
Anno | 2025 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Francia |
Durata | 103 minuti |
Al cinema | 177 sale cinematografiche |
Regia di | Robin Campillo |
Attori | Pierfrancesco Favino, Élodie Bouchez, Malou Khebizi, Vladislav Holyk, Nathan Japy Philippe Petit (II), Maksym Slivinskyi, Eloy Pohu, Charline Paul, Mounir Margoum, Rosalie Lauer, Julie Nicola, Adriel Sorrente, Frédéric Féraud, Fanny Roger. |
Uscita | giovedì 28 agosto 2025 |
Tag | Da vedere 2025 |
Distribuzione | Lucky Red |
MYmonetro | 3,36 su 13 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 30 luglio 2025
Enzo lascia la scuola per fare il muratore e inizia una relazione con un operaio ucraino, sfidando la famiglia borghese e cercando sé stesso tra conflitti e desideri. Enzo è 6° in classifica al Box Office, ieri ha incassato € 45.575,00 e registrato 23.531 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Enzo ha 16 anni e ha abbandonato gli studi per imparare a fare il muratore. I genitori altoborghesi non si capacitano della scelta del figlio, tanto più che suo fratello maggiore Victor è invece uno studente modello che aspira ad entrare in una delle università più prestigiose di Parigi. Sul luogo di lavoro Enzo incontra Vlad e Miroslav, due ucraini che presto verranno chiamati ad arruolarsi nel conflitto con la Russia. Enzo preferisce di gran lunga la loro compagnia a quella degli amici secchioni di Victor, per non parlare di quella dei suoi genitori totalmente avulsi alla realtà che li circonda, in particolare il padre italiano Paolo che gli fa continuamente il terzo grado sulle sue intenzioni future. L'attrazione per Vlad è anche sessuale e sentimentale: per Enzo è necessaria, per Vlad pericolosa.
Enzo è stato scritto da Laurent Cantet, purtroppo mancato l'anno precedente alle riprese del film, e da Robin Campillo, che ha accettato da Cantet già malato l'incarico di occuparsi della regia: dunque il film viene presentato nei crediti di testa come "un film di Laurent Cantet diretto da Robin Campillo".
In effetti il film rispecchia entrambe le anime dei suoi creatori: mette il lavoro e l'istruzione al centro come ha fatto Cantet con Risorse umane, A tempo pieno, La classe e L'atelier, coadiuvato da Campillo, che da par suo racconta attraverso i corpi e la loro sensualità dal valore politico, come ha fatto in Eastern Boys e 120 battiti al minuto. Enzo è un adolescente, ma i suoi turbamenti non sono quelli del classico coming of age: sono quelli di una generazione orripilata dall'indifferenza degli adulti rispetto ad un mondo dove la guerra e le disparità economiche decidono del destino degli esseri umani e oscurano qualunque prospettiva futura, e dove l'istruzione è diventata l'ingresso di un tunnel di accettazione e conformismo, non più una via per la propria affermazione personale e per la partecipazione attiva alla cosa pubblica. Per contro Enzo è passivo, addirittura autolesionista, ma sa seguire le proprie inclinazioni e i propri desideri con una determinazione allo stesso tempo ottusa, inconsapevole e irresistibile.
Con altrettanta determinazione rifiuta i condizionamenti di un padre, interpretato da Pierfrancesco Favino con preoccupazione paterna e arroganza genitoriale, che si fa veicolo del controllo sociale, muro contro muro rispetto al figlio, interpretato con grande naturalezza e verità (benché volutamente opaca) da Eloy Pohu. Elodie Bouchez nel ruolo della madre e Maksym Slivinskyi in quello di Vlad chiudono il cerchio, anzi, il quadrato. La regia di Campillo è molto più lenta e composta (forse anche in omaggio ai ritmi narrativi di Cantet) di quella dei suoi film precedenti, a tratti appare addirittura convenzionale, ma improvvisamente rompe il ritmo (ricordiamo che Campillo è un eccellente montatore, dei film di Cantet come dei suoi) in alcune sequenze che non a caso hanno al centro la libertà cui i corpi aderiscono o la costrizione cui si ribellano. Il suo Enzo cerca di imparare a costruire case nuove anche se denuncia ambizioni limitate, soprattutto per differenziarsi da un padre accademico (che guadagna meno della moglie ingegnere, perché la società che lui perpetua non dà grande valore all'istruzione). L'apparente apatia del ragazzo è assai più etica della sordità e cecità dei genitori e del fratello, intenti a rispettare le aspettative del loro ambiente e del loro privilegio, rispetto alle ingiustizie e alle derive catastrofiche che li circondano, e delle quali prima o poi saranno anche loro inevitabilmente vittime. Enzo si scaglia contro la parete che gli è stata costruita intorno, eliminerebbe volentieri quel cancello che tiene Vlad fuori dalla bella casa fronte mare cui lui stesso sa di non appartenere, e le uniche leggi che rispetta sono quelle del desiderio. Enzo ammette la paura, che non è quella di non riuscire a conservare il proprio status quo, come il padre e il fratello, ma quella di rimanerci intrappolato, e di restare impotente davanti al mondo che lo circonda.
