samanta
|
lunedì 3 ottobre 2022
|
un mucchio di sangue ...
|
|
|
|
Il film è uscito nel 1969, visto 10 anni fa non mi aveva convinto e adesso, rivisto recentemente, confermo la mia opinione. E' un western atipico stante la sua collocazione temporale nel 1914/5 in Messico durante la rivoluzione e la lotta di Pancho Villa contro il dittatore Huerta. La regia è di Sam Peckinpah innovatore del western (Sfida nell'alta sierra, Sierra Charriba) e direttore di film d'azione/ thriller (Getaway, Convoy).
La vicenda riguarda un gruppo di banditi comandati da Pike (William Holden) rapinatyori di treni che cercano di rapinare una banca che custodisce un 1 milione di $, la rapina fallisce causando una strage anche tra il cittadini per l'interveno di una banda di cacciatori di taglie direttta (malvolentieri) da Duke (Robert Ryan) già complice di Pike che però odia e finanziata da Herrigan (Albert Dekker) direttore delle ferrovie che vuole impedire le rapine.
[+]
Il film è uscito nel 1969, visto 10 anni fa non mi aveva convinto e adesso, rivisto recentemente, confermo la mia opinione. E' un western atipico stante la sua collocazione temporale nel 1914/5 in Messico durante la rivoluzione e la lotta di Pancho Villa contro il dittatore Huerta. La regia è di Sam Peckinpah innovatore del western (Sfida nell'alta sierra, Sierra Charriba) e direttore di film d'azione/ thriller (Getaway, Convoy).
La vicenda riguarda un gruppo di banditi comandati da Pike (William Holden) rapinatyori di treni che cercano di rapinare una banca che custodisce un 1 milione di $, la rapina fallisce causando una strage anche tra il cittadini per l'interveno di una banda di cacciatori di taglie direttta (malvolentieri) da Duke (Robert Ryan) già complice di Pike che però odia e finanziata da Herrigan (Albert Dekker) direttore delle ferrovie che vuole impedire le rapine. Pike si rifugia nel Messico in piena rivoluzione. La banda composta tra l'altro da Duch (Ernest Borgnine) Lyle (Warren Oates) Tector (Ben Johnson) e Angelo (Jaime Sanchez) viene coinvolta nella guerra del generale Mapache (Emilio Fernandez) seguace di Huerta contro Pancho Villa, rapina un treno pieno d'armi dell'esercito USA per darle a Mapache, dopo varie vicende la banda si scontra con Mapache e nel finale c'è un massacro in cui periscono sia i membri della banda che Mapache e i suoi; Pike rimasto solo arriva e si unirà ai rivoltosi contro Huerta.
Il film certamente ha innovato il western USA mutuando il western "spaghetti", la violenza è in questo caso assunta con modalità overdose. La scena iniziale della Banca nel Texas del 1914-1915 non convince, all'epoca il Texas non era più un posto disabitato e selvaggio che possa avvenire un simile massacro simile con decine di morti tra cui molto civile non solo è ridicolo e fuori della realtà (c'erano già da tempo i Rangers). La vicenda continua nel Messico visto con tutti gli stereotipi USA: gli uomini sono tutti degli imbecilli (salvi i diretti discendenti atzechi!) straccioni, le donne di facili costumi, comunque questo permette di mostrare un pò di tette. Oltretutto il Messico (come in altri film) è visto con abitazioni, palazzi e chiese in rovina (ma poi perché?). Si aggiunge l'immancabile presenza del cattivo e stupido tedesco consigliere militare imperiale, è credibile che la Germania in piena I guerra mondiale mandasse militari in Messico? La scena finale del massacro è troppo lunga con frequenti e palesi errori di montaggio: più volte la stessa persona è uccisa 2 volte!
