eugen
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venerdì 12 gennaio 2024
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capolavoro assoluto
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Non si dira'mai abastanza bene di questa trasposizione filmica(del 1996)di"Jane Eyre"di Charlotte Bronte",firmata dal Maestro Franco Zeffirelli: a parte la capacita' di essere assolutamente fedee al testo, vi emerge la caacita'zeffirelliana di scenografo, sceneggiatore(qui con Hugh Wthemore), regista(di teatro, teatro d'opera, cinema)di far rivivere un classico con un equilibrio assoluto tra scene tragiche e di vita quotidiana, tra interni ed esterni, tra uce e ombra, dove anche l'inserzione dell0elemento"fantasmatico"(ben presente nella romantica-elisabettiana Bronte")prende la scena in modo non bnaale ne'casuale, ma strettamente aderente a quanto e'nel testo ma con e modalita0tipiche di un linguaggio, quello filmico, "fatalmente"diverso da quello letterario, Da sottolineare la bravura estrema, nella "misura", quei estreamente importante in un film che e'come uno spartito musiclae,dei peotafgonisti Charlotte Gainsbourg e William Hurt, ma anche dai comprimari(delle comprimarie, per dir meglio), da Maria Schenider a Gerladine Chaplin.
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Non si dira'mai abastanza bene di questa trasposizione filmica(del 1996)di"Jane Eyre"di Charlotte Bronte",firmata dal Maestro Franco Zeffirelli: a parte la capacita' di essere assolutamente fedee al testo, vi emerge la caacita'zeffirelliana di scenografo, sceneggiatore(qui con Hugh Wthemore), regista(di teatro, teatro d'opera, cinema)di far rivivere un classico con un equilibrio assoluto tra scene tragiche e di vita quotidiana, tra interni ed esterni, tra uce e ombra, dove anche l'inserzione dell0elemento"fantasmatico"(ben presente nella romantica-elisabettiana Bronte")prende la scena in modo non bnaale ne'casuale, ma strettamente aderente a quanto e'nel testo ma con e modalita0tipiche di un linguaggio, quello filmico, "fatalmente"diverso da quello letterario, Da sottolineare la bravura estrema, nella "misura", quei estreamente importante in un film che e'come uno spartito musiclae,dei peotafgonisti Charlotte Gainsbourg e William Hurt, ma anche dai comprimari(delle comprimarie, per dir meglio), da Maria Schenider a Gerladine Chaplin. Eugen
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eugen
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giovedì 16 febbraio 2023
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classico e sopraffino
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La riduzione filmica del romanzo di Charlotte Bronte"(1847(realizzata nel 1996 da Franco Zeffirelli, che firma anche la sceneggiatura con HUgh Whitemore e'"tradizonale", se vogliamo, "classica", ma come si puo'fare diversamente con un classico(pur se romantico)romanzo delll'Otocento inglese ? sarebbe sciocco aplplicare ctieri di spezzamento surrealista, di improvvido"flusso coscienziale"(anche se questo in realta'c'e', sia nel libro dlela Bronte" sia nel film di Zefirrelli, ma non con le modalita' joyciane o proustiane e in genere novecentesche. La storia di Jane Eyre, ricca orfana abbandonata dalla famiglia dello zio, morto , educata in uno di quei collegi iperseveri dell'epoca, poi istitutrice fin troppo ossequeinete in una famiglia nobile, in una casa nella quale"si sente"(o almeno lei "sente"e comunque l'eziologia del fenomeno e'complessa e non liquidabile in modo unilaterlae)che riceve l'amore e la proposta di matrimonio da parte del lord di casa, ma che, al matrimonio poi si trova di fonte alla realta'per cui il suo sposo e'bigamo, essendo sposato a una donna folle e violenta,( incendiaria).
