skrat
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sabato 19 luglio 2008
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il genio insuperato di bava
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Il primo lungometraggio del maestro Mario Bava è anche uno dei film più importanti per la storia del cinema italiano e internazionale (se si considera che saranno da essa ispirati registi del calibro di Tim Burton e Martin Scorsese). Le eccezionali innovazioni tecniche e visive, che rendono questa pellicola immortale, sono da ricondurre essenzialmente all’ambito della regia e della fotografia (sebbene, ripensando alla scena della tortura con la maschera chiodata – che dà il titolo al film – e a quella in cui si riforma la carne sul volto martoriato della strega, risulta quasi impossibile non considerare l’importanza radicale degli effetti speciali, ancora artigianali, eppure, nella loro semplice intelligenza, sbalorditivi per l’epoca).
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Il primo lungometraggio del maestro Mario Bava è anche uno dei film più importanti per la storia del cinema italiano e internazionale (se si considera che saranno da essa ispirati registi del calibro di Tim Burton e Martin Scorsese). Le eccezionali innovazioni tecniche e visive, che rendono questa pellicola immortale, sono da ricondurre essenzialmente all’ambito della regia e della fotografia (sebbene, ripensando alla scena della tortura con la maschera chiodata – che dà il titolo al film – e a quella in cui si riforma la carne sul volto martoriato della strega, risulta quasi impossibile non considerare l’importanza radicale degli effetti speciali, ancora artigianali, eppure, nella loro semplice intelligenza, sbalorditivi per l’epoca). La ragione del valore della pellicola, dunque, è da riferire alla genialità di Bava, il quale, abbandonando tutti gli stilemi del genere e rinunciando alle scene di paura stereotipate, riesce a creare una dimensione per lo più onirica e fantastica, giocando abilmente sul tema dell’ambiguità dei personaggi e del doppio (è strabiliante come lo spettatore tenda a confondere Katia con la strega, quando ella appare sullo schermo per la prima volta). Atmosfere allucinate, ottimamente rese da un’indimenticabile fotografia (i contrasti in bianco e nero, specie sui primi piani dei volti, sono di una bellezza gotica struggente), incorniciano con invidiabile intelligenza visiva paesaggi e personaggi, enfatizzando, sulla base di ricchi contrasti di luce ed ombra, la pregnante tematica dell’attrazione morbosa dell’uomo verso il Male, considerato qui come qualcosa di concreto e tangibile (rifuggendo, in tal modo, l’astrattismo preminente con cui era trattato nella maggioranza dei precedenti filmetti horror, per lo più stereotipati). Come spesso accade in Italia, il film fu bistrattato dalla critica di allora (sebbene in Inghilterra i critici fossero in visibilio per l’opera) e ha potuto ricevere gli onori che merita solo di recente. Un prodotto cinematografico eccellente (ma è senz’altro da evitare le versione del remake, girata unicamente a scopi commerciali e segnata dagli eccessi gore dell’era post-Argento dal figlio di Bava).
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nino p.
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lunedì 16 febbraio 2009
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opera prima di bava
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Il film in questione è stato considerato ufficialmente come il primo horror italiano nella storia del Cinema. Effettivamente se rapportato ai primi anni '60 è senza dubbio da ritenersi una pellicola rivoluzionaria per il genere. Si dice che le innovazioni le creano solo le persone più creative. E naturalmente il regista Bava, grande ed indimenticato maestro degli effetti speciali, con questa pellicola è riuscito ad aprire una strada nuova. La contrapposizione tra realtà e visionarietà onirica; un horror, sotto il profilo interpretativo e narrativo ancora prodigiosamente elevato ad arte e le riflessive componenti sociali sviluppate intorno alla tessitura della storia (prima fra tutte il tema dell'essenza femminile), fanno di questo strepitoso esordio un necessario punto di inizio.
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Il film in questione è stato considerato ufficialmente come il primo horror italiano nella storia del Cinema. Effettivamente se rapportato ai primi anni '60 è senza dubbio da ritenersi una pellicola rivoluzionaria per il genere. Si dice che le innovazioni le creano solo le persone più creative. E naturalmente il regista Bava, grande ed indimenticato maestro degli effetti speciali, con questa pellicola è riuscito ad aprire una strada nuova. La contrapposizione tra realtà e visionarietà onirica; un horror, sotto il profilo interpretativo e narrativo ancora prodigiosamente elevato ad arte e le riflessive componenti sociali sviluppate intorno alla tessitura della storia (prima fra tutte il tema dell'essenza femminile), fanno di questo strepitoso esordio un necessario punto di inizio.
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il cinefilo
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mercoledì 11 marzo 2015
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barbara steele, signora e padrona degli uomini
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Se mi chiedessero quale altra donna è la più sensuale e spietata mai vista al cinema risponderei:"Barbara Steele, in La maschera del demonio"da inserire al secondo posto di un terzetto di personaggi femminili, seguita poi da Monica Van Campen(in Faust di Yuzna)ma mantenendo in prima posizione sempre Miranda Richardson alias Lady Mary van tassel de Il mistero di sleepy hollow...queste tre donne hanno in comune il dominio sugli uomini, che ad esse non hanno altra scelta che sottomettersi al loro volere.
