lau
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giovedì 2 agosto 2007
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jane, dolce e strana creatura quasi ultraterrena
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Questo film è bellissimo ed è uno dei pochi film che riescono ad emozionarmi sempre, anche dopo averlo visto quattro e passa volte...L'interpretazione di Charlotte Gainsbourg è magistrale, la dolcezza e l'austerità al tempo stesso di William Hurt sono fedeli al personaggio di Edward Rochester descritto nel libro. Forse manca qualche scena capolavoro del romanzo (ad esempio quando Rochester si traveste da zingara e parla sotto quelle false spoglie a Jane Eyre), ma in sè il film è un piccolo capolavoro.
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(di arnaco)
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manuela
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venerdì 28 luglio 2006
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un festino di bellezza!!!
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Non posso che aggiungere anchio un doveroso plauso ad un film così, bello come pochi... magari sarebbe stato ancora più gradevole con certe scene del libro, che consiglio caldamente, che avrebbero dato anche di stuzzicante al rapporto che si costruisce tra Jane e il signor Rochester come la parte riguardante la veggente, magari qualche flash sul primo matrimonio di rochester...l'unico piccolo cruccio di un film che per il resto ricalca fedelmente e rispettosamente tutti i passaggi della vita di Jane Eyre!con questo film Zeffirelli ha fatto un film di ottima qualità!!E non sarebbe stato così gradevole senza la sentita interpretazione di Charlotte Gainsbourg attrice di cui non conosco molto ma che tuttavia mi ha colpito!Una parte che le calza a pennello!!
William Hurt è un perfetto Signor Edward Rochester Fairfax!!Un personaggio passionale, pratico,molto irruento e dolce,un pò cinico, magnifico.
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Non posso che aggiungere anchio un doveroso plauso ad un film così, bello come pochi... magari sarebbe stato ancora più gradevole con certe scene del libro, che consiglio caldamente, che avrebbero dato anche di stuzzicante al rapporto che si costruisce tra Jane e il signor Rochester come la parte riguardante la veggente, magari qualche flash sul primo matrimonio di rochester...l'unico piccolo cruccio di un film che per il resto ricalca fedelmente e rispettosamente tutti i passaggi della vita di Jane Eyre!con questo film Zeffirelli ha fatto un film di ottima qualità!!E non sarebbe stato così gradevole senza la sentita interpretazione di Charlotte Gainsbourg attrice di cui non conosco molto ma che tuttavia mi ha colpito!Una parte che le calza a pennello!!
William Hurt è un perfetto Signor Edward Rochester Fairfax!!Un personaggio passionale, pratico,molto irruento e dolce,un pò cinico, magnifico.Tutto il cast si è rivelato perfetto per questo film meraviglioso!!
Fidatevi e da guardare!!
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veronica peragine
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venerdì 27 giugno 2008
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jane eyre
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Tratto dall'omonimo romanzo di Charlott Bronte, una più che riuscita trasposizione cinematografica di una vicenda che ha conquistato e commosso generazioni di lettori.
La vicenda narra di un'orfana, Jane Eyre, che vive in casa di sua zia Reed, cognata della defunta madre di Jane.
Zia Reed decide di spedirla nel convitto di Lowood, una scuola di carità religiosa, dove le ragazze vivono in una situazione di degrado ed abbandono.
Qui Jane stringe amicizia con Ellen, sua unica vera amica assieme all'insegnante Miss Temple. Ellen morirà però di tisi poco tempo dopo, lasciandola sola (scena davvero straziante). Passano 10 anni, Jane abbandona la scuola per diventare istitutrice di Thornfield Hall, la dimora di Mr.
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Tratto dall'omonimo romanzo di Charlott Bronte, una più che riuscita trasposizione cinematografica di una vicenda che ha conquistato e commosso generazioni di lettori.
La vicenda narra di un'orfana, Jane Eyre, che vive in casa di sua zia Reed, cognata della defunta madre di Jane.
