mennio
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mercoledì 15 maggio 2019
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pasolini è stato oltraggiato da vivo e da morto
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Pasolini ha subito gli insulti da vivo e l'adulazione da morto, che si rivela ancora più grave perché impedisce di vedere i suoi film deviando il pubblico verso considerazioni falsamente culturali e in realtà sciocche. Per vedere i film di Pasolini non bisogna essere complicati, ma ricodarsi dei sentimenti, degli odori e della filosofia di quando eravamo bambini. Medea subisce la tragica sorte di chi perde d'un colpo il legame col mondo, con la terra, con sè stessa. E' la tragedia di chi non riesce a rendersi conto di come mai le cose così gravide di promesse e di senso diventano una steppa e un rapporto di potere. Superba l'intepretazione della Callas, assolutamente pasoliniana.
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Pasolini ha subito gli insulti da vivo e l'adulazione da morto, che si rivela ancora più grave perché impedisce di vedere i suoi film deviando il pubblico verso considerazioni falsamente culturali e in realtà sciocche. Per vedere i film di Pasolini non bisogna essere complicati, ma ricodarsi dei sentimenti, degli odori e della filosofia di quando eravamo bambini. Medea subisce la tragica sorte di chi perde d'un colpo il legame col mondo, con la terra, con sè stessa. E' la tragedia di chi non riesce a rendersi conto di come mai le cose così gravide di promesse e di senso diventano una steppa e un rapporto di potere. Superba l'intepretazione della Callas, assolutamente pasoliniana. Ci doveva mettere la sua faccia che si tramuta dall'immagine della gaiezza alla maschera terribile della furia e della tragedia inevitabile.
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elgatoloco
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martedì 3 novembre 2015
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geniale trasposione di(da)euripide
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Felicemente infedele alla tragedia euripidea, il film di Pasolini, riflette(per immagini e parole, ma soprattutto per immagini)sul bakgound culturale della"barbara"(per i Greci erano e in parte sono tuttora barbari i Non-Greci)maga-incantatrice-poi infanticida Medea, ma anche sul panteismo naturalistico del centauro Chirone, con il suo discorso sulla natura e la naturalità/innatualità, dove è chiaro anche il riferimento"paidico"nella figura del"pedagogo"Chirone, chiaro ma non inutilmente esibito e/o"strombazzato"... Riflessione, per immagini, anche sulla"sacralità"di certa violenza, quando"La violence et le sacré"di René Girard(1972) era ancora di là a venire Callas forever anche come attrice?Si può dre di sì senza problemi, in un'opera che vede anche interpreti come Massimo Girotti e Laurent Terzieff, tra gli altri.
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Felicemente infedele alla tragedia euripidea, il film di Pasolini, riflette(per immagini e parole, ma soprattutto per immagini)sul bakgound culturale della"barbara"(per i Greci erano e in parte sono tuttora barbari i Non-Greci)maga-incantatrice-poi infanticida Medea, ma anche sul panteismo naturalistico del centauro Chirone, con il suo discorso sulla natura e la naturalità/innatualità, dove è chiaro anche il riferimento"paidico"nella figura del"pedagogo"Chirone, chiaro ma non inutilmente esibito e/o"strombazzato"... Riflessione, per immagini, anche sulla"sacralità"di certa violenza, quando"La violence et le sacré"di René Girard(1972) era ancora di là a venire Callas forever anche come attrice?Si può dre di sì senza problemi, in un'opera che vede anche interpreti come Massimo Girotti e Laurent Terzieff, tra gli altri. Ma soprattuto Pasolini-"vate", studioso, poeta, regista che riscopre genialmente Euripide, come aveva fatto farà con Il Vangelo secondo(attribuito a )Matteo e farà poi con Boccaccio, Chaucer, "Le Mille e una notte", in parte con De Sade; ossia quando, nietzschianamente, a filologia e il filologo sanno divenire vettori di conoscenza. El Gato
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aleverdi
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mercoledì 12 settembre 2012
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grande callas
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Film visto anni fa e non capito.Lo rivedo recentemente e non mi spiego come avessi potuto considerarlo un pacco incredibile.Sia la sceneggiatura ,realista ,sporca,cruda,terrosa.che la figura della Callas e la sua interpretazione mi sono apparse come un capolavoro ,u n fluire continuo di arte pura a livelli altissimi.Dissento dal Morandini che considera l'interpretazione tragica della Callas debole.Mai figura e' stata piu' Medea di Lei,forse solo Medea stessa.
