Mein Führer - La veramente vera verità su Adolf Hitler

Film 2007 | Commedia, 90 min.

Titolo originaleMein Führer - Die wirklich wahrste Wahrheit uber Adolf Hitler
Anno2007
GenereCommedia,
ProduzioneGermania
Durata90 minuti
Regia diDani Levy
AttoriHelge Schneider, Ulrich Mühe, Sylvester Groth, Adriana Altaras, Stefan Kurt Ulrich Noethen, Lambert Hamel, Udo Kroschwald, Torsten Michaelis, Axel Werner, Victor Schefé, Lars Rudolph.
Uscitavenerdì 23 novembre 2007
DistribuzioneVidea
MYmonetro 2,64 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Dani Levy. Un film con Helge Schneider, Ulrich Mühe, Sylvester Groth, Adriana Altaras, Stefan Kurt. Cast completo Titolo originale: Mein Führer - Die wirklich wahrste Wahrheit uber Adolf Hitler. Genere Commedia, - Germania, 2007, durata 90 minuti. Uscita cinema venerdì 23 novembre 2007 distribuito da Videa. - MYmonetro 2,64 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 30 gennaio 2015

Una lettura insolita e sovversiva del dittatore più feroce del 20°secolo. In Italia al Box Office Mein Führer - La veramente vera verità su Adolf Hitler ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 98,4 mila euro e 60,5 mila euro nel primo weekend.

Mein Führer - La veramente vera verità su Adolf Hitler è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato nì!
2,64/5
MYMOVIES 3,00
CRITICA 2,10
PUBBLICO 2,83
CONSIGLIATO NÌ
Una commedia ebraica dal tema delicato, in bilico tra satira e spirito critico.
Recensione di Matteo Signa
giovedì 20 settembre 2007
Recensione di Matteo Signa
giovedì 20 settembre 2007

L'ultima volta che il Führer è stato rappresentato sul grande schermo ha preso le sembianze gelide ma fortemente espressive di Bruno Ganz nel discusso La caduta di Oliver Hirschbiegel. Nel nuovo lavoro di Dani Levy, la figura del noto dittatore tedesco viene osservata attraverso gli occhi malinconici e profondi di un insegnante di recitazione ebreo interpretato da Ulrich Mühe la cui scomparsa prematura fa acquistare alla pellicola un peso decisamente diverso. Siamo nella Germania nazista del 1944. Hitler, ormai stanco e depresso, evita qualsiasi incontro pubblico. Ha bisogno di riacquistare credibilità e prestigio presso l'opinione pubblica afflitta da una guerra ormai persa. Decide, così, di farsi aiutare da un attore ebreo, Adolf Grünbaum, per rinvigorire le sue doti oratorie.
Per quanto Levy si attenga ai fatti storici, la storia e le circostanze narrate sono frutto della propria fantasia e immaginazione. Due elementi sono veritieri. Hitler ha realmente avuto un maestro di recitazione il cui lavoro consisteva nel migliorare le qualità respiratorie e gestuali. L'altro aspetto fondato gioca sulla difficile infanzia dello spietato gerarca testimoniata da un libro di Alice Miller che Levy ha letto con attenzione per la stesura dello scritto.
Come nel suo film precedente, Zucker!...come diventare ebreo in 7 giorni, Levy conferma la sua capacità di trattare temi delicati e fastidiosi bilanciando continuamente satira e spirito critico. Il cineasta è consapevole che gli strumenti sovversivi della commedia decostruiscono più facilmente il cinismo e la ferocia dei personaggi raffigurati. Gli stessi in ambito tragico sono più difficili da trattare perché aumenta il rischio di una frettolosa didascalia. Dall'inizio alla fine, il soggetto si avvale di una narrazione forte in cui ogni situazione è ben disegnata e concatenata. In ogni fase del racconto, tutti gli elementi contenutistici e formali sono in gioco: l'umorismo ebraico, il sottile confine tra fantasia e realtà, figure smontate continuamente, una musica minimalista e un buon gioco di equilibrio tra ricostruzioni storiche e realizzazione al computer.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 19 settembre 2010
lostz

un bel film comico,ben interpretato e ben girato. Tempo speso bene per una serata allegra con amici, ci sono un paio di scene che ci hanno fatto cadere dal divano. Quello che è successo in quegli anni lo sappiamo tutti, ma questo non vuol dire che non si possa fare della satira, la satira deve essere irrispettosa e irriverente(dice Luttazzi) per essere divertente. tre stelle e 1/2 meritate!

domenica 2 agosto 2009
Francesco2

La prima scena, col protagonista costretto a"Bere" in quel modo, sarà anche didascalica ma illustra benino cos'avrebbe potuto essere questa commedietta, che non di rado si trascina tra "Sketches" che non divertono affatto e psicologia spicciola(Hitler che diventa ciò che diventa perché il padre lo picchiava).La si guarda però con maggiore indulgenza quando il protagonista, per salvare sè stesso e la [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Alberto Crespi
L'Unità