Zia Reed decide di spedirla nel convitto di Lowood, una scuola di carità religiosa, dove le ragazze vivono in una situazione di degrado ed abbandono.
Qui Jane stringe amicizia con Ellen, sua unica vera amica assieme all'insegnante Miss Temple. Ellen morirà però di tisi poco tempo dopo, lasciandola sola (scena davvero straziante). Passano 10 anni, Jane abbandona la scuola per diventare istitutrice di Thornfield Hall, la dimora di Mr. Rochester.
Fra i due cresce a poco a poco, una reciproca passione, tanto che, nonostante alcune vicende che lasciavo presagire il contrario, Edward Rochester le chiede la sua mano.
Nel frattempo la zia Reed muore, rivelando che uno zio di Madeira lascerà a lei, Jane, tutte le sue fortune.
Jane ed Edward sono sull'altare, ma la cerimonia verrà interrotta bruscamento da una notizia inaspettata...
Il film è tetro e manieristico al punto giusto, la performance degli attori è buona e credibile (fra l'altro la Gainsbourg assomiglia alla Jane letteraria), non si scade in sentimentalismi mielosi, ma al contrario, una certa suspence aleggia per tutta la durata del film.
Le musiche sono quanto di meglio potesse essere creato per accompagnare scene intense o drammatiche e partecipano al coinvolgimento emotivo dello spettatore.
Nonostante ciò non si può definirlo un film sentimentale, ma piuttosto una biografia, la storia di una vita.
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antonello chichiricco
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martedì 9 settembre 2014
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il miglior film di zeffirelli
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Non ho mai creduto nel semplificatorio “categorismo”. Si riesce a essere camionisti e non prepotenti, avvocati e non inciucioni, medici e non disumani, politici… beh, questa è difficile… ma sia pure: politici e non disonesti. E quindi si può essere critici d’arte - nel nostro contesto della Settima Arte di Meliès-Lumière, ovvero dell’ arte cinematografica - e non cervellotici, presuntuosi, criptici o faziosi. A volte però purtroppo è vero. Diverse recensioni degli addetti ai lavori perdono totalmente contatto con ciò che dovrebbero essere e non informano con linguaggio chiaro e obbiettivo il pubblico fornendo del film una propria valutazione ma si avvitano in involutismi lessicali, astrusi panegirici, fuorvianti arrovellamenti tecnicistici, espressioni per iniziati e, non ultimo, indulgono in eccessive esaltazioni o s’accaniscono in stroncature sospette.
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Non ho mai creduto nel semplificatorio “categorismo”. Si riesce a essere camionisti e non prepotenti, avvocati e non inciucioni, medici e non disumani, politici… beh, questa è difficile… ma sia pure: politici e non disonesti. E quindi si può essere critici d’arte - nel nostro contesto della Settima Arte di Meliès-Lumière, ovvero dell’ arte cinematografica - e non cervellotici, presuntuosi, criptici o faziosi. A volte però purtroppo è vero. Diverse recensioni degli addetti ai lavori perdono totalmente contatto con ciò che dovrebbero essere e non informano con linguaggio chiaro e obbiettivo il pubblico fornendo del film una propria valutazione ma si avvitano in involutismi lessicali, astrusi panegirici, fuorvianti arrovellamenti tecnicistici, espressioni per iniziati e, non ultimo, indulgono in eccessive esaltazioni o s’accaniscono in stroncature sospette. Quando capiranno questi signori critici che i film non sono prodotti concepiti a loro esclusivo uso e consumo, per compensare prudori o frustrazioni rimosse, o come strumenti di vendetta o di potere, ma nascono “solo” per raccontare storie alla gente con immagini e dialoghi, per comunicare, emozionare, divulgare, far riflettere. Qualunque genere trattino (drammatici, brillanti, d’impegno civile, d’evasione, ecc.) i film sono opere che senza il pubblico non avrebbero ragione d’essere. Mentre senza i critici cinematografici, esisterebbero eccome!
