
Titolo originale | Letto numero 6 |
Anno | 2020 |
Genere | Thriller, |
Produzione | Italia |
Durata | 117 minuti |
Regia di | Milena Cocozza |
Attori | Carolina Crescentini, Andrea Lattanzi, Pier Giorgio Bellocchio, Roberto Citran Carla Cassola, Riccardo Bortoluzzi, Paola Sotgiu, Peppe Servillo, Nathalie Caldonazzo, Camilla Bianchini, Alice Palazzi, Urbano Barberini, G-Max, Carlo Dutto. |
Distribuzione | 01 Distribution |
MYmonetro | 2,71 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 3 aprile 2020
La storia di una giovane donna che si trova costretta a combattere forze oscure all'interno di un ospedale.
CONSIGLIATO SÌ
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Roma, oggi. La dottoressa Bianca Valentino prende servizio nella clinica infantile privata gestita da religiose e diretta da Padre Severo. È lui a informarla del fatto che la pediatra a cui lei sta subentrando si è suicidata lanciandosi dalla finestra della stanza in cui anche a lei toccano le guardie notturne. Per prudenza Bianca non ha rivelato al suo datore di lavoro di essere incinta, ma non è questa la ragione degli incubi e delle inquietudini che iniziano ad agitare le sue notti. Sono i richiami lamentosi di Michele, un bambino, che nell'oscurità occupa il letto numero 6 per poi smaterializzarsi misteriosamente. Un infante rancoroso che, oltre a toglierle il sonno, si accanisce anche nei confronti degli altri piccoli pazienti. Bianca ne denuncia la presenza, ma per motivi diversi né suo marito Ettore né Padre Severo le credono. Ma poco a poco emergeranno dal passato le ragioni e responsabilità di chi ha interesse a tenere nascosto Michele.
Esordio alla regia cinematografica di Michela Cocozza, già aiuto regista per i Manetti Bros. - che in questo caso figurano sia come autori del soggetto che coproduttori con Carlo Macchitella - e ancora prima assistente, tra gli altri, di Stefano Sollima, Roan Johnson e Ivan Cotroneo, Letto n. 6 contiene e dispiega tutti gli elementi tipici del thriller soprannaturale innervato di horror.
Una protagonista femminile in pericolo, in equilibrio tra forza e fragilità; il suo doppio, la cui morte splatter come un sigillo dà il via al film; un'architettura opprimente, su cui aleggia un passato minaccioso; la claustrofobia ansiogena del contesto religioso; la colonna sonora di Motta, impastata di ninna nanna dissonante e sussurri dall'aldilà; bambini in difficoltà fisica e psicologica che sembrano usciti dal Villaggio dei dannati; un make up curato e atmosfere e stilemi alla Argento. Anche dal punto di vista del linguaggio il genere è onorato, con le apparizioni e sparizioni improvvise alle spalle dei personaggi e la macchina da presa che si avvita su se stessa, precipita dalla finestra, stravolge i piani. Sono semmai la durata esorbitante, frutto di una sceneggiatura ripetitiva e iper esplicativa (di Michelangelo La Neve, già autore di Song' e Napule e Ammore e malavita, con la collaborazione di Cristiano Brignola) a depotenziare di quasi ogni tensione un soggetto con tutte le carte in regola per andare a segno. Con una variazione peculiare: l'introduzione di Francesco (Andrea Lattanzi), in funzione di spalla di Bianca, che con la sua spontaneità conferisce al giallo soprannaturale una vena comica tutta capitolina (che sia forse nato il coatthriller?). Debutto fieramente citazionista, ben calato nella realtà metropolitana e dalla mano sicura, che si attende di apprezzare presto all'opera su narrazioni più stringate.