Premessa: secondo noi, ridere su Hitler, si può. L'hanno fatto un ebreo (Ernst Lubitsch con Vogliamo vivere) e un gentile (Charlie Chaplin con Il grande dittatore) in passato. L'hanno rifatto un ebreo (Radu Mihaileanu con Train de vie) e un gentile (Roberto Benigni con La vita è bella) in tempi recenti. Moni Ovadia, dal canto suo, non perde occasioni per spiegarci che l'umorismo è un'arma formidabile [...] Vai alla recensione »

Mauro Gervasini
Film TV

Non stupisce che Mein Führer (sottotitolo boratiano: La veramente vera verità su Adolf Hitler) alla sua uscita in Germania abbia sollevato qualche discussione, giacché dai tempi di Chaplin e Lubitsch buttare nazismo e Shoah sul ridere è rischioso. Nel nostro caso, il Führer si scopre depresso e insicuro, per questo chiede aiuto a un insegnante di recitazione, per di più ebreo, interpretato dal compianto [...] Vai alla recensione »

Mariarosa Mancuso
Il Foglio

Un'idea buona si spiega in due minuti: questo i produttori si aspettano dagli sceneggiatori negli speed date organizzati da tutti i festival dotati di mercato. Lo svizzero-berlinese Dani Levy, che di "Mein Führer" è anche regista, avrebbe senz'altro superato il primo ostacolo. Lasciato il nome e il numero di cellulare, sarebbe stato prontamente richiamato, per produrre il trattamento e la sceneggiatura. [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
Liberazione

Charlie Chaplin e Peter Sellers, chi può essere così incosciente da mettersi contro di loro? Presto detto, è un brizzolato svizzero di nascita e tedesco d'origine e d'adozione, è Dani Levy. Una delle colonne più salde e meno conosciute del nuovo cinema tedesco, un iconoclasta che non teme tabù e tanto meno paragoni. In Zucker. Come diventare ebreo in 7 giorni raccontò - meglio del celebrato amico Wolfgang [...] Vai alla recensione »

Boris Sollazzo
Rolling Stone

Si può scherzare su Adolf Hitler? Secondo Dani Levy, che i comunisti li aveva già sistemati nell'ottimo Zucker – Come diventare ebreo in 7 giorni, sì. Svizzero 50enne, ama le parodie, i temi fastidiosi e le ferite aperte. Visto che Hitler (Helge Schneider) è depresso, il fido Goebbels gli affianca un insegnante di recitazione ebreo, Adolf Grünbaum (l'Ulrich Mühe delle Vite degli altri, nella sua ultima [...] Vai alla recensione »

Massimo Lastrucci
Ciak

Successo e scandalo in Germania: un film che fa dell'umorismo su Hitler, per giunta firmato da un ebreo (Dani Levy autore del fortunato Go for Zucker!). Straordinario lo spunto di base: il diabolico Göbbels pensa di ringalluzzire il depresso Führer alla vigilia di un fondamentale comizio (siamo nel dicembre 1944 e il Paese è a pezzi), facendolo preparare da un grande attore ebreo, Adolf Grünbaum, prelevato [...] Vai alla recensione »

Valerio Caprara
Il Mattino

Non sempre lo spunto spericolato si traduce in un titolo raccomandabile; anche perché sul terreno della comicità, la risata pura e semplice dovrebbe sempre prevalere sulla provocazione. L'ebreo Dani Levy che raggiunse il bersaglio con lo sgangherato ma a tratti irresistibile «Zucker», si è sentito tanto coraggioso da seguire le orme di Roberto Benigni e del suo acclamato «La vita è bella» azzardando [...] Vai alla recensione »

Francesco Alò
Il Messaggero

Hitler comici: Mel Brooks viene scambiato per il dittatore nel finale di Essere o non essere; Charlie Chaplin, scimmiottandolo, piega il microfono a forza di urli ne Il grande dittatore; Indiana Jones riceve da lui un autografo ne L'ultima crociata. La novità di Mein Führer - la veramente vera verità su Adolf Hitler di Dani Levy è che sono i tedeschi a farci una commedia.

Serafino Murri
XL

L'ebreo svizzero Dani Levy prova a raccontare il Führer con una commedia dagli intenti chapliniani in salsa cinica alla Mel Brooks, dal risultato più simile a un Terapia e pallottole farcito di gag da barzelletta come in un film stile Vanzina. Al grande dittatore, spompato e in crisi depressiva, Goebbels rimedia un professore e istrione teatrale ebreo, a cui affida il compito di riaccendere la verve [...] Vai alla recensione »

Stephen Holden
The New York Times

A failure of nerve sinks Dani Levy’s film “My Führer: The Truly Truest Truth About Adolf Hitler,” billed as the first comedy about the Nazi leader to be made in Germany. The movie imagines that in December 1944, during the final months of the Third Reich, the Nazi elite resorted to desperately silly measures to re-energize the depressed Hitler. Led by Joseph Goebbels (Sylvester Groth), they pluck [...] Vai alla recensione »

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