| Anno | 1964 |
| Genere | Commedia |
| Produzione | Italia |
| Durata | 109 minuti |
| Regia di | Paolo Heusch |
| Attori | Totò, Linda Sini, Andreina Pagnani, Franco Fabrizi, Britt Ekland Luciano Marin, Isa Crescenzi, Mario Castellani, Marcella Valeri, Lina Alberti. |
| Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
| MYmonetro | 3,33 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
|
|
Ultimo aggiornamento mercoledì 3 dicembre 2025
Un generale in pensione cerca di trovare una nuova occupazione in una realtà sociale che muta rapidamente.
|
CONSIGLIATO SÌ
|
Il colonnello Antonio Cavalli viene promosso generale e contemporaneamente collocato a riposo. Non ha però nessuna intenzione di fare una vita da pensionato impegnato com'è nello scrivere le sue memorie e nel cercare un impiego degno del suo passato di comandante. Troverà lavoro presso una società di affaristi in attività immobiliari e non tutto procederà come vorrebbe.
Totò affronta un personaggio che si tiene lontano dalle gag e dalla farsa offrendo un ritratto credibile di un uomo che non vuole rinunciare a sentirsi utile.
Girato tra il settembre e l'ottobre del 1963 Il comandante è l'ottava pellicola interpretata da Totò in quell'anno. Viene lanciato con uno slogan che lo qualifica come il suo centesimo film mentre in realtà è solo l'86esimo (a cui si può aggiungere il doppiaggio de La vergine di Tripoli). Viene girato in un appartamento nel quartiere di Monteverde e negli ex stabilimenti della Titanus (in attesa di demolizione) alla Farnesina. Quando i produttori Luciano Ercoli e Alberto Pugliese vanno a proporgli l'idea, Totò pretende che a scrivere la sceneggiatura sia Rodolfo Sonego, lo sceneggiatore di fiducia di Alberto Sordi. In origine è prevista la partecipazione di Vittorio Gassman e Franco Interlenghi che poi rinunciano. Voci dal set sussurrano che molte scene, a causa di errori di Franco Fabrizi, devono essere ripetute con contenuto disappunto di Totò che offre il suo meglio al primo ciak. Il film riceve il premio Sirena d'Oro a Napoli e Oriana Fallaci intervista l'attore per "L'Europeo" affermando: "La considero l'unico autentico artista fra tanti cialtroni, l'unico vero signore tra tanti cafoni, l'unica Altezza Imperiale dinanzi alla quale mi tolgo con uno ma cento cappelli!".
La critica però non è altrettanto favorevole. Basti, in tal proposito, citare un recensore autorevole come Gian Luigi Rondi che scrive su "Il Tempo": "Nonostante la schietta umanità dello spunto e la presenza di Totò in una parte più amara che non comica, l'effetto è scarsamente convincente, e alla lunga finisce per lasciare perplessi". L'impressione è che talvolta anche i critici più preparati cedano a una modalità di giudizio contraddittoria secondo la quale si vorrebbe che un attore non si riproponesse sempre nei ruoli consueti ma poi, quando lo fa, si è pronti per criticarlo per il cambiamento. Alberto Moravia si fa interprete di questa posizione scrivendo che "se Totò avesse coltivato delle ambizioni di interprete 'serio' avrebbe finito per commettere gli stessi errori d'un Petrolini" aggiungendo che "è giusto per questo che invece di pochi film di qualità ne abbia fatto cento di tutti i generi". Anche lo scrittore, sia detto tra parentesi, cade nella trappola dei cento film. È vero che la sceneggiatura poteva forse evitare la scena dell'incendio nella torretta di casa Cavalli che dovrebbe far riemergere il Totò comico ma finisce con il risultare come una nota stonata rispetto al contesto. Per il resto però Totò infonde al suo personaggio tutte le note della fragilità di un uomo abituato al comando e a una vita in un ambito completamente diverso da quello in cui si trova ad agire nel momento del pensionamento. Il generale Cavalli non vuole ridursi alle passeggiate nel parco o al controllo dei primi modelli di imbarcazioni telecomandate. Totò gli conferisce la giusta misura di dignità mista ad una ingenuità che non rinuncia a scatti di orgoglio. Tutto questo in un contesto che, alla maniera di Sonego, denuncia affaristi e truffatori.
La vita riserva sempre sorprese ed è una parabola che sale per poi discendere; tanto più si è andati in alto,tanto più non ci si adatta a perdere tutto quanto si aveva all’apice del successo. La caduta diventa precipitosa perché cede la salute, “finchè non giunge la podagra a render lenti” come scriveva Ovidio,si perdono i rapporti col prossimo,la memoria si spegne come una candela,resta l’arroganza [...] Vai alla recensione »
Il Colonnello Antonio Cavalli riceve una lettera con la quale gli si comunica che sia stato promosso Generale, ma, al contempo, che abbia maturato l'età pensionabile. Il ritiro a vita privata diventa difficile, per lui che ha passato buona parte della sua vita a seguire e far osservare le rigide regole militaresche. E con abitudini e principi ben consolidate.