giusepon
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sabato 26 marzo 2011
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la bates brilla nell'ultima eclipse
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Di star belle e brave è sempre stato pieno il mondo di Hollywood, di grandi collosal con grandi attrici ancor di più, ma di grandi attrici anche in pellicole meno importanti sono poco riconosciute, o meglio lo erano ancor di più nel passato.Kathy Bates è una di quelle, un attrice che ha fatto delle sua bravura e del suo aspetto non perfetto la carta vincente della sua carriera. L'ultima eclipse è uno dei tanti film tratti da romanzi e racconti di Stephen King, qui lontano dall'elemento paranormale, qui estremamente vicino alla misera storia di una donna appartenente alla gente comune: la cameriera di una ricca signora con tante pretese. Una donna che subisce le angerie e le sberle di un marito sempre sbronzo, che lavoro per assicurare alla figlia un futuro lontano dal lurido posto che ha bruciato la sua vita, subisce fino a quando il marito non comincia a bruciare anche l'innocenza della figlia, a quel punto come suggerisce la sempre perfetta datrice di lavoro vera:"Qualche volta fare la carogna è la sola cosa che resta ad una donna".
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Di star belle e brave è sempre stato pieno il mondo di Hollywood, di grandi collosal con grandi attrici ancor di più, ma di grandi attrici anche in pellicole meno importanti sono poco riconosciute, o meglio lo erano ancor di più nel passato.Kathy Bates è una di quelle, un attrice che ha fatto delle sua bravura e del suo aspetto non perfetto la carta vincente della sua carriera. L'ultima eclipse è uno dei tanti film tratti da romanzi e racconti di Stephen King, qui lontano dall'elemento paranormale, qui estremamente vicino alla misera storia di una donna appartenente alla gente comune: la cameriera di una ricca signora con tante pretese. Una donna che subisce le angerie e le sberle di un marito sempre sbronzo, che lavoro per assicurare alla figlia un futuro lontano dal lurido posto che ha bruciato la sua vita, subisce fino a quando il marito non comincia a bruciare anche l'innocenza della figlia, a quel punto come suggerisce la sempre perfetta datrice di lavoro vera:"Qualche volta fare la carogna è la sola cosa che resta ad una donna". La storia e la sceneggiatura è ottima, la regia ben disposta a farne un film che funzioni, scegliendo la Bates vittoriosa del suo premio Oscar come migliore attrice in "Misery non deve morire" sempre tratto da un romanzo di KIng, punta sul sicuroHackford. Meno convincente la performance recitativa di Jennifer Jason Leigh (forse pretendevo troppo dal personaggio), invece nella parte sta bene Judy Parfitt e con alti e bassi David Strathairn nel ruolo del padre ubriaco; Christopher Plummer ad essere sincero sembra che voglia troppo ricarcare la parte del Tenente Colombo.
Un'ora e mezza di film che scorre abbastanza bene, tutto elegantemente accompagnato dalle musiche composte da Danny Elfman (il genio che ha composto le musiche anche per Edward mani di forbici). In conclusione tornando tra le prima righe della recenzione, ci sono colossal con grandi attrici e grandi attrici per piccoli film ma la Bates sembra che muti in oro qualsiasi personaggio che interpreti, quindi tanto di cappello.
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tizianastanzani
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martedì 11 gennaio 2011
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eccellente psicodramma
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Ecco uno splendido esempio di psicodramma che può arrivare a toccare corde profonde e terribili. Poichè i protagonisti hanno avuto problemi alcolcorrelati, i rapporti tra loro sono estremamente tesi, di conseguenza l'intreccio risulta particolarmente conflittuale. La regia di Hackford è davvero brillante (in certi passaggi, addirittura geniale), per non parlare delle attrici le quali, in alcune inquadrature, raggiungono vertici di fantastica statura artistica. La storia, banale in sé, diventa un periplo formidabile di rapporti, nel quale chi credevamo amico ci è ostico, e viceversa, ma in ultimo, chiarite le premesse e sbloccata la mente di Selena (che non voleva ricordare), la vita potrà cominciare davvero.