Certamente emerge la bravura tecnica del regista, ad esempio nell'avvincente assalto al treno d'armi e la sua capacità inventiva e fantasiosa forse dovuta anche all'assunzione di droghe, come western suo preferisco Sierra Charriba. La recitazione è solida: William Holden (precocemente invecchiato per l'alcool) e Robert Ryan assicurano una base sicura al racconto e Peckinpah è in questo un maestro nella direzione degli attori, bravi i comprimari banditi pazzi e crudeli: Ernest Borgnine, William Oates e l'intramontabile Ben Johnson.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a samanta »
[ - ] lascia un commento a samanta »
|
|
d'accordo? |
|
great steven
|
mercoledì 4 maggio 2022
|
l''ultima cavalcata di fuorilegge senza viltà.
|
|
|
|
IL MUCCHIO SELVAGGIO (USA, 1969) diretto da SAM PECKINPAH. Interpretato da WILLIAM HOLDEN, ERNEST BORGNINE, ROBERT RYAN, EDMOND O'BRIEN, JAIME SáNCHEZ, WARREN OATES, BEN JOHNSON, EMILIO FERNáNDEZ, ALFONSO ARAU, ALBERT DEKKER, STROTHER MARTIN, L. Q. JONES, BO HOPKINS ● Nel 1914 un gruppo di banditi disperati e assetati di ricchezza, capeggiati da Pike Bishop, rapina la banca di un paesino del Texas nello stesso giorno in cui i sette malviventi sono a tale scopo attesi per un’imboscata della compagnia ferroviaria, messasi d’accordo con le forze dell’ordine locali per catturarli. Nel corso dell’impresa – che si risolve in un’autentica carneficina, soprattutto di civili –, due membri della banda rimangono uccisi, ma il resto degli uomini riesce a fuggire, scoprendo in seguito di aver rubato rondelle d’acciaio anziché l’oro della banca.
[+]
IL MUCCHIO SELVAGGIO (USA, 1969) diretto da SAM PECKINPAH. Interpretato da WILLIAM HOLDEN, ERNEST BORGNINE, ROBERT RYAN, EDMOND O'BRIEN, JAIME SáNCHEZ, WARREN OATES, BEN JOHNSON, EMILIO FERNáNDEZ, ALFONSO ARAU, ALBERT DEKKER, STROTHER MARTIN, L. Q. JONES, BO HOPKINS ● Nel 1914 un gruppo di banditi disperati e assetati di ricchezza, capeggiati da Pike Bishop, rapina la banca di un paesino del Texas nello stesso giorno in cui i sette malviventi sono a tale scopo attesi per un’imboscata della compagnia ferroviaria, messasi d’accordo con le forze dell’ordine locali per catturarli. Nel corso dell’impresa – che si risolve in un’autentica carneficina, soprattutto di civili –, due membri della banda rimangono uccisi, ma il resto degli uomini riesce a fuggire, scoprendo in seguito di aver rubato rondelle d’acciaio anziché l’oro della banca. Lo sceriffo mette di malavoglia sulle loro tracce un ex galeotto, Dick Thornton, ben deciso a dare una svolta alla propria vita, affidandogli al contempo una truppa di venti reclute. Nel frattempo i banditi sostano per qualche giorno in un villaggio al confine col Messico, dal quale proviene uno di loro, Angelo. In Messico è peraltro in corso la rivoluzione di Pancho Villa e Pike e i suoi uomini, mentre valicano il confine, capiscono che potrebbero trarre vantaggio da un’alleanza temporanea col generale Mapache, militare fellone che opprime impunemente il suo popolo, organizzando una rapina ad un treno che trasporta armi e munizioni; l’accordo ha perciò luogo e viene anche decisa la spartizione del bottino. Il treno viene assaltato con successo; nemmeno l’intervento (tardivo) del gruppo capitanato da Thornton in questo frangente riesce a neutralizzare il colpo. Ma Mapache vuole giocare sporco: desideroso di vendicare la morte di Teresa, giovane donna che, per incapricciarsi del generale, ha rotto la sua relazione amorosa con Angelo, l’uomo rivela a tutti che Angelo ha sottratto parte del carico di armi che la banda di Pike aveva promesso ai messicani. Il povero giovane, reo di aver violato l’accordo seppur con un obiettivo nobile (quello di consegnare le armi per la legittima difesa ai suoi compaesani del villaggio), viene però punito troppo selvaggiamente dai soldati di Mapache, i quali, fra atroci bestialità, lo riducono in fin di vita. Consapevole che Thornton non tarderà a raggiungerli e determinato a comprare la libertà di Angelo, Pike convince i suoi uomini ad affrontare Mapache a muso duro, senza patti né condizioni. Sarà per tutti quanti loro l’ultima battaglia.
