Il pane nudo

Film 2004 | Drammatico 90 min.

Regia di Rachid Benhadj. Un film con Saïd Taghmaoui, Marzia Tedeschi, Sanâa Alaoui, David Halevim, Karim Benhadj. Genere Drammatico - Italia, 2004, durata 90 minuti. Uscita cinema venerdì 12 maggio 2006 - MYmonetro 2,82 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 9 febbraio 2015

Racconto autobiografico di un giovane marocchino e della sua vita fatta di stenti, miseria e analfabetismo. Il ragazzo vorrà uscire da questa situazione in cui vive, iscrivendosi ad una scuola pubblica. In Italia al Box Office Il pane nudo ha incassato 7,4 mila euro .

Consigliato sì!
2,82/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 3,63
CONSIGLIATO SÌ
Dal carcere marocchino alla scoperta della poesia.
Recensione di Tirza Bonifazi
sabato 13 maggio 2006
Recensione di Tirza Bonifazi
sabato 13 maggio 2006

Un bimbo marocchino, sporco e affamato, che cerca cibo fra i rifiuti, torna a casa felice di aver trovato una gallina morta per il fratellino malato, ma viene punito dalla madre perché mangiare carogne è peccato; una signora borghese fa cadere una bottiglia di latte che si rompe, e lo stesso bambino, buttatosi faccia a terra per leccare, si taglia con i vetri e il suo sangue si mescola al liquido. È la storia di Mohamed Choukri, nato nel Rif e trasferitosi a Tangeri con la famiglia per sfuggire alla povertà, ritrovandosi a patire ogni stento con un padre violento e alcolizzato - che ucciderà il fratello - e una madre troppo devota alla religione e al marito. Fino a vent'anni, Choukri vive di sotterfugi, conosce solo la fame e l'unico calore che riceve è l'amore comprato in una casa chiusa; poi, nella prigione dov'era finito per una retata, conosce un rivoluzionario che gli insegna a scrivere, tirandolo fuori dal buio dell'analfabetismo. Il suo primo romanzo autobiografico, Il pane nudo, esce nel 1960 e diventa un caso letterario, un classico apprezzato nel resto del mondo ma censurato nei paesi arabi a causa della sua crudezza.
Per anni molti sceneggiatori avrebbero voluto adattare per il grande schermo la vicenda, ma Choukri non ha voluto altri che Rachid Benhadj. Il film del regista algerino appare però troppo sbrigativo, e sembra cercare a tutti i costi l'empatia del pubblico snocciolando uno dopo l'altro gli episodi più drammatici (il sopruso di un ricco pedofilo, la morte accidentale di un amico per mano della polizia, i giorni passati in carcere); e benché faccia uso della stessa tecnica dello scrittore, dello stesso linguaggio asciutto, finisce per essere eccessivamente naïve e sopra le righe. Neanche gli attori, tra i quali Saïd Taghmaoui (tra i protagonisti de L'odio di Kassovitz) riescono a portare un po' di estro nel lavoro di Benhadj, ma anzi lo appesantiscono ulteriormente con la loro enfasi. Il caso, paradossale, vuole che a pochi metri dal cinema romano nel quale si svolge la proiezione pomeridiana de Il pane nudo, un bus della Mediaset promuova la finale de "La fattoria", reality ambientato proprio nel Marocco di Choukri.

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RECENSIONI DELLA CRITICA
Gian Luigi Rondi
Il Tempo

Un film italiano di un regista di origini algerine, Rachid Benhady, attivo comunque da tempo all'interno della nostra industria cinematografica. Come ricorderanno quanti nel 2000 hanno visto il suo Mirka, protagonista Vanessa Redgrave, su degli stupri etnici, con conseguenti infanticidi, commessi nelle zone montane del nostro Nord Est. Oggi si rifà a un romanzo autobiografico di un noto scrittore marocchino [...] Vai alla recensione »

Roberto Silvestri
Il Manifesto

Chi sopravvive all'inferno della famiglia mononucleare e ai suoi riti barbarici, fondati sulla sottomissione di tutti (e in ogni campo, sesso compreso) al padre padrone, diventerà da grande «buon padre di famiglia», ripeterà quei riti dark e nasconderà dietro un muro di ipocrisie le sue violenze (anche se solo psicologiche) contro figli e mogli (la recente sentenza della Cassazione italiana ci indigna [...] Vai alla recensione »

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