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Ecco uno splendido esempio di psicodramma che può arrivare a toccare corde profonde e terribili. Poichè i protagonisti hanno avuto problemi alcolcorrelati, i rapporti tra loro sono estremamente tesi, di conseguenza l'intreccio risulta particolarmente conflittuale. La regia di Hackford è davvero brillante (in certi passaggi, addirittura geniale), per non parlare delle attrici le quali, in alcune inquadrature, raggiungono vertici di fantastica statura artistica. La storia, banale in sé, diventa un periplo formidabile di rapporti, nel quale chi credevamo amico ci è ostico, e viceversa, ma in ultimo, chiarite le premesse e sbloccata la mente di Selena (che non voleva ricordare), la vita potrà cominciare davvero. Una grande, grande Kathy Bates, ma una ancor più grande Jennifer J. Leigh.
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fabal
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venerdì 28 dicembre 2012
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kathy bates: macchina da guerra con il lato umano.
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A cinque anni da "Misery non deve morire", il premio Oscar Kathy Bates torna a dare lustro cinematografico a un romanzo di Stephen King.Lo fa, di nuovo, con la consueta spiazzante energia, ma cambiando notevolmente il registro emotivo.
Dolores Claiborne non è una squilibrata, ma una donna la cui durezza nasce dalla sofferenza. Pur restando una solida macchina da guerra, la Bates non esita a versare qualche lacrima per calarsi in un profondo dramma femminile, all'interno di una tragica stuazione familiare. In questo lato umano la Bates si dimostra doppiamente capace: vediamo una donna che sa anche incassare, subendo tensione e dolori con dignitosa disperazione. Poi c'è la donna che reagisce, con la rabbia e la potenza che (da lei) ci aspettiamo: imprevedibile ma sempre lucida, ben lontana dall'isteria di Annie Wilkes.
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A cinque anni da "Misery non deve morire", il premio Oscar Kathy Bates torna a dare lustro cinematografico a un romanzo di Stephen King.Lo fa, di nuovo, con la consueta spiazzante energia, ma cambiando notevolmente il registro emotivo.
Dolores Claiborne non è una squilibrata, ma una donna la cui durezza nasce dalla sofferenza. Pur restando una solida macchina da guerra, la Bates non esita a versare qualche lacrima per calarsi in un profondo dramma femminile, all'interno di una tragica stuazione familiare. In questo lato umano la Bates si dimostra doppiamente capace: vediamo una donna che sa anche incassare, subendo tensione e dolori con dignitosa disperazione. Poi c'è la donna che reagisce, con la rabbia e la potenza che (da lei) ci aspettiamo: imprevedibile ma sempre lucida, ben lontana dall'isteria di Annie Wilkes. Un ritratto femminile indedito e ammirevole. La Bates si dimostra attrice di sostanza, senza avere una fisicità ammiccante né un visino ingenuo. Il ruolo di Dolores evoca il rimboccarsi le maniche di chi non ha, dalla sua, il vantaggio dell'estetica. Ma, in compenso, molte virtù.
Anche la Leigh non sfigura, cavandosela con un personaggio introverso e poco sorridente, la cui personalità rimane in stand by sino al finale.
La regia di Hackford sembra parafrasare la protagonista: energica e diretta, non perde mai la sua immediatezza avvalendosi di un agile ricorso ai flashback. Solo nel finale si può scorgere qualche esitazione, laddove la crudezza (eccessiva) della vicenda sembra turbare non solo lo spettatore.
Notevole la fotografia e in generale tutta la qualità estetica della pellicola, dall'ambientazione geografica alle atmosfere. Aperte nello spazio ma claustrofobiche per l'animo.