Un western sul tramonto del genere western? È l’opinione che si trovarono a sostenere contemporaneamente moltissimi critici che nel luglio 1969 assisterono per la prima volta alla proiezione di questo indimenticabile capolavoro, soprattutto allora più attuale che mai perché raccontava nel suo significato profondo il termine di un’epoca. Il Movimento Studentesco era scoppiato da un anno, le convenzioni socio-politiche vigenti negli USA venivano rimesse in discussione dagli strati meno abbienti della popolazione, i costumi e la percezione di innumerevoli aspetti della quotidianità stavano subendo un drastico cambiamento… in un’atmosfera tanto arroventata e piena di contraddizioni, quale film migliore di un western revisionista (perché Il mucchio selvaggio lo fu eccome, anzi: fu apripista e capostipite del nuovo modo di intendere questo genere cinematografico) poteva spiegare l’andamento dei tempi? S. Peckinpah, romantico che negò sempre di esserlo, ricevette aspre critiche per la rappresentazione di una violenza così esplicita come quella che vediamo nelle tre sequenze d’azioni principali – il massacro negli esterni della banca, la fuga pirotecnica dopo l’assalto al treno, la sanguinosa sparatoria finale nel forte –, eppure una scelta comune e abituale per il suo repertorio registico si rivelò una carta vincente per l’ottimo funzionamento della narrazione, poiché negli intervalli di quiete lo spettatore si immerge in ritempranti momenti di elegia malinconica, sostenuti dai canti tradizionali dei peones e in misura quasi eguale da intermezzi umoristici qua e là coloriti. L’altro aspetto che non va assolutamente messo in secondo piano è il valore che la sceneggiatura di Walon Green (poi riscritta da Peckinpah) attribuisce allo spirito di corpo dei personaggi: inizialmente questi ladri e assassini non si fidano molto l’uno dell’altro e non hanno il minimo scrupolo a dimostrarselo a vicenda, poi il corso degli eventi li fa maturare finché capiscono che il bisogno di una robusta solidarietà nel loro gruppo gli permetterà di "usare" una causa (quella della rivoluzione messicana) in cui non credono per un riscatto profondamente utile alla riabilitazione delle loro esistenze, finora vissute all’insegna del ludibrio e della mancanza di rispetto per il prossimo. Una coesione del genere si era già vista due anni prima in Quella sporca dozzina (1967), ma nell’opera di Aldrich mancavano la costruzione di una fiducia reciproca e gli ideali ammirevoli per cui vale la pena combattere. Il regista ha dipinto un affresco anticonformista parlando di miseria, crudeltà e desolazione, un contraltare perfetto e credibilissimo per la nostalgia e la tenerezza dell’altro importante western USA uscito quell’anno, Butch Cassidy. Infine, sempre per fare riferimenti ad altri autori del cinema internazionale, Il mucchio selvaggio è anche la risposta alla cinica retorica del western all’italiana, e costituì probabilmente una lezione importante per Sergio Leone quando dovette girare Giù la testa (1971). Il film ottenne due candidature agli Oscar per la sceneggiatura e le musiche di Jerry Fielding. Fotografia del superbo Lucien Ballard.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a great steven »
[ - ] lascia un commento a great steven »
|
|
d'accordo? |
|
contrammiraglio
|
domenica 28 aprile 2019
|
top
|
|
|
|
Semplicemente il più bel film western di tutti i tempi.
|
|
[+] lascia un commento a contrammiraglio »
[ - ] lascia un commento a contrammiraglio »
|
|
d'accordo? |
|
dario lodi
|
mercoledì 6 febbraio 2019
|
eccessivo
|
|
|
|
Il film è straordinario per il ritmo e per la passione che lo anima. La storia è elementare, lo sviluppo ha un andamento teatrale, rimarcato, insistito, ossessivo. E granguignolesco. Il regista sembra voler mandare tutto in malora. Trionfa un nichilismo pieno di malinconia. Merito anche degli interpreti, tutti eccezionali. Disturbano l mattanze. Tecnicamente ottimo film.