La scena-chiave del capolavoro di Bava, in questo caso, possiamo riscontrarla nel piano-sequenza del dottor Crubaya assogettato dal maleficio, intimamente posseduto dal desiderio più irrefrenabile e recondito e, come farà in seguito Tim Burton nel 1999, il soggetto maschile precipita nella spirale della sottomissione abbandonandosi alla lussuria.
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Se mi chiedessero quale altra donna è la più sensuale e spietata mai vista al cinema risponderei:"Barbara Steele, in La maschera del demonio"da inserire al secondo posto di un terzetto di personaggi femminili, seguita poi da Monica Van Campen(in Faust di Yuzna)ma mantenendo in prima posizione sempre Miranda Richardson alias Lady Mary van tassel de Il mistero di sleepy hollow...queste tre donne hanno in comune il dominio sugli uomini, che ad esse non hanno altra scelta che sottomettersi al loro volere.
La scena-chiave del capolavoro di Bava, in questo caso, possiamo riscontrarla nel piano-sequenza del dottor Crubaya assogettato dal maleficio, intimamente posseduto dal desiderio più irrefrenabile e recondito e, come farà in seguito Tim Burton nel 1999, il soggetto maschile precipita nella spirale della sottomissione abbandonandosi alla lussuria.
"Le mie labbra ti trasformeranno!"sussurra la strega a Crubaya, che è già in suo potere...ma crolla definitivamente nella schiavitù dopo il suo satanico bacio.
Paura, amore, lussuria sono gli ingredienti con cui è nato questo grande film.
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fedeleto
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sabato 6 giugno 2015
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la maschera di barbara steele
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Dopo parecchi anni impegnato come direttore della fotografia, Mario Bava firma il suo esordio alla regia con un horror gotico di grande importanza intitolato: La maschera del demonio. Inspirato al vij di Gogol, la storia racconta di un medico e il suo assistente che involontariamente Asa, una strega perseguitata dalla chiesa dopo due secoli, ed ella ormai vampira, compira' la sua vendetta insieme a Javutich anch'egli vampiro e vittima dell'inquisizione di due secoli prima.Ma lo scopo di Asa è anche quello di succhiare la linfa vitale della povera Katia, sua discendente e somigliante a lei in modo impressionante.L'orrore prende vita e fermarla non sarà facile.
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Dopo parecchi anni impegnato come direttore della fotografia, Mario Bava firma il suo esordio alla regia con un horror gotico di grande importanza intitolato: La maschera del demonio. Inspirato al vij di Gogol, la storia racconta di un medico e il suo assistente che involontariamente Asa, una strega perseguitata dalla chiesa dopo due secoli, ed ella ormai vampira, compira' la sua vendetta insieme a Javutich anch'egli vampiro e vittima dell'inquisizione di due secoli prima.Ma lo scopo di Asa è anche quello di succhiare la linfa vitale della povera Katia, sua discendente e somigliante a lei in modo impressionante.L'orrore prende vita e fermarla non sarà facile.La sceneggiatura di Ennio de concini e Mario Gerandrei è buona, ma deve molto all'eccellente regia di Mario Bava.Oltre a firmare la regia, il regista Sanremese si occupa anche della fotografia e degli effetti speciali (come era accaduto anche nei vampiri e Caltiki di Freda) e questi ultimi sono parecchi, dalla crescita degli occhi nel teschio della strega al volto ustionato del principe vampirizzato Vajda, al corpo mummificato di Asa e altri.Ma un aspetto importante è anche la poetica e i temi di cui è piena la pellicola.Ovviamente il primo aspetto da sottolineare è il tema del doppio , Asa+Katia, gemelle nell'aspetto e spesso Bava gioca sulla confusione delle due figure (quando appare Katia con i cani sembra spettrale, lo stesso avviene verso la fine quando Asa finge di essere Katia per confondere Andrej), inoltre Katia viene raffigurata in inquadrature dove vi è l'acqua (il dialogo con il padre nel giardino dove vi è una fontana al centro), Asa invece viene spostata su immagini di fuoco (dal rogo al camino che è il portale).Altro aspetto interessante è la maschera e il volto.Non a caso spesso è il viso a essere torturato(la maschera con le punte, il dottor choma a cui viene infilzato un crocifisso in testa, al volto ustionato del principe Vajda) chiare immagini di cambiamento di identità da parte dei vampirizzati.Come accennato prima Bava cura anche gli effetti speciali, dal marchio iniziale sulla pelle di Asa(quasi a metaforizzare che il film marchiera' lo spettatore) a proseguire sulla maschera chiodata che a colpi di martello viene attaccata ad Asa, con tanto di schizzi di sangue.Uno degli effetti migliori rimane la ricrescita della carne nel teschio di Asa, un effetto davvero straordinario.Un piccolo capolavoro che deve la sua magistralita' ad un regista che merita riconoscimento ed encomio.Attori non da meno, da un bravo Andrea Checchi ad un'ottima Barbara Steele che nel doppio ruolo evidenzia la sua bravura.Da vedere e apprezzare.