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kiki_91
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mercoledì 4 giugno 2014
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la dolores di king
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Non ricordo la prima volta che ho visto questo film. Ma so che ogni volta che lo riguardo (e l'ho già fatto tante volte) mi tiene incollata allo schermo. E più passa il tempo più lo vedo attuale e viritiero. La Bates non delude certo in questo ruolo: una donna che deve prendere una decisione, una donna tutta d'un pezzo, determinata, dura come l'acciaio. Ma il messaggio fondamentale di tutto quello che si vede sullo schermo passa attraverso un filtro: l'amore. E' questo quello di cui parla il film. Come tutti i sentimenti, l'amore non è contenibile, non è quantificabile, e a volte è irriconoscibile. Si parla dell'universo femminile, di quanto è incerto e sicuro allo stesso tempo.
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Non ricordo la prima volta che ho visto questo film. Ma so che ogni volta che lo riguardo (e l'ho già fatto tante volte) mi tiene incollata allo schermo. E più passa il tempo più lo vedo attuale e viritiero. La Bates non delude certo in questo ruolo: una donna che deve prendere una decisione, una donna tutta d'un pezzo, determinata, dura come l'acciaio. Ma il messaggio fondamentale di tutto quello che si vede sullo schermo passa attraverso un filtro: l'amore. E' questo quello di cui parla il film. Come tutti i sentimenti, l'amore non è contenibile, non è quantificabile, e a volte è irriconoscibile. Si parla dell'universo femminile, di quanto è incerto e sicuro allo stesso tempo. Il versante psicologico può vacillare, ma l'azione no, non ne ha il tempo. E ti ritrovi a dover lottare per decisioni che non hai preso tu.
Stephen King è riuscito a dipingere Dolores molto bene nel suo libro, pur non facendola mai parlare di sè come donna. Quella maledetta fronte liscia di Joe St. George l'ha tratta in inganno un tempo, ma ora la faccenda è cambiata un po' troppo per starsene lì a guardare e a subire. L'amore muta nel tempo, e a volte non ci si ricorda più che sapore aveva: anzi prende un saporaccio amaro che è meglio eliminare per evitare di vomitare.
Decisioni, coraggio, mettere da parte se stesse per qualcosa di più grande e di più importante: non è forse questo che è richiesto ad ognuna di noi?!
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fabio1957
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venerdì 7 agosto 2015
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ottima prova
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Insieme alle "ali della libertà"uno dei migliori fim tratti da S.King.Non è un horror e questo è un bene, perche dal mio punto di vista i migliori lavori di king non sono quelli di genere "soprannaturale".con buona pace dei milioni di estimatori del nostro autore "horror", che sicuramente è il migliore dei contemporanei nel suo campo, ma quando si cimenta nel thriller, come in questo caso, raggiunge vette di grandissima lettteratura.La trasposizione cinematografica è perfettamente riuscita,regalandoci una pellicola indimenticabile con immagini struggenti,vedi l'eclisse,trama avvincente,interpretazione di Bates subblime.
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Insieme alle "ali della libertà"uno dei migliori fim tratti da S.King.Non è un horror e questo è un bene, perche dal mio punto di vista i migliori lavori di king non sono quelli di genere "soprannaturale".con buona pace dei milioni di estimatori del nostro autore "horror", che sicuramente è il migliore dei contemporanei nel suo campo, ma quando si cimenta nel thriller, come in questo caso, raggiunge vette di grandissima lettteratura.La trasposizione cinematografica è perfettamente riuscita,regalandoci una pellicola indimenticabile con immagini struggenti,vedi l'eclisse,trama avvincente,interpretazione di Bates subblime.L'arringa finale della figlia è da antologia.
Da vedere e rivedere
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great steven
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martedì 31 marzo 2020
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una donna d'onore perseguitata dal maschilismo.
