere rimasto sorpreso dal film, che mi ha divertito e, in alcuni istanti, fatto trattenere il fiato.
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Film del 2004, Il Cartaio è una opera decisamente anomala nel panorama del maestro del brivido Dario Argento.
Il film segue la sfida tra un killer, detto appunto " Il Cartaio " e la polizia di Roma, tramite una chat videopoker e che mette in gioco la vita delle sue vittime.
Il film è considerato il peggiore della cinematografia del cineasta romano, erroneamente secondo il mio modesto parere.
Non lo vidi nelle sale quando uscì, ma l'ho recuperato recentemente aspettandomi, date le critiche, una pessima opera, e devo confessare di essere rimasto sorpreso dal film, che mi ha divertito e, in alcuni istanti, fatto trattenere il fiato.
Non solo, credo che il film abbia in qualche maniera influenzato lo stile di molti registi che oggi si stanno affacciando nel panorama cinematografico, soprattutto in America.
Il digitale, la fotografia, lo stile di regia, che risente dei canoni argentiani, l'uso della messa a fuoco, ci presentano un film moderno, poco italiano nella regia, ma sempre argentiano.
Guanti neri immancabili, armi da taglio e incursioni nello slasher.
Il Cartaio non è un capolavoro, d'altro canto un film è denominato come tale per la sua unicità e magnificenza (Suspiria), tuttavia ritengo eccessivo l'accanimento nei confronti del film che vede protagonisti Stefania Rocca, Silvio Muccino, Claudio Santamaria e Liam Cunningham.
Presenta delle controindicazioni, dei limiti, ciò è vero, però lo collocherei sul livello dei primi film di Argento, quelli della Trilogia degli Animali.
I maggiori difetti coinvolgono il doppiaggio, non sempre convincente, alcune incoerenze nel plot, e le disattenzioni che ci permetterebbero di comprendere l'identità dell'assassino dopo venti minuti di film.
Ad esempio: nella seconda sfida il Cartaio non chatta, cosa che accadeva nella prima e che torna a fare nelle successivo partite. Perché?
Le azioni di Muccino prima di essere ucciso, pur sapendo di aver sconfitto un pericoloso assassino in libertà che potrebbero costargli delle ritorsioni.
Il cannone del Gianicolo, pregio e difetto del film, errore banale dell'assassino che gli costerà caro.
Ma i pregi sono molti.
I volti degli attori sono indovinati, da Cunningham, tipico mastino irlandese e alcolizzato, la Rocca, poliziotta decisa e tormentata da una figura paterna assente in passato, Muccino, scarso nella recitazione, ma azzeccato nel volto di un giovane campione di poker, il medico legale, bizzarro e macchiettistico personaggio, amante del bel canto, il Questore, esperto e severo, eccessivamente autoritario, Santamaria, indovinato nel ruolo del timido e reticente poliziotto innamorato della bella protagonista.
L'unico che non mi convince per associazione volto-ruolo è l'assassino, poco convincente.
Ben girate le scene che mostrano la relazione tra la protagonista e Brennan, come triste la sua morte, girata divinamente.
Qui Argento non indugia particolamente sul sangue, quanto sul punto di vista della vittima che sta perdendo la vita, cosa anomala nel suo cinema.
Belle le partite in videochat, realistiche nell'uso della webcam.
Devo dire che il film mi ha soddisfatto e mi sorprendo nel leggere le critiche che hanno distrutto il film.
Non comprendo il perché.
Sarà una pellicola diversa dai grandi capolavori di Argento, forse anche inferiore, però mi è piaciuta più di Non ho sonno considerato l'ultimo grande film del Maestro.
Misteri della critica!
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marco rocket
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giovedì 13 febbraio 2014
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il cartaio
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Ma dire che gli ultimi film di Dario Argento sono brutti è diventata una moda?? Obiettivamente il film non e all'altezza dei suoi stessi film ma io mi aspettavo molto peggio anzi l originalità della trama incuriosisce non poco!!! E la freddezza che criticate tanto la trovo ubriaca punto di forza...c'è di peggio. Daje Dario!!!
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onufrio
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venerdì 30 agosto 2013
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partitina?
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Definire questo film un horror è alquanto esagerato, Il cartaio rientra tra i generi Giallo/Thriller. Ma la sceneggiatura risulta scialba, la scena migliore è quella all'obitorio in cui un medico legale al quanto pazzoide interpretato da Luis Molteni, svela ai due agenti il cadavere della povera ragazza uccisa dal cartaio, cadavere che verrà analizzato con maniacale cura dall'agente dell'ambasciata inglese; senza dubbio la regia è tecnicamente perfetta,alcuni tagli danno un giusto tocco alle scene, ma senza un valido copione non si và da nessuna parte, neanche se ti chiami Dario Argento.