|
|
[+] lascia un commento a dario lodi »
[ - ] lascia un commento a dario lodi »
|
|
d'accordo? |
|
gustibus
|
venerdì 17 marzo 2017
|
sangue e poesia e tramonto
|
|
|
|
Indimenticabile l'ultima mezz'ora di questo tramonto western raccontato da un grande Peckinpah in stato di grazia.Holden(DA OSCAR)..Borgnine,Oates e O'brien quando vanno ad affrontare centinaia di divise messicane e' un quadro da incorniciare che rimarra'nella storia del cinema..questo e' un vero gioiello.Persino R.Ryan che io non adoro e'stato perfetto nel ruolo dell'amico/nemico..Grande affresco che sembra voler chiudere il libro sull'epopea western.Da vedere e discutere...il cinema e'cultura e arte mai come la visione di questo film.
|
|
[+] lascia un commento a gustibus »
[ - ] lascia un commento a gustibus »
|
|
d'accordo? |
|
dario
|
domenica 22 marzo 2015
|
esagerato
|
|
|
|
Ci sono troppe pallottole e troppi morti ammazzati. Il film scivola verso l'epilogo sanguinoso senza alcun freno. La sparatoria finale è assurda, lunga e alla fine noiosa. La morale è urlata e non si capisce bene neanche a quale fine perchè prevale la brutalità fine a se stessa. E' invece intrigante il clima in cui avviene tutto ciò, l'atmosfera di abbandono, di sconfitta che serpeggia nel film, sino ad esplodere nella fase finale con una specie di compiacimento sadico. Trionfa il baccano, la morte per ammazzamento plateale, la crudeltà patinata e insieme granguignolesca. La capacità filmica è indiscutibile, la narrazione non ne ne invece all'altezza.
[+]
Ci sono troppe pallottole e troppi morti ammazzati. Il film scivola verso l'epilogo sanguinoso senza alcun freno. La sparatoria finale è assurda, lunga e alla fine noiosa. La morale è urlata e non si capisce bene neanche a quale fine perchè prevale la brutalità fine a se stessa. E' invece intrigante il clima in cui avviene tutto ciò, l'atmosfera di abbandono, di sconfitta che serpeggia nel film, sino ad esplodere nella fase finale con una specie di compiacimento sadico. Trionfa il baccano, la morte per ammazzamento plateale, la crudeltà patinata e insieme granguignolesca. La capacità filmica è indiscutibile, la narrazione non ne ne invece all'altezza. Zeppi di malinconia imposta i personaggi.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a dario »
[ - ] lascia un commento a dario »
|
|
d'accordo? |
|
iuriv
|
lunedì 9 febbraio 2015
|
la fine di un'era.
|
|
|
|
Che questo film racconti la fine di un'era lo si capisce da tanti particolari. Dall'arrivo dell'automobile e dal discorso che vira sugli aerei, ad esempio. Ma anche dai personaggi, guidati da un capo che fatica a salire a cavallo, simbolo di un mondo in decadenza superato dal 900, che arriva e si porta via tutto.
Non esiste l'eroe del western classico nel Mucchio Selvaggio, spazzato via dalla visione Leoniana del genere. Ma non c'è nemmeno l'antieroe alla Clint Eastwood, sporco e cattivo, ma invincibile e soggetto a una sua morale.
I protagonisti qui sono un gruppo di rapinatori sbandati e poco in forma, inseguiti da un altro manipolo di antagonisti simili a loro, tutti alla caccia dell'oro o di una ricompensa priva di vera gloria.
[+]
Che questo film racconti la fine di un'era lo si capisce da tanti particolari. Dall'arrivo dell'automobile e dal discorso che vira sugli aerei, ad esempio. Ma anche dai personaggi, guidati da un capo che fatica a salire a cavallo, simbolo di un mondo in decadenza superato dal 900, che arriva e si porta via tutto.
Non esiste l'eroe del western classico nel Mucchio Selvaggio, spazzato via dalla visione Leoniana del genere. Ma non c'è nemmeno l'antieroe alla Clint Eastwood, sporco e cattivo, ma invincibile e soggetto a una sua morale.
