david, genova
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giovedì 7 giugno 2007
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da un voto basso a uno alto, grazie a sordi
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Questo film comincia con un voto: "mediocre" e finisce con un "buono". L'episodio di Manfredi non mi dice granché tranne che nel finale dove entra con una giovane non molto bella e appare uno dei temi conduttori del film per approdare all'episodio del deputato "moralista" che senza volerlo nella sua ossessione per sapere chi ha fatto le foto della moglie nuda si ritrova in un festino di ricconi che giocano con dei giovani (chiaro e "delicato" indizio di omosessualità) e deve perdere la faccia (senza volerlo), con ancora lo stesso tema finale del precedente. Alberto Sordi salva la faccia all'intero film con un interpretazione scattante e a volte anche comica. Una delle cose più belle è quando incontra le gemelle Kessler nell'ascensore e si intrattiene con loro cantando il motivetto di "Studio uno" e le ritrova alla fine del film con la frase "E' molto che aspettate?", "No, due minuti".
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Questo film comincia con un voto: "mediocre" e finisce con un "buono". L'episodio di Manfredi non mi dice granché tranne che nel finale dove entra con una giovane non molto bella e appare uno dei temi conduttori del film per approdare all'episodio del deputato "moralista" che senza volerlo nella sua ossessione per sapere chi ha fatto le foto della moglie nuda si ritrova in un festino di ricconi che giocano con dei giovani (chiaro e "delicato" indizio di omosessualità) e deve perdere la faccia (senza volerlo), con ancora lo stesso tema finale del precedente. Alberto Sordi salva la faccia all'intero film con un interpretazione scattante e a volte anche comica. Una delle cose più belle è quando incontra le gemelle Kessler nell'ascensore e si intrattiene con loro cantando il motivetto di "Studio uno" e le ritrova alla fine del film con la frase "E' molto che aspettate?", "No, due minuti"..."Uno per uno!". E poi come nello spettacolo canticchiano "La notte è piccola per noi...". Secondo me uno dei film da ricordare nelle commedie del nostro Alberto.
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elgatoloco
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lunedì 27 luglio 2020
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questione di sceneggiatura..
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Questi film a episodi degli anni 1960-1970, all'epoca"Imperanti"in specie nel cinema made in ItalY presentavano alcuni problemi, soprattutto di scrittura. Così in"I COmplessi", 1965 fim a tre episodi, quello con Nino Manfredi, "Una giornata decisiva"(regia di Dino Risi, scrtitto da Risi con Age e Scarpelli, la giornata di vacanza aziendale(tema che sarà sviluppato "fantozzianamente" da Paolo Villaggi), le troppo timdide avances del timido funzionario impersonato da Nino Manfredi, che finirà invece "imbrigliato"dallì'impiegata più brutta, sono pooco rilevanti(molto di più dirà sul tema, qualche anno dopo, "Les Timides", chanson di Jacques Brel, in 3 minuti ,mentre l'episodio di Risi dura mezz'ora.
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Questi film a episodi degli anni 1960-1970, all'epoca"Imperanti"in specie nel cinema made in ItalY presentavano alcuni problemi, soprattutto di scrittura. Così in"I COmplessi", 1965 fim a tre episodi, quello con Nino Manfredi, "Una giornata decisiva"(regia di Dino Risi, scrtitto da Risi con Age e Scarpelli, la giornata di vacanza aziendale(tema che sarà sviluppato "fantozzianamente" da Paolo Villaggi), le troppo timdide avances del timido funzionario impersonato da Nino Manfredi, che finirà invece "imbrigliato"dallì'impiegata più brutta, sono pooco rilevanti(molto di più dirà sul tema, qualche anno dopo, "Les Timides", chanson di Jacques Brel, in 3 minuti ,mentre l'episodio di Risi dura mezz'ora...). Peccato per i bravi interpreti Nino Manfedi e Ilaria Occhini. il secondo, "Il complesso della schiava danubiana"(Franco Rossi, sceneggiato da leo Benvenuti e Pietro de Bernardi)vede un deputato ipercattolico, ossessionato dal pudore, che vuole far espungere dalla censura una scena di un film in cui compare la moglie seminuda e si ritrova invece in un festino gay-da un lato la polemica anticodina, lodevole se contestualizzata nell'epoca , dall'altro la considerazione"terribile"che la morale corrente, anche laica e laicista aveva della cultura e della vita da gay... insomma un'Italia iper-reazionaria. Tognazzi,. dal canto suo, è bravisismo, ma"bloccato"da una scrittura poco efficace. Terzo episodio("Guglielmo in dentone", diretto d a Luigi Filippo d'AMico, ma scritto da Rofoldo Sonego e dallo stesso Sordi), vede Alberto Sordi, candidato coltissimo e preparatissimo, ma con una"brancata di denti"impressionante, candidato come speaker RAI TV per il TG. Eccelso Sordi(ça va sans dire), presenti i "big"della Rai d'antan, Nanny Loy, le kessler, Gaia Germani, il prof.Cutolo e Lelio Luttazzi, in una"celebration"RAI comunque azzeccata... Qualche attore, oltre a Sordi e alla Germani, ma anche a Luttazzi, con Garrone e il grande Romolo Valli., che il cinema non ha mai valorizzato abbastanza. El Gato
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