E veniamo a Jane Eyre, un film tratto da una storia dai riflessi autobiografici. Alcuni passaggi esistenziali della vita dell’autrice dell’omonimo romanzo, Charlotte Brontë, quali l’infanzia tristemente coatta (siamo in epoca vittoriana), il padre con seri problemi alla vista, vari lutti, la sua attività di istruttrice, un amore sofferto, la consapevolezza di non esser bella, sono variamente rappresentati nella vicenda.
La storia di Jane è, nei suoi significati più alti, la storia della titanica millenaria ribellione contro il sistematico annientamento del diverso da parte di quell’umanità altezzosa, vigliacca, reazionaria. Un’umanità ottusa, indurita, protetta e legittimata dalla rassicurante ipocrisia del potere, timorata di un dio evocato a proprio comodo, forte di regole retrive, ataviche superstizioni, un’umanità disumana che schiaccia pulsioni e afflati di emancipazione quando destabilizzano l’ordine precostituito.
Jane è un ragazzina integra, orfana, che si ribella a una famiglia d’adozione bigotta e clericale detestandone il perbenismo puritano, e nell’immancabile punitivo collegio in cui finisce, pur mortificata nel suo ego, riesce ad attutirne le penose conseguenze chiudendosi in un piccolo mondo di complici tenerezze, di autentiche, intense emozioni, in sintonia con pochissime sue simili. Quando affronterà la vita da adulta scegliendo, per rivalsa, di lavorare proprio come istruttrice, troverà sulla sua strada un uomo schivo, controverso, aspro, che nasconde un terribile segreto… In ossequio a chi non l’ha visto non anticipo nulla della trama, tuttavia posso dire che, a mio avviso, Jane Eyre è in assoluto il miglior film di Franco Zeffirelli.
Un regista (dell’uomo Zeffirelli, sprezzante, nevrotico, un bel po’ narciso meglio non parlare) che è stato appassionato organizzatore e direttore artistico di opere liriche rappresentate con successo in tutto il mondo. In questo suo lavoro cinematografico sono ben presenti, non a caso, i classici elementi del melodramma (amore, odio, lutti, espiazioni, inganni, segreti, la stessa l’epoca in cui si svolge la vicenda) ingredienti tutti calati in un’atmosfera livida, brumosa, plumbea, magicamente albionica, ma al contrario dei sempre tragici finali dell’Opera seria questo avvincente racconto conduce a un… ehm… inconsueto epilogo (ho detto che non posso dire niente). Di buon effetto scenografia e commento musicale. Energicamente interpretate e ben scelte le figure degli “educatori” e di grande pregio la recitazione dei due protagonisti: il poliedrico William Hurt (Edward Rochester) e l’intrigante Charlotte Gainsburg, attrice e cantante, figlia d’arte (nei panni di Jane).
Ergo… cos’altro vogliamo chiedere a un buon film di questo genere?
Antonello Chichiricco
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paolp78
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giovedì 28 gennaio 2021
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adattamento poetico e toccante
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Pellicola esemplare del cinema raffinato di Franco Zeffirelli, che anche in questo caso porta sul grande schermo una grande storia, stavolta tratta da un classico della letteratura inglese. Lo stile di Zeffirelli risulta adattissimo all'operazione, che quindi riesce con successo.
Davvero ottima la sceneggiatura, rispettosa dell'opera originale, come sempre nelle pellicole del regista italiano, che segue tale ineccepibile modus operandi come linea guida irrinunciabile. Molto curati e ricercati i dialoghi.
Apprezzabile la descrizione che viene resa del protagonista maschile prima che della sua comparsa in scena; tale scelta narrativa alimenta la curiosità dello spettatore che diviene desideroso di scoprire il personaggio.