I protagonisti qui sono un gruppo di rapinatori sbandati e poco in forma, inseguiti da un altro manipolo di antagonisti simili a loro, tutti alla caccia dell'oro o di una ricompensa priva di vera gloria. E' solo per caso che si ritrovano invischiati nelle contraddizioni della rivoluzione messicana, alla quale non vogliono badare, forse perché già parte di un mondo che è andato avanti. Ma volenti o nolenti, sono costretti a fare i conti con ciò che li circonda e forse persino a farne parte. E così il destino priverà due ex amici del loro ultimo confronto. Ma porterà i banditi verso quella che può essere definita come l'ultima tragedia western, dalla quale chi si salva potrà solo prendere atto che un'era è irrimediabilmente alle spalle.
E' un film piuttosto lungo, caratterizzato da una messa in scena imponente e da un ritmo riflessivo che trova sfogo nei momenti concitati, dove il piombo troneggia tra una rapina in banca e il furto di un treno. Ed è anche violento e ci tiene a farlo capire da subito.
I bambini che ridacchiano mentre osservano una coppia di scorpioni venire divorata da una colonia di formiche, hanno un che di inquietante. Di li a poco si scatena l'inferno e il regista decide di mostrarlo tutto. Le sparatorie sono lunghissime, le azioni sono ciniche, i personaggi senza alcuna remora.
Chiaramente il concetto di violenza visiva nel 1969 era molto diverso rispetto a quello che abbiamo in mente oggi. Eppure è impossibile non percepire la crudezza delle scene girate da Peckinpah, in cui la gente muore senza i balletti a cui il western made in USA aveva abituato il suo pubblico.
Il Mucchio Selvaggio si mastica il genere e lo risputa privato dell'alone romantico che spesso ne avvolgeva le carni. E' un film secco, cinico e crudele come un giovane di belle speranze che compatisce il suo vecchio insegnate. Una pellicola che uccide un genere parlando della morte del periodo storico che lo ha ispirato.
Ma, come sanno tutti, il western ritorna sempre.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a iuriv »
[ - ] lascia un commento a iuriv »
|
|
d'accordo? |
|
isin89
|
lunedì 12 gennaio 2015
|
violento e spietato
|
|
|
|
Un western scritto in chiave moderna che fonde violenza e spietatezza, oltre che una buona dose di pessimismo, all'interno di un panorama in cui vige la figura assoluta dell'antieroe per eccellenza. Bravissimi gli interpreti, magnifica la fotografia e memorabile la scena del massacro finale in cui i quattro (anti) eroi fanno piazza pulita di un (quasi) intero plotone messicano scatenando un'ondata di violenza e devastazione che negli anni a venire si tramuterà in un vero e proprio linguaggio cinematografico usato da numerosi registi tra i quali Martin Scorsese e Quentin Tarantino, per citarne alcuni.
Un episodio importante nella storia del cinema che spezza i legami col passato e apre la strada a nuovi modelli e stili elaborati e ripresi nel corso degli anni a venire fino ad imporsi come generi propriamente detti.
[+]
Un western scritto in chiave moderna che fonde violenza e spietatezza, oltre che una buona dose di pessimismo, all'interno di un panorama in cui vige la figura assoluta dell'antieroe per eccellenza. Bravissimi gli interpreti, magnifica la fotografia e memorabile la scena del massacro finale in cui i quattro (anti) eroi fanno piazza pulita di un (quasi) intero plotone messicano scatenando un'ondata di violenza e devastazione che negli anni a venire si tramuterà in un vero e proprio linguaggio cinematografico usato da numerosi registi tra i quali Martin Scorsese e Quentin Tarantino, per citarne alcuni.
Un episodio importante nella storia del cinema che spezza i legami col passato e apre la strada a nuovi modelli e stili elaborati e ripresi nel corso degli anni a venire fino ad imporsi come generi propriamente detti.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a isin89 »
[ - ] lascia un commento a isin89 »
|
|
d'accordo? |
|
sir gient
|
venerdì 9 gennaio 2015
|
il western perfetto...
|
|
|
|
...In un mondo che cambia...agli albori di una nuova epoca... le immagini perfette, la fotografia folgorante, i dialoghi sprezzanti, la visione di un mondo che è giunto alla fine e lascia il passo inesorabilmente al progresso, alla corruzione, agli intrighi e ai sotterfugi... Un mucchio selvaggio come selvaggio era l'ovest e il mondo che ci girava intorno...