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La riduzione filmica del romanzo di Charlotte Bronte"(1847(realizzata nel 1996 da Franco Zeffirelli, che firma anche la sceneggiatura con HUgh Whitemore e'"tradizonale", se vogliamo, "classica", ma come si puo'fare diversamente con un classico(pur se romantico)romanzo delll'Otocento inglese ? sarebbe sciocco aplplicare ctieri di spezzamento surrealista, di improvvido"flusso coscienziale"(anche se questo in realta'c'e', sia nel libro dlela Bronte" sia nel film di Zefirrelli, ma non con le modalita' joyciane o proustiane e in genere novecentesche. La storia di Jane Eyre, ricca orfana abbandonata dalla famiglia dello zio, morto , educata in uno di quei collegi iperseveri dell'epoca, poi istitutrice fin troppo ossequeinete in una famiglia nobile, in una casa nella quale"si sente"(o almeno lei "sente"e comunque l'eziologia del fenomeno e'complessa e non liquidabile in modo unilaterlae)che riceve l'amore e la proposta di matrimonio da parte del lord di casa, ma che, al matrimonio poi si trova di fonte alla realta'per cui il suo sposo e'bigamo, essendo sposato a una donna folle e violenta,( incendiaria). Nonostante l'eredita'le sia stata assegnata in peino quale unica erede e che sia stata accolta in casa da un pastore che le"apre il suo cuore", Jane torna dalluomo che ama, trovando il disastro causat dall'icnendio appiccato dalla prima moglie. Rigoroso in tutto, il maestro Zeiffrelli/scrivo poco dopoil suo centesimo compleanno, certo in absentia essendo scomaprso, quando qualcuno ha espresso giudizi irriguardosi quanto sciocchi nei suoi confronti)che e'anche scenografo impeccabile(pur se non firma la scneografia), da' al film un'intensita'drammatica garantita anche dagli inteprreti , dai protagonisti CHarlotte Gainsbourg a William Hurt a tutti(e gli(le altri/e. La classe non e'acqua, come si suol dire, in particoalre a propostio di Fraoco Zeffirellli, pienamente padrone dell'arte totale anche in senso wagnerian, volendo, dato che e'oadrone del dramma, della parola, della tontalit', da grande regista di teatro, opera e cinema. Eugen
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paolp78
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giovedì 28 gennaio 2021
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adattamento poetico e toccante
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Pellicola esemplare del cinema raffinato di Franco Zeffirelli, che anche in questo caso porta sul grande schermo una grande storia, stavolta tratta da un classico della letteratura inglese. Lo stile di Zeffirelli risulta adattissimo all'operazione, che quindi riesce con successo.
Davvero ottima la sceneggiatura, rispettosa dell'opera originale, come sempre nelle pellicole del regista italiano, che segue tale ineccepibile modus operandi come linea guida irrinunciabile. Molto curati e ricercati i dialoghi.
Apprezzabile la descrizione che viene resa del protagonista maschile prima che della sua comparsa in scena; tale scelta narrativa alimenta la curiosità dello spettatore che diviene desideroso di scoprire il personaggio.
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Pellicola esemplare del cinema raffinato di Franco Zeffirelli, che anche in questo caso porta sul grande schermo una grande storia, stavolta tratta da un classico della letteratura inglese. Lo stile di Zeffirelli risulta adattissimo all'operazione, che quindi riesce con successo.
Davvero ottima la sceneggiatura, rispettosa dell'opera originale, come sempre nelle pellicole del regista italiano, che segue tale ineccepibile modus operandi come linea guida irrinunciabile. Molto curati e ricercati i dialoghi.
Apprezzabile la descrizione che viene resa del protagonista maschile prima che della sua comparsa in scena; tale scelta narrativa alimenta la curiosità dello spettatore che diviene desideroso di scoprire il personaggio.
La parte migliore della pellicola è quella sentimentale: al proposito è molto romantica e persino commuovente la dichiarazione tra i due innamorati; altrettanto deve dirsi per il finale.
Ben costruito anche l'effetto mistero che aleggia inquietante sulla storia.
Tra gli interpreti si impongono nettamente i due protagonisti, William Hurt e Charlotte Gainsbourg entrambi autori di performance eccezionalmente intense e capaci di adattarsi in modo molto convincente ai rispettivi personaggi. Tra gli altri interpreti si ricorda la piccola Anna Paquin, attrice bambina già premiata con l'Oscar, qui alla sua seconda interpretazione; la Paquin sebbene particolarmente graziosa non ripete però la fortunata prova che le aveva permesso di riscuotere tanto successo ed apprezzamento al suo esordio. C'è anche la supermodella australiana Elle Macpherson, un po' sacrificata negli abiti ottocenteschi.
Grande cura formale: costumi molto belli; davvero notevoli gli arredi.
Le riprese lasciano un po' a desiderare sul piano tecnico, punto debole del regista italiano di ben nota formazione teatrale.
Ottime musiche.
Tra le pellicole più recenti di Zeffirelli è sicuramente questa quella che personalmente preferisco.
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fabio
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domenica 17 gennaio 2021
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un polpettone ben fatto
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Bella confezione ma modesto negli intenti.
Ne esce fuori un film riduttivo ed accessivamente lento nello sviluppo.
Comunque è un film che sa farsi apprezzare per le qualità degli interpreti e per la suggestiva ambientazione.