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esegeta
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giovedì 24 maggio 2012
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tra mitologia e ritratto antropologico
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Trovo che tra i film di Pasolini "Medea" si distingua per la mancanza di quella passione (civile, etica, sessuale, politica) che caratterizza ogni altra sua pellicola.
Al contrario di "Edipo re" la rilettura del mito non è filtrata attraverso una chiave di interpretazione personale; il tutto assume un aspetto molto oggettivo:
la prima parte del film, il preambolo che ci presenta lo stupendo episodio di Giasone e l'Unicorno, è una narrazione (pregevolissima e poetica, ma quasi "scolastica"), la parte centrale è invece un vero e proprio ritratto antropologico che ci mostra i riti e le usanze del popolo selvaggio a cui appartiene Medea.
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Trovo che tra i film di Pasolini "Medea" si distingua per la mancanza di quella passione (civile, etica, sessuale, politica) che caratterizza ogni altra sua pellicola.
Al contrario di "Edipo re" la rilettura del mito non è filtrata attraverso una chiave di interpretazione personale; il tutto assume un aspetto molto oggettivo:
la prima parte del film, il preambolo che ci presenta lo stupendo episodio di Giasone e l'Unicorno, è una narrazione (pregevolissima e poetica, ma quasi "scolastica"), la parte centrale è invece un vero e proprio ritratto antropologico che ci mostra i riti e le usanze del popolo selvaggio a cui appartiene Medea.
La protagonista del film è inevitabilmente conquistata dal nuovo arrivato Giasone, ma in tutto questo manca quell'aspetto della sensualità e della seduzione che ha sempre caratterizzato la poetica di Pasolini
.
E' vero, il ritratto antropologico del popolo di Medea pone in primo piano certi temi cari a Pasolini: in primo luogo il rapporto dell'uomo contadino primordiale con la propria terra.
Ma la regia risulta quasi distaccata; manca in "Medea" quell'ammirazione mista a pietà e a forza etica che caratterizza gli altri film di Pasolini, da "Accattone" a "La trilogia della vita".
Non per questo il risultato è di minore impatto: ma trovo che in "Medea" Pasolini sia molto debitore di Kerenyi e soprattutto di Pavese, con i suoi racconti di campagne dove regna il sangue e il sesso.
Che però non viene mai rappresentato in "Medea": tutto scivola attraverso una descrizione antropologica e, soprattutto, attraverso il volto severo e profondo di Maria Callas, sorprendente protagonista del film:
Tutta la passione, che esplode solo nel brevissimo incendio finale, è totalmente trattenuta nei tratti del suo viso, nella sua bellezza meridionale, greca, classica, ferma, terrena e profonda.
Solo nel finale del film Pasolini si lascia andare a trovate registiche degne del suo stile, dove la rappresentazione della realtà in se stessa diventa poesia:
nella scena in cui Medea prima immagina e poi compie l'immane delitto. Nella scenografia austera dei palazzi del re (impersonato da un ottimo Girotti), nel trasognante inganno di un doppio che ci confonde, dove non riusciamo più a distinguere la realtà dall'immaginazione, dove il destino mitico, il fato greco già padrone di "Edipo re" si manifesta in tutta la sua lacerante realtà.
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giu/da(g)
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domenica 27 febbraio 2011
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riuscito non del tutto
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Giasone, alla ricerca del mitico Vello d'Oro, viene aiutato nell'impresa da Medea (Callas), regina sacerdotessa della Colchide, che s'innamora perdutamente dell'argonauta fuggendo con lui. Dieci anni dopo però Giasone decide di accettare in sposa la figlia di Creonte (Massimo Girotti), re di Corinto, abbandonando Medea che, per reazione, ordisce una razionale e feroce vendetta uccidendo la rivale ed i figli avuti con l'amato, condannandolo all'eterna solitudine. Medea, rispetto al precedente Edipo Re è sicuramente un film molto più ardito, non tanto per le tematiche (il conflitto fra la società moderna razionalista di Giasone con quella antica selvaggia e mistica di Medea) ma piuttosto per la sua realizzazione; Pasolini scatena nel film un piacere visivo sublime nella la bellezza dei costumi, delle scenografie (affidate a Dante Ferretti) e dei paesaggi ancestrali, dove si fondono meravigliosamente elementi contrastanti non senza qualche forzatura, come l'accostamento di Pisa con il paesaggio Siriano.
