
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Italia |
Durata | 90 minuti |
Regia di | Margherita Spampinato |
Attori | Marco Fiore, Aurora Quattrocchi, Martina Ziami, Camille Dugay Comencini . |
Tag | Da vedere 2025 |
MYmonetro | Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 11 agosto 2025
Nico, bambino moderno e ribelle, passa l'estate con una zia siciliana rigida e religiosa. Scontri e diffidenze lasciano spazio a un legame profondo.
CONSIGLIATO SÌ
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Nico è un bambino di oggi, dipendente dal telefono e con lo smalto sulle unghie. All'improvviso viene strappato al suo mondo "del nord" per passare un mese d'estate in Sicilia, in compagnia di un'anziana zia, Gela. A casa della donna non c'è il wifi né l'aria condizionata, e si mangiano prelibatezze a cui il suo palato non è ancora pronto. Ci sono solo i giochi di carte, l'adorabile cagnolino Frank, e un condominio intero popolato di nonne e nipoti, più forse qualche spirito che abita gli appartamenti all'ultimo piano ed è causa di strani rumori. Nico e Gela, ognuno radicato nelle proprie certezze ma con dolori simili nel cuore, dovranno pian piano cercare un linguaggio comune.
Prima volta nel lungometraggio per Margherita Spampinato, che con autoriale dolcezza scrive, dirige e monta un omaggio all'arcano mondo delle nonne, come ce lo ricordiamo tutti nella nostra memoria infantile.
Dal momento in cui bisogna inventarsi di tutto per non accompagnarle a messa, passando per i salotti con le tapparelle sempre chiuse, fino alle raccomandazioni sul fazzoletto da portarsi sempre dietro per giocare in cortile. Gela e Nico non sono esattamente nonna e nipote, ma proprio per questo riescono a isolare e incarnare ancora meglio la dinamica di estrema differenza e di grande vicinanza che si crea in quel rapporto. È un film nostalgico, che guarda a un milieu classico come la proverbiale "estate italiana", che forse non esiste più se non filtrata attraverso l'immaginario collettivo. Spampinato scrive e mette in scena per archetipi e chiare opposizioni, senza troppe sfumature, ma è una semplicità che ben si presta a una storia lineare fatta di pochi elementi, seppur tutti profondamente sentiti.
Con la limpidezza di un apologo ben riuscito, la regista avvicina una lente d'ingrandimento emotiva al trauma dei due personaggi principali, uno radicato nel passato e l'altro (il distacco dalla babysitter prediletta) che brucia di un dolore molto presente. È un elemento drammatico che il film prende ammirevolmente sul serio, ingigantendolo come se lo spettatore stesso ci fosse dentro. Al tempo stesso lo circonda di elementi di commedia, soprattutto grazie al colore dei personaggi di contorno e al forte senso di luogo legato alla verticalità del palazzo, nonché alle note da romanzo di formazione, con il piccolo (e iper-consapevole) Nico alla ricerca di un'inevitabile sintesi culturale e personale. Avendo lavorato in passato come responsabile casting, Spampinato va sul sicuro e si affida al volto iconico di Aurora Quattrocchi per la sua Gela, dandole subito un'implicita e magnetica autorevolezza contro cui il Nico del giovane Marco Fiore può andare dritto a scontrarsi. La fotografia calda cattura una Sicilia d'interni torrida ma raffinata, che sul finale si apre a una liberatoria partita a nascondino - come tutto ciò che l'ha preceduta, anche quest'ultima ci restituisce un senso di autenticità, fedele tanto ai nostri ricordi quanto ai nostri sentimenti.
Ci sono film che sanno di controra, di quella greve calura dell'attesa appesa al tempo della vita che solo chi vive ed è cresciuto nel meridione conosce davvero. Gioia mia, l'opera prima di Margherita Spampinato (a Locarno78 in Cineasti del Presente) è uno di quelli: scritto sulla flagranza della sospensione tra mondi e tempi contrapposti, è un film che nutre la saggezza della semplicità con pochi [...] Vai alla recensione »
Nico, un bambino di circa dieci anni, viene mandato dai genitori a passare l'estate con l'anziana zia Gela. Qui si dovrà adattare al tempo rarefatto e alle abitudini della parente, per poi aprirsi all'amicizia dei suoi coetanei. Gioia mia segna l'esordio al lungometraggio della sensibile e brillante regista Margherita Spampinato, capace di realizzare una storia in grado di estendere la trama incentrata [...] Vai alla recensione »