L'ispettore Derrick

Film 1977 | Poliziesco

Titolo originaleDerrick
Anno1977
GenerePoliziesco
ProduzioneGermania
AttoriHorst Tappert, Fritz Wepper, Ellen Schwiers .
MYmonetro Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Una serie con Horst Tappert, Fritz Wepper, Ellen Schwiers. Titolo originale: Derrick. Genere Poliziesco - Germania, 1977, Valutazione: 4 Stelle, sulla base di 1 recensione.

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“Girare un serial giallo in Germania? Sarebbe come ambientare un western in Albania”. La storia di Derrick, racconta il produttore Helmut Ringelmann, comincia così, con la reazione scettica dei dirigenti della ZDF, la seconda rete tedesca. Senza troppe illusioni, Ringelmann, l’autore Herbert Reinecker e due bravi attori provenienti dal teatro si preparano a girare la prima puntata, Mitternachtsbus (Pullman di mezzanotte). L’esordio nell’ottobre del 1973 con l’episodio Waldweg (Il sentiero nel bosco) – in Italia nel 1979 – ha inaugurato 23 anni ininterrotti di un successo tradotto in 102 lingue, dal cinese al francese, dal turco all’olandese. Il protagonista Horst Tappert, diventato attore per caso dopo la guerra, ha raggiunto una celebrità mondiale, forse più di Kohl. E proprio il cancelliere tedesco ha affermato: “Cerco di non perdere neanche una puntata di Derrick, un esempio di come la tv possa offrire gialli pieni di suspense senza costosi effetti speciali nè eccessi di violenza. Sicuramente il migliore prodotto da esportazione dopo la Volkswagen”. L’ispettore dal quale tutti vorremmo essere interrogati ha modi gentili, cerca di capire la psicologia del colpevole e del sospettato, parla a bassa voce. Come nei romanzi di Simenon, conta più di tutto il fattore umano: la serie accende i riflettori sulla personalità dei personaggi, racconta storie umane per capire cosa possa spingere all’omicidio. Sono in pochi infatti a uccidere con freddezza e premeditazione: la maggior parte lo fa per disperazione. E anche quando Derrick li fa confessare, gli assassini restano esseri umani. E così il ruolo dei comprimari, a partire dal fedele e meno riflessivo Harry Klein (Fritz Wepper), non è mai didascalico: ogni personaggio viene descritto a tutto tondo, con le sue diverse sfaccettature. Il muro che divide nettamente il bene dal male proprio di molte serie americane viene abbattuto dal “Maigret tedesco”. L’idea iniziale prevedeva un serial – originariamente intitolato Das Revier (Il distretto) – diviso in due tempi: nel primo il delitto, nel secondo la soluzione e le motivazioni psicologiche dell’assassino. Nessuna novità invece sui contenuti delle sceneggiature: delitti a “sfondo sociale” in cui il colpevole viene da subito rivelato allo spettatore secondo lo schema che gli americani hanno definito “inverted detective novel”. Il telefilm, girato in studio e in esterni (a Monaco di Baviera), deve forse il successo al taglio europeo, a quella che Umberto Eco ha definito “la passione della mediocrità”, con il quasi annullamento del ritmo e la totale mancanza di sex appeal dei protagonisti: non per niente, la signora che accompagna Derrick a teatro nelle prime puntate scompare come è apparsa, senza troppe indagini da parte dell’ispettore. Accanto a Tappert fanno la loro comparsa guest-stars italiane o presunte tali: Amedeo Nazzari (che non è stato doppiato poiché recitava in italiano), Remo Remotti (nei panni di un boss mafioso), Claudio Caramaschi; l’attore Peter Bertram interpreta invece ben tre personaggi con passaporto italiano. Nell’episodio Diciotto anni dopo compare Siegfried Lowitz che, smessi i panni de Il commissario Köster, interpreta un detenuto che esce di prigione; tra i volti noti si nota Klaus Maria Brandauer. L’ufficio di Derrick è l’unico set del serial ricostruito in studio (a Pucheim, su un’area di 2500 metri quadrati). Tutte le storie al centro della serie recano la firma di Herbert Reinecker, sceneggiatore con la passione per Dostoevskij e Nietzsche, per il quale vale il motto “siamo tutti assassini potenziali”. Alcune sceneggiature sono passate al vaglio critico di Georg Schmidt, il direttore della Polizia criminale di Monaco che ha affermato: “Derrick fornisce un’immagine positiva della polizia. Si distingue per i modi corretti ed eleganti. L’obiettivo era mostrare allo spettatore che la polizia è garante di uno stato di diritto”. Qualche numero sulla Derrickmania: 281 episodi girati, 20 registi e 5000 attori impiegati, 102 paesi che lo hanno ospitato in tv, 200 fanclub sorti in Germania e all’estero, 3 Telegatti (nel 1986, nel 1987 e nel 1990) quale miglior serie straniera. Di Derrick esiste anche una recente versione cartoon: nel film d’animazione Derrick – il dovere chiama (2004), l’ispettore e il fido Klein danno la caccia a un serialkiller che minaccia di uccidere i partecipanti a un concorso canoro. A tutto questo si deve aggiungere la Croce al merito consegnata nel 1977 a Horst Tappert dal Presidente della Repubblica federale