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nanobrontolo
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venerdì 6 novembre 2020
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semplicemente stupendo
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Zeffirelli ti fa entrare nello schermo! Per tutta la durata del film vivi con Jane, soffri, speri, ami come lei. Charlotte Bronte ha scritto una bellissima storia figlia del suo tempo e Zeffirelli è stato eccezionale nel coglierne l'essenza per trasferirla perfettamente allo spettatore. Capolavoro!
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luca scialo
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sabato 23 maggio 2020
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il destino avverso di una donna controvento
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Franco Zeffirelli traspone un romanzo di Charlotte Bronte. E sceglie come protagonista proprio una sua quasi omonima: la meravigliosa Charlotte Gainsbourg. Nei panni di Jane Eyre, ragazza a cui fin da bambina il destino è stato avverso. Affidata ad una zia che l'ha fatta sempre sentire esclusa rispetto ai suoi figli, tanto che Jane cresce con un carattere forte, dalla schiena dritta che non si piega. Viene così mandata in un rigido collegio cattolico, dove, dopo varie punizioni, esce a 23 anni con una qualifica di insegnante. Viene così assunta da un aristocratico, il cui castello nasconde però un segreto: è sposato con una donna pazza tenuta nascosta. Che lancia grida, macabre risate e pianti, quasi come fosse un'anima dannata.
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Franco Zeffirelli traspone un romanzo di Charlotte Bronte. E sceglie come protagonista proprio una sua quasi omonima: la meravigliosa Charlotte Gainsbourg. Nei panni di Jane Eyre, ragazza a cui fin da bambina il destino è stato avverso. Affidata ad una zia che l'ha fatta sempre sentire esclusa rispetto ai suoi figli, tanto che Jane cresce con un carattere forte, dalla schiena dritta che non si piega. Viene così mandata in un rigido collegio cattolico, dove, dopo varie punizioni, esce a 23 anni con una qualifica di insegnante. Viene così assunta da un aristocratico, il cui castello nasconde però un segreto: è sposato con una donna pazza tenuta nascosta. Che lancia grida, macabre risate e pianti, quasi come fosse un'anima dannata. L'uomo ha un carattere schivo, duro, non solo per questa situazione ma anche perché la donna che amava aveva avuto una figlia con un altro uomo. Che ha comunque deciso di allevare e sarà proprio a lei che Jane farà da insegnante. Tra Jane e l'uomo scatterà la scintilla, ma il rapporto deve superare diversi ostacoli. Pellicola tipicamente Zeffirelliana. Dall'andamento lento ma raffinato.
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antonello chichiricco
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martedì 9 settembre 2014
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il miglior film di zeffirelli
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Non ho mai creduto nel semplificatorio “categorismo”. Si riesce a essere camionisti e non prepotenti, avvocati e non inciucioni, medici e non disumani, politici… beh, questa è difficile… ma sia pure: politici e non disonesti. E quindi si può essere critici d’arte - nel nostro contesto della Settima Arte di Meliès-Lumière, ovvero dell’ arte cinematografica - e non cervellotici, presuntuosi, criptici o faziosi. A volte però purtroppo è vero. Diverse recensioni degli addetti ai lavori perdono totalmente contatto con ciò che dovrebbero essere e non informano con linguaggio chiaro e obbiettivo il pubblico fornendo del film una propria valutazione ma si avvitano in involutismi lessicali, astrusi panegirici, fuorvianti arrovellamenti tecnicistici, espressioni per iniziati e, non ultimo, indulgono in eccessive esaltazioni o s’accaniscono in stroncature sospette.
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Non ho mai creduto nel semplificatorio “categorismo”. Si riesce a essere camionisti e non prepotenti, avvocati e non inciucioni, medici e non disumani, politici… beh, questa è difficile… ma sia pure: politici e non disonesti. E quindi si può essere critici d’arte - nel nostro contesto della Settima Arte di Meliès-Lumière, ovvero dell’ arte cinematografica - e non cervellotici, presuntuosi, criptici o faziosi. A volte però purtroppo è vero. Diverse recensioni degli addetti ai lavori perdono totalmente contatto con ciò che dovrebbero essere e non informano con linguaggio chiaro e obbiettivo il pubblico fornendo del film una propria valutazione ma si avvitano in involutismi lessicali, astrusi panegirici, fuorvianti arrovellamenti tecnicistici, espressioni per iniziati e, non ultimo, indulgono in eccessive esaltazioni o s’accaniscono in stroncature sospette. Quando capiranno questi signori critici che i film non sono prodotti concepiti a loro esclusivo uso e consumo, per compensare prudori o frustrazioni rimosse, o come strumenti di vendetta o di potere, ma nascono “solo” per raccontare storie alla gente con immagini e dialoghi, per comunicare, emozionare, divulgare, far riflettere. Qualunque genere trattino (drammatici, brillanti, d’impegno civile, d’evasione, ecc.) i film sono opere che senza il pubblico non avrebbero ragione d’essere. Mentre senza i critici cinematografici, esisterebbero eccome!