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Pellicola esemplare del cinema raffinato di Franco Zeffirelli, che anche in questo caso porta sul grande schermo una grande storia, stavolta tratta da un classico della letteratura inglese. Lo stile di Zeffirelli risulta adattissimo all'operazione, che quindi riesce con successo.
Davvero ottima la sceneggiatura, rispettosa dell'opera originale, come sempre nelle pellicole del regista italiano, che segue tale ineccepibile modus operandi come linea guida irrinunciabile. Molto curati e ricercati i dialoghi.
Apprezzabile la descrizione che viene resa del protagonista maschile prima che della sua comparsa in scena; tale scelta narrativa alimenta la curiosità dello spettatore che diviene desideroso di scoprire il personaggio.
La parte migliore della pellicola è quella sentimentale: al proposito è molto romantica e persino commuovente la dichiarazione tra i due innamorati; altrettanto deve dirsi per il finale.
Ben costruito anche l'effetto mistero che aleggia inquietante sulla storia.
Tra gli interpreti si impongono nettamente i due protagonisti, William Hurt e Charlotte Gainsbourg entrambi autori di performance eccezionalmente intense e capaci di adattarsi in modo molto convincente ai rispettivi personaggi. Tra gli altri interpreti si ricorda la piccola Anna Paquin, attrice bambina già premiata con l'Oscar, qui alla sua seconda interpretazione; la Paquin sebbene particolarmente graziosa non ripete però la fortunata prova che le aveva permesso di riscuotere tanto successo ed apprezzamento al suo esordio. C'è anche la supermodella australiana Elle Macpherson, un po' sacrificata negli abiti ottocenteschi.
Grande cura formale: costumi molto belli; davvero notevoli gli arredi.
Le riprese lasciano un po' a desiderare sul piano tecnico, punto debole del regista italiano di ben nota formazione teatrale.
Ottime musiche.
Tra le pellicole più recenti di Zeffirelli è sicuramente questa quella che personalmente preferisco.
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eugen
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giovedì 16 febbraio 2023
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classico e sopraffino
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La riduzione filmica del romanzo di Charlotte Bronte"(1847(realizzata nel 1996 da Franco Zeffirelli, che firma anche la sceneggiatura con HUgh Whitemore e'"tradizonale", se vogliamo, "classica", ma come si puo'fare diversamente con un classico(pur se romantico)romanzo delll'Otocento inglese ? sarebbe sciocco aplplicare ctieri di spezzamento surrealista, di improvvido"flusso coscienziale"(anche se questo in realta'c'e', sia nel libro dlela Bronte" sia nel film di Zefirrelli, ma non con le modalita' joyciane o proustiane e in genere novecentesche. La storia di Jane Eyre, ricca orfana abbandonata dalla famiglia dello zio, morto , educata in uno di quei collegi iperseveri dell'epoca, poi istitutrice fin troppo ossequeinete in una famiglia nobile, in una casa nella quale"si sente"(o almeno lei "sente"e comunque l'eziologia del fenomeno e'complessa e non liquidabile in modo unilaterlae)che riceve l'amore e la proposta di matrimonio da parte del lord di casa, ma che, al matrimonio poi si trova di fonte alla realta'per cui il suo sposo e'bigamo, essendo sposato a una donna folle e violenta,( incendiaria).