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il cinefilo
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lunedì 24 ottobre 2016
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il potere è donna!
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Barbara Steele alias la principessa Asa di Moldavia...mirabile esempio di sensualità mista al potere assoluto da esercitare sulla debole mente degli uomini.
Il potere è donna! può sembrare un concetto banale e abusato ma, in casi di film come questo, è la pura verità: per quanto il maschio tenti di resistere al desiderio e sottrarsi al destino è comunque avviato al crollo e al dominio dei suoi più reconditi desideri.
Il piano della principessa Asa è quello di distruggere i discendenti di coloro che la misero al rogo...e lo fa stregando, seducendo e piegando al suo volere tutti gli uomini che pogtranno adempiere, senza discutere, ai suoi ordini.
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Barbara Steele alias la principessa Asa di Moldavia...mirabile esempio di sensualità mista al potere assoluto da esercitare sulla debole mente degli uomini.
Il potere è donna! può sembrare un concetto banale e abusato ma, in casi di film come questo, è la pura verità: per quanto il maschio tenti di resistere al desiderio e sottrarsi al destino è comunque avviato al crollo e al dominio dei suoi più reconditi desideri.
Il piano della principessa Asa è quello di distruggere i discendenti di coloro che la misero al rogo...e lo fa stregando, seducendo e piegando al suo volere tutti gli uomini che pogtranno adempiere, senza discutere, ai suoi ordini.
Il dottor Crubaya rappresenta l'esempio massimo di assogettamento del maschio al potere femminile(secondo solamente, forse, al dominio di lady van tassel sul prete ne il mistero di Sleepy Hollow).
Nella scena in cui Crubaya cede alla strega, Barbara Steele emana una sensualità demoniaca e irresistibile(chi scrive arde di desiderio per quest'attrice fin dall'età di dodici anni...per lei e per Miranda Richardson/lady Van Tassel e, in generale, adoro le donne e bramo d'essere sottomesso al loro sesso)per cui nessun maschio raziocinante potrebbe mai trovare la forza di opporvisi...niente e nessuno può opporsi al potere delle belle donne, fine della storia.
La principessa Asa e lady Van Tassel sono belle, sensuali, potenti...i maschi sono solo pedine da possedere a loro piacimento, quando, come e dove vogliono.
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lucaguar
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sabato 6 gennaio 2024
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atmosfere demoniache
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Nel 600', in piena epoca di caccia alle streghe, la principessa Asa è condannata a morte al rogo. Due secoli dopo, un docente universitario e il suo assistente, durante un viaggio in carrozza, finiscono per caso nella cripta in cui è sepolta la "strega". A causa di un incidente, il sangue del professore finisce nell'orbita vuota della salma e questa riprende vita, con lo scopo di vendicarsi con i discendenti di coloro che parteciparono al rogo. Inizia così una serie di omicidi e una scia di terrore in cui la strega si serve della sua bellezza per infondere uno spirito demoniaco prima nel padre della principessa Katia (sua alter-ego), e poi nel professore stesso.
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Nel 600', in piena epoca di caccia alle streghe, la principessa Asa è condannata a morte al rogo. Due secoli dopo, un docente universitario e il suo assistente, durante un viaggio in carrozza, finiscono per caso nella cripta in cui è sepolta la "strega". A causa di un incidente, il sangue del professore finisce nell'orbita vuota della salma e questa riprende vita, con lo scopo di vendicarsi con i discendenti di coloro che parteciparono al rogo. Inizia così una serie di omicidi e una scia di terrore in cui la strega si serve della sua bellezza per infondere uno spirito demoniaco prima nel padre della principessa Katia (sua alter-ego), e poi nel professore stesso.
Film di esordio di Bava, è considerato il primo horror italiano, ma la cosa più importante da dire è che non è certamente solltanto per questo che può essere ritenuto un capolavoro: gli effetti speciali sono avanzati per l'epoca, lo stile di regia è moderno e rapido, e porta con sè innovazioni (ad esempio i piani sequenza e le carrellate veloci e improvvise) che ispireranno intere generazioni di registi, su tutti Tarantino e Burton. Questo film potrebbe affascinare per mille ragioni, ma per quanto mi riguarda sono rimasto impressionato dalla bellezza e dalla pulizia della fotografia, di tipo espressionistico, in un fantastico bianco e nero ultra-contrastato, e dalla scenografia, palesemente "finta" ma meravigliosamente teatrale e gotica, che riesce in ogni istante ad emanare atmosfere demoniache e tetre. Bava non era soltanto un grandissimo regista, ma anche un geniale direttore della fotografia. In Italia, come spesso avviene, questi registi "scorretti", che escono dai cardini morali ed estetici moralmente accettati non vengono compresi e apprezzati ma, soprattutto negli USA, questa pellicola divenne subito un cult. Dobbiamo riscoprire Mario Bava, che non è un regista di b-movie, ma un grande regista. Questa è un'opera di grande importanza storica e non è blasfemo definire "La maschera del demonio" la risposta italiana (anche se, certo, tardiva) a "Nosferatu". Film patrimonio del cinema italiano e mondiale,
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