E veniamo a Jane Eyre, un film tratto da una storia dai riflessi autobiografici. Alcuni passaggi esistenziali della vita dell’autrice dell’omonimo romanzo, Charlotte Brontë, quali l’infanzia tristemente coatta (siamo in epoca vittoriana), il padre con seri problemi alla vista, vari lutti, la sua attività di istruttrice, un amore sofferto, la consapevolezza di non esser bella, sono variamente rappresentati nella vicenda.
La storia di Jane è, nei suoi significati più alti, la storia della titanica millenaria ribellione contro il sistematico annientamento del diverso da parte di quell’umanità altezzosa, vigliacca, reazionaria. Un’umanità ottusa, indurita, protetta e legittimata dalla rassicurante ipocrisia del potere, timorata di un dio evocato a proprio comodo, forte di regole retrive, ataviche superstizioni, un’umanità disumana che schiaccia pulsioni e afflati di emancipazione quando destabilizzano l’ordine precostituito.
Jane è un ragazzina integra, orfana, che si ribella a una famiglia d’adozione bigotta e clericale detestandone il perbenismo puritano, e nell’immancabile punitivo collegio in cui finisce, pur mortificata nel suo ego, riesce ad attutirne le penose conseguenze chiudendosi in un piccolo mondo di complici tenerezze, di autentiche, intense emozioni, in sintonia con pochissime sue simili. Quando affronterà la vita da adulta scegliendo, per rivalsa, di lavorare proprio come istruttrice, troverà sulla sua strada un uomo schivo, controverso, aspro, che nasconde un terribile segreto… In ossequio a chi non l’ha visto non anticipo nulla della trama, tuttavia posso dire che, a mio avviso, Jane Eyre è in assoluto il miglior film di Franco Zeffirelli.
Un regista (dell’uomo Zeffirelli, sprezzante, nevrotico, un bel po’ narciso meglio non parlare) che è stato appassionato organizzatore e direttore artistico di opere liriche rappresentate con successo in tutto il mondo. In questo suo lavoro cinematografico sono ben presenti, non a caso, i classici elementi del melodramma (amore, odio, lutti, espiazioni, inganni, segreti, la stessa l’epoca in cui si svolge la vicenda) ingredienti tutti calati in un’atmosfera livida, brumosa, plumbea, magicamente albionica, ma al contrario dei sempre tragici finali dell’Opera seria questo avvincente racconto conduce a un… ehm… inconsueto epilogo (ho detto che non posso dire niente). Di buon effetto scenografia e commento musicale. Energicamente interpretate e ben scelte le figure degli “educatori” e di grande pregio la recitazione dei due protagonisti: il poliedrico William Hurt (Edward Rochester) e l’intrigante Charlotte Gainsburg, attrice e cantante, figlia d’arte (nei panni di Jane).
Ergo… cos’altro vogliamo chiedere a un buon film di questo genere?
Antonello Chichiricco
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toty bottalla
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giovedì 3 aprile 2014
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affresco essenziale raccontato con stile!
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Una storia raccontata con stile che tuttavia si appiattisce proprio nelle fasi cruciali esaltando poco l'aura misteriosa negli eventi narrativi, ottime, come in quasi tutti i lavori di zeffirelli, le locations e la fotografia, interpretazione indecisa di william hurt, buone quelle di paquin e gainsbourg per jane. Saluti.
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tiziana maruca
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domenica 12 febbraio 2012
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meraviglioso!!!
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NEL MIO PICCOLO DEVO AMMETTERE KE è UN FILM STUPENDO SOTTO OGNI SFACCETTATURA ( SE COSI SI PUò DIRE) L'HO VISTO X LA BELLEZZA DI TRE VOLTE, ED è SEMPRE X ME, COME SE FOSSE LA PRIMA ....MI SENTO RAPITA E COINVOLTA NELLO STESSO TEMPO KE SEGUO IL FILM! ED è PIENO DI EMOZIONI!!! COMPLIMENTI SIA AGLI ATTORI, KE AL REGISTA.
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fulvia-55
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domenica 1 marzo 2009
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un film da non perdere
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Film romantico e misurato al tempo stesso,perfetto da tutti i punti di vista:scenografia,dialoghi,atmosfera.
Zeffirelli dovrebbe dirigere un film avente per oggetto la bellissima novella di Boccaccio "Federigo degli Alberighi".
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