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Il film definito non ingiustamente dalla critica"polpettone storico", uscì nel 1942, con cast ragguardevole di attori, ambientato alla fine del '700 in Inghilterra (in parte in Polinesia costruita negli studios) sotto il regno di Giorgio II.
Prtogonisti: il bieco Sir Arthur Blake (George Sanders) ricco proprietario terriero che perseguita il nipote Benjamin (Tyrone Power) figlio del primogenito e di una donna del popolo che sembrebbe non sposata, e lo sottrae con la forza al nonno materno, armaiolo, che lo ha allevato, se lo fa affidare e lo impiega come stalliere. Benjamin diventato adulto s'innamora della cugina (Frances Farmer) ma deve scappare e s'imbarca iin una nave mercantile dopo un lungo viaggio sbarca in un'isola della Polinesia con il compare Caleb (John Carradine), lì trova un tesoro di perle di grande valore e l'amore della figlia del re locale Eve (Gene Tierney). Arriva una nave e ritorna in Inghilterra per vendicarsi, libera dalla prigione il nonnno, ma viene tradito da Frances e lo zio lo fa imprigionare e sta per essere impiccato, ma un famoso avvocato lo fa assolvere con il riconoscimento che è lui il vero erede in quanto il padre si era sposato. Benjamin emancipa tutti i fittavoli a cui regala le terre e ritorna nella Polinesia per vivere con la bella Eve.
Il film risente dell'ovvietà di certe situazioni: l'orfano che scopre di essere il vero erede di una fortuna, contrastato dal parente malvagio (qui lo zio), la scoperta di un tesoro (le ostriche perlifere), la vendetta, il raggiungimento dell'amore non con la fidanzata traditrice ma con la bella indigena, in altri termini a grandi linee la vicenda del conte di Montecristo.
A merito del film una regia essenziale senza tanti fronzoli di John Cromwell, direttore della Paramount e della RKO con all'attivo diversi film tra cui Schiavo d'amore (Human bondage) con Bette Davis che destò scandalo ma fu un grande successo e Prigioniero di Zenda, fu un regista abile nel dirigere gli attori anche per la sua origine teatrale ma anche dotato di sostanza e di stile. Ottima la recitazione degli attori: Tyrone Power uno dei "belli" di Hollywood che nel 1942 ancora giovane aveva un discreto curriculum (Jesse James, La grande pioggia) attore sottovalutato che seppe interpretare ruoli drammatici (Il filo del rasoio, Il testimone); Gene Tierney una delle attrici più belle e brave di Hollywood (Laura) all'inizio della sua carriera breve per una grave forma di depressione; George Sanders bravissimo attore specializzato in ruoli di cattivo o di perfido (Il fantasma della signora Miur). Un accenno merita Frances Farmer attrice di solida formazione professionale (partecipò alla fondazione di Actor's Studio), nel film recita perfettamente la parte ambigua della donna che non si perita di tradire per soldi l'amato fidanzato per poi cercare di riconquistarlo quando diventa erede. La Farmer ebbe una vita drammatica, ricoverata in istituti psichiatrici ove subì trattamenti brutali (elettroshock, lobotomizzazione), si ridusse a fare la portinaia e morì a 57 anni, la sua vicenda ispirò il film Frances con Jessica Lange. In conclusione un film discreto con un'ottima fotografia, che malgrado l'età si vede volentieri.
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