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Giasone, alla ricerca del mitico Vello d'Oro, viene aiutato nell'impresa da Medea (Callas), regina sacerdotessa della Colchide, che s'innamora perdutamente dell'argonauta fuggendo con lui. Dieci anni dopo però Giasone decide di accettare in sposa la figlia di Creonte (Massimo Girotti), re di Corinto, abbandonando Medea che, per reazione, ordisce una razionale e feroce vendetta uccidendo la rivale ed i figli avuti con l'amato, condannandolo all'eterna solitudine. Medea, rispetto al precedente Edipo Re è sicuramente un film molto più ardito, non tanto per le tematiche (il conflitto fra la società moderna razionalista di Giasone con quella antica selvaggia e mistica di Medea) ma piuttosto per la sua realizzazione; Pasolini scatena nel film un piacere visivo sublime nella la bellezza dei costumi, delle scenografie (affidate a Dante Ferretti) e dei paesaggi ancestrali, dove si fondono meravigliosamente elementi contrastanti non senza qualche forzatura, come l'accostamento di Pisa con il paesaggio Siriano. Tuttavia non convince del tutto nella narrazione: troppo discontinua, sussiegosa, impregnata di quei lunghissimi silenzi, indubbiamente suggestivi, che impediscono di fatto l'emergere della personalità dei protagonisti ed una comprensione più ampia della storia.
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stefanos
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giovedì 24 settembre 2009
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medea di maria callas
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Un bel film di Pasolini devo dire.
L'ho visto con Elena la mia ragazza anche lei conpiaciuta. Colpisce a mio avviso l'esotica ed esoterica ambientazione che di fatto rende tribale il film. Straordinaria è Maria Callas nel ruolo di Medea.Interessante inoltre la tensione che percorre tutto il film, sfociata nella butale dichiarazione finale della protagonista che chiude ottimamente la pellicola.
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paride86
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lunedì 8 dicembre 2008
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medea
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Pasolini affronta la famosa tragedia "Medea" con grazia ed eleganza pagana, girando un film dai costumi e dalle ambientazioni davvero meravigliose e suggestive (non a caso se n'è occupato Dante Ferretti!) ma piuttosto debole dal punto di vista narrativo della storia. Bellissima Maria Callas, che ha saputo donare al suo personaggio la giusta dose di sensualità e drammaticità.
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hayley
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lunedì 20 ottobre 2008
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bello!!
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ho visto questo film a scuola....e nonstante i tanti silenzi del film è molto interessante! ^^
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alexscorpio
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venerdì 25 luglio 2008
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ennesima prova di bravura di pasolini !!!
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Per chi mi ha preceduto , purtroppo devo dire che non so' come aiutarla , anche se dalla data è oramai passato tanto tempo e spero che il problema sia stato risolto ; per quanto riguarda il film , lo vidi molto tempo fa' e poi non piu' , quindi pur essendomi piaciuto non lo ricordo molto bene , ma , ricordo la superba interpretazione della grande Maria Callas , che come lessi dopo si era innamorata del regista e poi quando venne a conoscenza della sua omosessualita' , ci rimase molto male ... comunque il film per chi non lo avesse mai visto , è da recuperare al piu' presto !!!
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lucia
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lunedì 30 luglio 2007
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aiuto
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Sono una mammma di una ragazza che studia lettere all'Università e mi serve il libro l'oriente favoloso di Pasolini HO girato tutte le librerie di Salerno e di Napoli non sono riuscita a trocarlo. HO dovuto rimandare l'esame . COME E' POSSIBILE QUESTO COME FARE E DOVE POTERLO TROVARE GRAZIE
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