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Storie di italiani a Montecarlo: unn assicuratore viene buggerato da un'avvenente donna (come funzionano meravigliosamente bene Villaggio e la Grandi!) che in un sol colpo si libera del marito e incassa un lauto premio assicurativo; un prete in pellegrinaggio viene costretto da una ricca e viziata principessina a interpretare l'uomo che ogni notte la tormenta in sogno; un industrialotto pugliese, per guarire la moglie depressa, la autorizza a tradirlo. L'episodio con Villaggio è il migliore, quello con Pozzetto prete annoia, l'ultimo con Banfi balbetta ma non dispiace. Tanti attori sulla cresta dell'onda e bellezze mozzafiato, uniti a un regista e a sceneggiatori di successo non sono bastati per confezionare un film realmente convincente. Il filone è quello vacanziero, le avventure di stampo boccaccesco, regna incontrastata la farsa tipicamente italiana nelle tre storie che non collidono mai ma che hanno in comune la localizzazione monegasca. Siamo nel 1987 e la commedia all'italiana sta volgendo al termine, siamo sulla scia di "Rimini Rimini" o giù di li, si cerca di far ridere a tutti i costi, ci si riesce solo a volte, gli stereotipi abbondano e tutto appare ovvio, ma in fondo chi guarda (e scrive e produce anche) certi film non pensa agli Oscar e nemmeno a profonde riflessioni. Anzi, spessissimo spegne pure il cervello.
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