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L'ULTIMA ECLISSI (USA, 1995) di TAYLOR HACKFORD. Interpretato da KATHY BATES, JENNIFER JASON LEIGH, CHRISTOPHER PLUMMER, DAVID STRATHAIRN, JUDY PARFITT, JOHN C. REILLY Negli anni ’90, in una cittadina lacustre del Maine, la ricca tenutaria Vera Donovan muore di morte violenta. La polizia, impersonata dall’irriducibile capitano John Mackey, ha immediatamente dei sospetti su Dolores Claiborne, governante tuttofare di Vera. Riemergono a questo punto sospetti sulla sua colpevolezza anche in merito alla morte del consorte violento e alcolizzato che lei odiava. L’uomo, infatti, la maltrattava ogniqualvolta era in preda ad ubriachezza molesta, riversava attenzioni incestuose verso la loro figlia Selena e spendeva per il bere tutti i risparmi accumulati sul conto corrente bancario da Dolores per il futuro di Selena.
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L'ULTIMA ECLISSI (USA, 1995) di TAYLOR HACKFORD. Interpretato da KATHY BATES, JENNIFER JASON LEIGH, CHRISTOPHER PLUMMER, DAVID STRATHAIRN, JUDY PARFITT, JOHN C. REILLY Negli anni ’90, in una cittadina lacustre del Maine, la ricca tenutaria Vera Donovan muore di morte violenta. La polizia, impersonata dall’irriducibile capitano John Mackey, ha immediatamente dei sospetti su Dolores Claiborne, governante tuttofare di Vera. Riemergono a questo punto sospetti sulla sua colpevolezza anche in merito alla morte del consorte violento e alcolizzato che lei odiava. L’uomo, infatti, la maltrattava ogniqualvolta era in preda ad ubriachezza molesta, riversava attenzioni incestuose verso la loro figlia Selena e spendeva per il bere tutti i risparmi accumulati sul conto corrente bancario da Dolores per il futuro di Selena. Oggi costei vive a New York e fa la giornalista; come la madre, è fortemente inacidita e incattivita nei confronti del mondo, ma in più assume in dosi preoccupanti pillole antidepressive, fumo e alcol. Mackey, coadiuvato dall’agente Frank Stamshaw, dà tre giorni di tempo all’ex domestica per trovarsi un legale che la difenda nell’inchiesta che sta per aprirsi sul caso Donovan, forte di una schiacciante testimonianza oculare del presunto delitto. È l’occasione per le due donne di stare qualche giorno assieme e riscoprire quell’affetto che sembrava andato irrimediabilmente perduto: nonostante la caparbietà della figlia a non ascoltare la madre che cerca con tutti i mezzi di dimostrarle la propria innocenza e riportarle alla mente i ricordi di un passato infelice col padre sadico approfittatore, alla fine Selena, ascoltato un nastro dove Dolores le spiega come sono andate in realtà le cose, a costo di svelare d’aver raccontato una menzogna, all’udienza privata che si tiene con lo scopo (per John Mackey) d’incriminare colei che non lo fu all’epoca dell’omicidio di suo marito, prende alla cieca le difese di Dolores togliendo ogni dubbio sulla sua posizione di coscienza pulita. Infatti, in nessuno dei due casi si trattò di assassinio: il marito morì precipitando in un pozzo mentre la inseguiva sbronzo, mentre Vera Donovan si suicidò per non dover sopportare ciò che definiva «il tanfo della vecchiaia». Entrambe possono dunque lasciarsi alle spalle l’accaduto e tornare alla propria vita con la promessa di vedersi più spesso, tanto più che Dolores ha ereditato per testamento dalla sua datrice di lavoro defunta una notevolissima somma. La materia originaria di Stephen King era un romanzo narrato come una cronaca degli avvenimenti attraverso il resoconto accigliato e colorito della stessa protagonista, che conversa con l’ispettore e il suo aiutante rivelando passo per passo l’evoluzione dei fatti per cui viene incriminata. Non