Ogni volta che guardo questo film una vena di malinconia e tristezza mi scivola sulla pelle e penetra tra le ossa.. Ingegnoso, macchinoso, lento...ma allo stesso tempo fluido, dinamico nelle azioni e veloce come un colpo di pistola a brucia pelo...
Non vi racconto la Trama... i film vanno visti e non raccontati, ma quello che lasciano oh si, quello che lasciano dentro va raccontato e cantato come un osanna cantato dall'esercito della
[+]
...In un mondo che cambia...agli albori di una nuova epoca... le immagini perfette, la fotografia folgorante, i dialoghi sprezzanti, la visione di un mondo che è giunto alla fine e lascia il passo inesorabilmente al progresso, alla corruzione, agli intrighi e ai sotterfugi... Un mucchio selvaggio come selvaggio era l'ovest e il mondo che ci girava intorno...
Ogni volta che guardo questo film una vena di malinconia e tristezza mi scivola sulla pelle e penetra tra le ossa.. Ingegnoso, macchinoso, lento...ma allo stesso tempo fluido, dinamico nelle azioni e veloce come un colpo di pistola a brucia pelo...
Non vi racconto la Trama... i film vanno visti e non raccontati, ma quello che lasciano oh si, quello che lasciano dentro va raccontato e cantato come un osanna cantato dall'esercito della salvezza perché in alto sono i nostri cuori quando una 45 spara colpi tanto precisi !!!
[-]
|
|
[+] lascia un commento a sir gient »
[ - ] lascia un commento a sir gient »
|
|
d'accordo? |
|
tomdoniphon
|
domenica 18 maggio 2014
|
bloody sam
|
|
|
|
Un gruppo di banditi, dopo aver rapinato una banca, scappano in Messico. Qui rubano un carico d'armi per conto di un generale che fa uccidere uno di loro, un messicano che ha regalato una cassa di fucili ai suoi amici ribelli. I banditi lo vendicano con un massacro che non lascia superstiti. Uno dei grandi western anni 60, per acluni addirittura l'ultimo western classico. Di sicuro, uno dei western più violenti che si siano mai visti al cinema. Per convincersene, osservate la prima scena: uomini a cavallo, entrando in città, osservano un gruppo di bambini che giocano in cerchio ridendo. Un primo piano svela l'oggetto del loro divertimento: i bambini guardano due scorpioni che cercano invano di difendersi dall'attacco di un esercito di formiche.
[+]
Un gruppo di banditi, dopo aver rapinato una banca, scappano in Messico. Qui rubano un carico d'armi per conto di un generale che fa uccidere uno di loro, un messicano che ha regalato una cassa di fucili ai suoi amici ribelli. I banditi lo vendicano con un massacro che non lascia superstiti. Uno dei grandi western anni 60, per acluni addirittura l'ultimo western classico. Di sicuro, uno dei western più violenti che si siano mai visti al cinema. Per convincersene, osservate la prima scena: uomini a cavallo, entrando in città, osservano un gruppo di bambini che giocano in cerchio ridendo. Un primo piano svela l'oggetto del loro divertimento: i bambini guardano due scorpioni che cercano invano di difendersi dall'attacco di un esercito di formiche. Come non citare, poi, la scena della rapina alla banca, con una sparatoia che non si era mai vista prima, enfatizzata con l'utilizzo dei "ralenti", marchio di fabbrica del regista Sam Peckinpah. Il regista appunto: Peckinpah veniva chimato "Bloody Sam" per la violenza dei suoi film (violenza che non conosce confini, se si pensa che, nel film in commento, oltre il confine messicano le cose vanno anche peggio). Si incorrerebbe in errore, tuttavia, se si limitasse l'analisi del capolavoro di Peckinpah al tema della violenza: come giustamente osserva Morandini, "questo memorabile western offre negli intervalli di quiete momenti altrettanto significativi in chiave di malinconica elegia sul tramonto di un epoca". Da quest'ultimo punto di vista, non si può non notare come il romanziere Cormac McCarthy (si veda in particolare la "Trilogia della frontiera") sia stato sicuramente influenzato dal film di Peckinpah.
[-]
|
|
[+] lascia un commento a tomdoniphon »
[ - ] lascia un commento a tomdoniphon »
|
|
d'accordo? |
|
|