tedesca, Roman Herzog, e il suicidio di una donna del SudTirolo costretta a vivere – a suo dire – accanto a un marito che non somigliava affatto a Derrick. Tuttavia, all’inizio la critica stroncò l’avvento del detective tedesco: “Der Spiegel” lo definì “inerte e non ben definito”, Ugo Buzzolan su “La Stampa” scrisse che “il tenente Colombo non lo avrebbe assunto neanche come aiutante”. Ma il pubblico andò controcorrente e in tempi recenti Aldo Grasso ha scritto sul “Corriere della Sera”: “i tipi come Derrick sono destinati alla gloria imperitura […]. La sua forza risiede nell’intuito, nella capacità psicologica. Non veste all’ultima moda, ma alla penultima; non complica le indagini, si fa complice dell’indagato. Derrick finge di occuparsi di criminali, in realtà il suo interesse principale è l’audience. Sa pedinarla e catturarla”. Se Luca Goldoni fa notare che “il mondo in cui si muove Derrick è incantevolmente improbabile. La sua macchina (n.d.r. una BMW) non si sporca neppure nei percorsi sterrati perché il fango tedesco è notoriamente liofilizzato. I rari inseguimenti rispettano stop e precedenze”, Indro Montanelli ha ammirato l’ispettore perché “il bello di Derrick è proprio che, dopo averlo visto, lo si dimentica: non lascia tracce nella memoria, non crea problemi, non pretende di trasmettere messaggi”. Oltre all’inseparabile impermeabile alla Bogart, il fermacravatta demodè e il fazzoletto nel taschino, TappertDerrick indossa uno dei quattro parrucchini a sua disposizione sul set; l’attore ha raccontato che quando fu chiamato da Ringelmann per interpretare il protagonista, il produttore gli fece girare una scena con il toupet e una senza, optando per la prima soluzione. Les Humphries è l’autore della sigla musicale; Frank Duval, Eberhard Schöener e Martin Böttcher si alternano alla firma della colonna sonora. Dopo 281 puntate Tappert ha deciso di mollare, mandando in pensione il suo fortunato personaggio: “non avrò vita professionale dopo Derrick” ha confessato l’attore tedesco più popolare del mondo “non posso farci nulla, il pubblico mi identifica con il detective”. E per il saluto finale dell’ispettore si sono registrati ascolti record in Germania: più di 10 milioni di telespettatori per l’ultimo episodio della sua carriera, intitolato Addio, Ispettore Derrick, in cui lascia la squadra omicidi per guidare l’Europol in Olanda; gli succede idealmente l’ispettore Siska (interpretato da Peter Kremer). “In ogni caso” spiega Ringelmann “Derrick non muore in azione: il personaggio va semplicemente in pensione, come uno qualunque. Con l’anomalia di andarsene senza promozioni dopo tanti successi, con il grado di ispettore della Polizei criminale. Nella vita reale sarebbe diventato questore se non capo della polizia”. Tanto vero che nel 1995 la Federazione tedesca dei funzionari della Criminalpol aveva invano protestato per ottenere la promozione del loro collega televisivo da ispettore a commissario. Tutto il contrario dell’inaspettata protesta dei poliziotti italiani manifestata tramite l’Unione Sindacale di Polizia nell’estate del 2004: a loro dire, “i telefilm di Derrick sono ormai vecchi come il cucco, privi di interesse e di riferimenti attuali, così come il look dei suoi protagonisti”; la USP invitava pertanto la Rai a “cancellare una pietosa serie antidiluviana e a sostituirla con uno dei tanti sceneggiati polizieschi italiani, più attuali e, quindi, più interessanti”, pena “la riunione in massa a Roma per stracciare i blocchetti degli abbonamenti Rai”. Ma la vicinanza con la realtà si è fatta sentire in un episodio di cronaca vera: Gary Tappert, il figlio di Horst, è stato arrestato perché sfuggiva a debiti mai pagati. Difficilmente la tv tedesca, e non solo quella, troverà un altro Derrick. “In un mondo dove sullo schermo abbondano gli attori fastfood” ha accusato Tappert “pronti a passare da un poliziesco a una serie ospedaliera, mancano o scarseggiano serial che consentano ai protagonisti di mettersi in evidenza”. Gualtiero Peirce ha scritto su “Repubblica”: “Con sublime coerenza, Derrick esce di scena nell’unico modo possibile, andando in pensione. E in questo modo, ha scelto un argomento di grande attualità anche per l’ultima puntata”.

PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
giovedì 24 gennaio 2013
foxpap

l'ispettore derrick lo seguo da piu di venti anni e ogni puntata anche se è l'ennesima volta che lo vedo è sempre un piacere e ringrazio a tv2000 che tutte le notti lo manda in onda e siccome è un telefilm che ha ancora successo anche rai3 il sabato e la domenica mattina ci delizia con l'ispettore derrick

NEWS
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lunedì 15 dicembre 2008
 

Addio, ispettore Fra gli infallibili risolutori degli omicidi della tv è stato sicuramente il più longevo: 281 episodi contro i 264 di Angela Lansbury e de La signora in giallo, i 198 di Matlock e il centinaio di Kojak e di Colombo.

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