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j.kkkk
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martedì 23 luglio 2013
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buon giallo per argento
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Veramente un bel giallo !! Ricco di suspance e tensione specialmente nel finale dove lo spettatore rimane con il fiato sospeso fino alla fine e nella parte dell'inseguimento a casa della protagonista.E' un giallo ad incastro.La polizia raccoglie una serie di indizi che poi combaciano e danno la soluzione finale.L'idea del videopoker è originale.Da vedere !!!!!
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ciccio benzina
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mercoledì 29 maggio 2013
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rivogliamo dario argento
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Non è' Dario Argento... Un film che non da un minimo di coinvolgimento allo spettatore . La fotografia e' da filmino TV da 4 soldi , gli attori non sono male ma si trovano in una situazione difficile da portare avanti . La regia si vede che c' ma non è' capace di dirigere un film con caratteristiche normali ... Figuriamoci se riesce a seguire lo stile di Argento . Gli omocidi sono come in una parodia di Saw , credo di aver detto tutto .
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mother demon
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sabato 1 dicembre 2012
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un thriller molto piatto!
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A seguito di Nonhosonno, ecco a voi il Cartaio! Un film davvero piatto sotto ogni punto di vista: per la storia, per la regia, per la recitazione e non parliamo del motivo per cui il killer commetteva i delitti... banale! L'uca cosa positiva è che per lo meno non ci sono errori di regia o comunquenon sono presenti errori molto evidenti! Del resto sembra il lavoro di un regista principiante che debutta, non un film del grande Maestro dell'Horror Dario Argento. 2 stelle solo perchè mi sono commosso!
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kronos
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domenica 19 agosto 2012
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gli italiani ridolini che piacciono agli yankees
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Non è la bruttezza del film, in linea con le prestazioni argentiane degli ultimi lustri, ad avermi colpito.
In sintesi si potrebbe definire "Il cartaio" come una brutta Fiction RAI-SET passata per caso nelle sale.
L'aspetto che mi ha toccato è la rappresentazione dell'Italia e degli italiani che il vecchio romano cocainomane ha voluto offrire, si presume per compiacere un pubblico di cariatidi anglo-americane.
L'Italia di Argento è un paese di ridolini, di buffi cantanti lirici che non sanno fare altro che cazzeggiare: siano essi poliziotti piuttosto che patologi piccoli e sovrappeso, sono sempre maldestri e incompetenti.
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Non è la bruttezza del film, in linea con le prestazioni argentiane degli ultimi lustri, ad avermi colpito.
In sintesi si potrebbe definire "Il cartaio" come una brutta Fiction RAI-SET passata per caso nelle sale.
L'aspetto che mi ha toccato è la rappresentazione dell'Italia e degli italiani che il vecchio romano cocainomane ha voluto offrire, si presume per compiacere un pubblico di cariatidi anglo-americane.
L'Italia di Argento è un paese di ridolini, di buffi cantanti lirici che non sanno fare altro che cazzeggiare: siano essi poliziotti piuttosto che patologi piccoli e sovrappeso, sono sempre maldestri e incompetenti.
Il macho della situazione, naturalmente, è straniero: un coglionazzo irlandese mangia-patate che vanta una vaga rassomiglianza con Jean Reno.
Nulla di strano se il regista fosse Woody Allen (vedasi "To Rome with love") o qualche altro vecchio rudere americano cresciuto a pane e "Ladri di biciclette" e rimasto fermo a quell'epoca (forse 'grazie' anche a Berlusconi).
Ma che un italiano ceda così volgarmente all'autostereotipo e non in una merdosa commediola natalizia ma nel contesto d'un Thriller (almeno sulla carta) dice molto sull'Italia di oggi e sull'inesistente autostima collettiva che spegne il paese. Ma se si può accettare che il tipico "uomo della strada" italiano, drogato da anni di autolesionismo mediatico, lecchi il terreno dove passa *lo straniero*, risulta molto più difficile tacere sulle derive cinematografiche, milionarie, di famoso (ex) regista.
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elia ferroli
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domenica 15 luglio 2012
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gli italiani sono tutti esterofili
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Questo il film non è certamente uno dei migliori del maestro del thriller, ma è pursempre una buona pellicola. Un' opera asciutta, che provoca tensione allo spettatore. Buon film
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