capita spesso che la trasposizione cinematografica di un’opera del re del brivido risulti asciugata e di più facile immedesimazione rispetto alla pagina scritta: questo non toglie il merito all’ottimo romanzo, eppure questo thriller riesce a imporre un accento più marcato sul rapporto madre-figlia. Ne esce un film in chiave femminista che, al di là del suo corso narrativo i cui colpi di scena sono in verità qualcosa di molto più sorprendente, si fa ben apprezzare per come approfondisce la personalità dopotutto non complessa, piuttosto richiamante a un ideale di speranza e altruismo, del personaggio principale. L’eroina di questo racconto rivendica per la figlia un affetto con cui vuole sottrarla ad un ambiente soffocante per la suscettibilità di un padre troppo egoista e cattivo affinché trovi la sua strada in un contesto migliore. L’opportunità che hanno ambedue di rivisitare il proprio passato e riconsiderare le loro decisioni si tramuta in una forma di solidarietà femminile che avversa lo sterile virilismo fondato sulla prepotenza domestica e anche co-incarnato da una legge ottusa (il capitano testardo e autoritario di C. Plummer) oltre ogni possibile chiarimento delle reali intenzioni di un individuo. Denso di una scrittura azzeccata per secchezza, arguzia e coinvolgimento, fa dimenticare le saltuarie convenzioni e semplificazioni della sceneggiatura per concentrare l’attenzione del pubblico sulla sua struttura, costituita dal doppio binario passato/presente che gioca prima di tutto su una splendida fotografia che alterna i colori in base al tempo vigente della narrazione. A contribuire all’alta resa è pure l’aspetto scenografico, che mostra un luogo umido e nebbioso per il presente accostandolo a un passato più o meno remoto dove è la luce di tinte vivaci a signoreggiare. Non ultimo il discorso dell’amicizia che lega la padrona alla sua serva: nonostante gli iniziali metodi dispotici della prima, quando la seconda le scoppia a piangere davanti, si instaura un dialogo di reciproca fiducia che le vede unirsi, senza tornaconti o interessi compromettenti, contro la violenza maschile. Personaggi descritti con una psicologia perspicace, fra cui spiccano una portentosa K. Bates dal posato cipiglio e la Jason Leigh, oscurata dalla malagrazia che la tormenta ma non priva del riscatto in extremis. Accoppiata in un terzetto ammirevole con la scansione drammatica a due livelli e le tonalità cromatiche che funzionano nel modo sopracitato, la suggestiva ambientazione nel Maine fa il resto. Il migliore film di un regista impersonale.
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eugen
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lunedì 5 giugno 2023
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notevole trasposizione di stephen king
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"Dolores Claiborne"(Taylor Hackford, dal romanzo omonimo di Stephen King, sceneggiatura di Tony Gilroy, 1995, mentre il romanzo era uscito due anni porima), racconta di una giornliasta di new Rork ma nativa del Maine, che torna al suo paese di nascita in quanto la madre e'incirminata di omocidio della milionaria Vera, che seguiva da anni. In realta' la ragazza aveva"rimosso"tutto quanto era successo, dalle moletise sessuali subite da parte del padre, alcolizzato, dai continui litigi tra lui e la madre Dolores, che non lo aveva ucciso ma era andata vicina all'atto, per punirlo di quanto aveva fatto alla figlia e ancora per il suo comportamento"assurdo", Un detective, lo stesso che all'epoca l'aveva sospsettata di uxoricidio, ora l'accusa di omicidio della donna, ma sara'la stessa ragazza a fornirgli le prove dell'innocenza dlela madre.
