luca scial�
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venerdì 26 ottobre 2012
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un thriller a sfondo sociale
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La città di Dussendolf è sconvolta da un serial killer che adesca e uccide bambine. I genitori sono in apprensione per i propri figli, la polizia brancola nel buio, mentre i criminali sono arrabbiati in quanto la città è assediata e ciò non consente loro di lavorare in tranquillità. Così decidono di dargli la caccia, volendolo condannare a morte.
Questo Thriller di Fritz Lang, diventato un classico del cinema, talvolta anche inserito nel genere horror, parte come film inquietante, per poi divenire nella seconda parte quasi un poliziesco. Nel finale viene invece dato ampio dibattito sulla giustizia, sulla pena di morte, sulle malattie mentali.
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La città di Dussendolf è sconvolta da un serial killer che adesca e uccide bambine. I genitori sono in apprensione per i propri figli, la polizia brancola nel buio, mentre i criminali sono arrabbiati in quanto la città è assediata e ciò non consente loro di lavorare in tranquillità. Così decidono di dargli la caccia, volendolo condannare a morte.
Questo Thriller di Fritz Lang, diventato un classico del cinema, talvolta anche inserito nel genere horror, parte come film inquietante, per poi divenire nella seconda parte quasi un poliziesco. Nel finale viene invece dato ampio dibattito sulla giustizia, sulla pena di morte, sulle malattie mentali. Forse ad essere condannati alla fine sono i genitori, che secondo Lang dovrebbero essere più accorti con i propri figli.
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tarantinofan96
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martedì 4 agosto 2015
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uno dei più grande capolavori del cinema
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Uno dei più grandi capolavori della storia del cinema. Un’autentica lezione filmica, che unisce le tecniche dell’espressionismo muto con quelle del cinema sonoro, un’opera di altissimo valore tecnico, ma anche nei contenuti, molto innovativi per l’epoca: è il primo film che delinea la figura del serial killer patologico, rappresentandone la psicologia e i motivi che lo spingono a fare quello che fa.
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Uno dei più grandi capolavori della storia del cinema. Un’autentica lezione filmica, che unisce le tecniche dell’espressionismo muto con quelle del cinema sonoro, un’opera di altissimo valore tecnico, ma anche nei contenuti, molto innovativi per l’epoca: è il primo film che delinea la figura del serial killer patologico, rappresentandone la psicologia e i motivi che lo spingono a fare quello che fa.
Un’opera che mostra perfettamente la paranoia di una società minacciata da un assassino di bambini e inoltre offre un ritratto quasi documentaristico della Germania del periodo. Emblematica la parte finale con il famoso monologo di Peter Lorre (perfetto per questo ruolo) che mostra il vero messaggio del film, ovvero: siamo sempre pronti a giudicare le azioni degli altri e sostituirci alla giustizia, ma ci dimentichiamo, prima di tutto, di guardare dentro noi stessi e di puntare il dito contro i veri colpevoli.
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