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La riduzione filmica del romanzo di Charlotte Bronte"(1847(realizzata nel 1996 da Franco Zeffirelli, che firma anche la sceneggiatura con HUgh Whitemore e'"tradizonale", se vogliamo, "classica", ma come si puo'fare diversamente con un classico(pur se romantico)romanzo delll'Otocento inglese ? sarebbe sciocco aplplicare ctieri di spezzamento surrealista, di improvvido"flusso coscienziale"(anche se questo in realta'c'e', sia nel libro dlela Bronte" sia nel film di Zefirrelli, ma non con le modalita' joyciane o proustiane e in genere novecentesche. La storia di Jane Eyre, ricca orfana abbandonata dalla famiglia dello zio, morto , educata in uno di quei collegi iperseveri dell'epoca, poi istitutrice fin troppo ossequeinete in una famiglia nobile, in una casa nella quale"si sente"(o almeno lei "sente"e comunque l'eziologia del fenomeno e'complessa e non liquidabile in modo unilaterlae)che riceve l'amore e la proposta di matrimonio da parte del lord di casa, ma che, al matrimonio poi si trova di fonte alla realta'per cui il suo sposo e'bigamo, essendo sposato a una donna folle e violenta,( incendiaria). Nonostante l'eredita'le sia stata assegnata in peino quale unica erede e che sia stata accolta in casa da un pastore che le"apre il suo cuore", Jane torna dalluomo che ama, trovando il disastro causat dall'icnendio appiccato dalla prima moglie. Rigoroso in tutto, il maestro Zeiffrelli/scrivo poco dopoil suo centesimo compleanno, certo in absentia essendo scomaprso, quando qualcuno ha espresso giudizi irriguardosi quanto sciocchi nei suoi confronti)che e'anche scenografo impeccabile(pur se non firma la scneografia), da' al film un'intensita'drammatica garantita anche dagli inteprreti , dai protagonisti CHarlotte Gainsbourg a William Hurt a tutti(e gli(le altri/e. La classe non e'acqua, come si suol dire, in particoalre a propostio di Fraoco Zeffirellli, pienamente padrone dell'arte totale anche in senso wagnerian, volendo, dato che e'oadrone del dramma, della parola, della tontalit', da grande regista di teatro, opera e cinema. Eugen
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emidio serbelloni
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giovedì 18 gennaio 2007
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un piccolo capolavoro
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Inghilterra sotto il Regno della Regina Vittoria. La piccola Jane Eyre viene adottata da una famiglia di parenti ma il suo peggior difetto, l'ipocrisia, unito alla tendenza innata alla bugia e alla ribellione rende la convivenza insopportabile. La povera zia sarà costretta a rinunciare alle speranze di raddrizzare questa piccola peste e la farà rinchiudere in un collegio gestito da Religiosi. Qui i salutari metodi educativi produrranno finalmente il miracolo: Jane uscirà dalla scuola come signorina costumata e rispettosa.
Secondo tempo, nuovi scenari :la sorte conduce la redenta protagonista in un brumoso castello e dopo varie vicissitudini il lieto fine, il matrimonio col nobiluomo proprietario del maniero.
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Inghilterra sotto il Regno della Regina Vittoria. La piccola Jane Eyre viene adottata da una famiglia di parenti ma il suo peggior difetto, l'ipocrisia, unito alla tendenza innata alla bugia e alla ribellione rende la convivenza insopportabile. La povera zia sarà costretta a rinunciare alle speranze di raddrizzare questa piccola peste e la farà rinchiudere in un collegio gestito da Religiosi. Qui i salutari metodi educativi produrranno finalmente il miracolo: Jane uscirà dalla scuola come signorina costumata e rispettosa.
Secondo tempo, nuovi scenari :la sorte conduce la redenta protagonista in un brumoso castello e dopo varie vicissitudini il lieto fine, il matrimonio col nobiluomo proprietario del maniero.
Bel film, ottimi gli interpreti, suggestiva la fotografia, realistica l'ambientazione. Degna di nota la colonna sonora.
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[+] vergognoso!!!
(di giorgia)
[ - ] vergognoso!!!
[+] ma che film hai visto?!
(di gaiams)
[ - ] ma che film hai visto?!
[+] sono d'accordo con il prof.serbelloni
(di maryann)
[ - ] sono d'accordo con il prof.serbelloni
[+] strabismo
(di colomba)
[ - ] strabismo
[+] ma l' hai letto?
(di ...bimbetta...)
[ - ] ma l' hai letto?
[+] non ci siamo.
(di georgiana90)
[ - ] non ci siamo.
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