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"Dolores Claiborne"(Taylor Hackford, dal romanzo omonimo di Stephen King, sceneggiatura di Tony Gilroy, 1995, mentre il romanzo era uscito due anni porima), racconta di una giornliasta di new Rork ma nativa del Maine, che torna al suo paese di nascita in quanto la madre e'incirminata di omocidio della milionaria Vera, che seguiva da anni. In realta' la ragazza aveva"rimosso"tutto quanto era successo, dalle moletise sessuali subite da parte del padre, alcolizzato, dai continui litigi tra lui e la madre Dolores, che non lo aveva ucciso ma era andata vicina all'atto, per punirlo di quanto aveva fatto alla figlia e ancora per il suo comportamento"assurdo", Un detective, lo stesso che all'epoca l'aveva sospsettata di uxoricidio, ora l'accusa di omicidio della donna, ma sara'la stessa ragazza a fornirgli le prove dell'innocenza dlela madre. Dovendo tornare a New York, la giornalista avra'presumibilmnete superato il trauma subito, essendo in grado di tornare al lavoro e alle relazioni sociali e sentimentlai in una conidizone piu'favorevole, anches se romanzo e film non ce lo dicono, lascinadolo comunque inuire, vista anche l'avvenuta riconciliazione tra madre e figlia, dopo tensioni molto dure... Decisamente una della migliori trasposizioni filmiche delle opere letterarie di King, da sempe(gisutamente(molto geloso di questo tipo di operazioni. Anche il tema dell'eclissi solare, durante la quale gran parte degli eventi si eraano svolti in opassato(la morte del marito, comunque, dopo utto quanto l'aveva"preparata")serve a dare una particolare scelta forografica, che illumina maggiormenete la"realta'"rispetto al presente, Se il film stacca efficacemente le sezioni temorali, non senza "ricongiungerle"poi a livello logico, l0operazone risulta molto efficace nel "filo"narrativo della vicenda, dove e'da rimarcare la straoridnaria interpretazione da parte di Kathy Bates nel ruolo di Dolores, quella di Jennifer Jason Leigh nella parte dlela figlia, ancora di Christopher Pulmmmer come detetive"persecutore", di Daivd Straithaim come marito erilista, di Judy Perfitti quale Vera Donovan, "datrice di lavoro"a tratti terribile verso Dolores , a tratti invece accondiscenete e"complice"rispetto alla comune esperienza di donne. Eugen
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figliounico
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mercoledì 13 marzo 2024
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straordinaria performance della bates
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Un dramma familiare visto dalla prospettiva di Stephen King si trasforma inevitabilmente in un thriller o meglio in un giallo a tinte forti con la soluzione del primo presunto delitto collegata, attraverso gli oscuri meandri dell’inconscio di una delle due protagoniste della storia, interpretate nel film dalla straordinaria Kathy Bates e da Jennifer Jason Leigh, ad un incidente mortale accaduto sull’isola vent’anni prima durane un’eclissi totale, un caso mai completamente risolto almeno per la piccola comunità e soprattutto per lo sceriffo impersonato da Christopher Plummer. Taylor Hackford riesce, grazie soprattutto all’efficacia del montaggio, ad innestare nel plot continui flashback in modo che il presente sfumi lasciando il posto suggestivamente ai vividi ricordi del passato.
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Un dramma familiare visto dalla prospettiva di Stephen King si trasforma inevitabilmente in un thriller o meglio in un giallo a tinte forti con la soluzione del primo presunto delitto collegata, attraverso gli oscuri meandri dell’inconscio di una delle due protagoniste della storia, interpretate nel film dalla straordinaria Kathy Bates e da Jennifer Jason Leigh, ad un incidente mortale accaduto sull’isola vent’anni prima durane un’eclissi totale, un caso mai completamente risolto almeno per la piccola comunità e soprattutto per lo sceriffo impersonato da Christopher Plummer. Taylor Hackford riesce, grazie soprattutto all’efficacia del montaggio, ad innestare nel plot continui flashback in modo che il presente sfumi lasciando il posto suggestivamente ai vividi ricordi del passato. David Strathairn completa il formidabile cast. Bellissima la fotografia di Gabriel Beristáin con gli spettacolari tramonti dai colori fiammeggianti che riflettono la violenza delle passioni che agitano nel profondo l’animo della protagonista.
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