Pronti via, in media res ci troviamo nella squadra di operai del cantiere dove Enzo si mette alla prova, nell'apprendistato della vita. Con eccezione di scenografie naturali, sempre nel segno della bellezza, come i calanchi del parco naturale o le rovine campane, il dramma esistenziale non sfugge all'alternanza tra il sudore attorno alla betoniera e la pacata, languida vita familiare nella villa con [...] Vai alla recensione »
Un passaggio di testimone. Un segno d'amore e di stima. Per grazia ricevuta, potremmo dire. La sceneggiatura l'aveva scritta Laurent Cantet, morto lo scorso anno. Robin Campillo era suo collaboratore e amico, nonché regista del film "Les revenants", più famoso per la serie che ne ha tratto Fabrice Gobert, in onda su Canal +. Trama: in un piccolo paese di montagna, i morti tornano in vita, come se nulla [...] Vai alla recensione »
Enzo, sedici anni, figlio di un'ingegnera e di un professore, decide di lasciare gli studi e dedicarsi a un lavoro concreto, manuale, utile. Così ogni mattina lascia la confortevole villa di famiglia per andare in un cantiere dove può imparare il mestiere di muratore. L'emozione suscitata dall'ultimo film di Laurent Cantet (morto nell'aprile 2024) è dovuta alla sua forza intrinseca e a quella di un [...] Vai alla recensione »
Un adolescente sospeso tra due mondi e due età per un film diviso a sua volta in due. Tragicamente. Un film di Laurent Cantet realizzato da Robin Campillo, recitano i titoli. Scomparso nel 2024 a soli 63 anni, Cantet era lo straordinario regista francese che dopo essersi rivelato con "Risorse umane" ci aveva dato altri film memorabili come "La classe", Palma d'oro a Cannes 2008, o il sottovalutato [...] Vai alla recensione »
La doppia paternità di Enzo - un film di Laurent Cantet, morto la settimana prima delle riprese, diretto da Robert Campillo, co-sceneggiatore e principale collaboratore del regista francese - impone di chiedersi dove sia presente l'uno e dove l'altro. Letteralmente, il soggetto è del primo, la sceneggiatura di entrambi, la regia, inevitabilmente, del secondo.
Tra il lusso e le macerie, Enzo preferisce il cantiere: costruire piuttosto che consumare e prima di sprecare. Quasi una dichiarazione politica, o poetica... 16 anni a Marsiglia, Enzo guarda il mondo in guerra attraverso gli occhi di Vlad, giovane ucraino che non vuole combattere ma non è un disertore, è solo che la trova una cosa orrenda. Dolce e silenziosamente disperato, Enzo è l'ultimo film del [...] Vai alla recensione »
Prima arriva la storia del film. Laurent Cantet progetta un ritorno a Le Ciotat, spazio de L'atelier, tempo e momento di ri-scrittura dell'adolescenza. Un luogo dello spirito appena sopra à Marsiglia, dove la direttrice topografica è una proiezione della stratigrafia sociale, di classe, dove chi sta più in giù o in su lo fa per condizione sociale o ricerca dell'identità.
Enzo (detto con la zeta dolce) vive a Marsiglia, ha sedici anni ed è figlio di una coppia agiata, che abita una lussuosa villa con piscina e pareti a vetro protette da un alto recinto. Ha un fratello che studia sodo per entrare in università a Parigi, ma lui ha preferito frequentare un istituto tecnico, perché ama le cose concrete. Enzo guarda la vita verso il basso e infatti nasce al film con le mani [...] Vai alla recensione »
Torna spiritualmente a Cannes, dopo la prematura morte l'anno scorso, il grande cineasta francese Laurent Cantet (1961-2024) che nel lontano 2008 proprio qui sulla Croisette aveva conquistato la Palma d'Oro con La classe. E lo fa aprendo la Quinzaine des Cinéastes con un film che aveva progettato e scritto dopo il suo ultimo Arthur Rambo e che lo storico collaboratore del cineasta, Robin Campillo, [...] Vai alla recensione »
Si apre la 57° edizione della Quinzaine des cinéastes con un omaggio al regista Laurent Cantet, scomparso l'anno scorso. Enzo, il film cui stava lavorando, presentato in apertura della sezione alternativa di Cannes, porta la dicitura: «Un film di Laurent Cantet diretto da Robin Campillo». Il secondo, da sempre uno stretto collaboratore del primo, di cui ha curato il montaggio di sei film ed è stato [...] Vai alla recensione »
Alcuni film sono sorretti da molte voci. Nel reparto produttivo di Enzo, film di apertura alla Quinzaine des cinéastes (ex Quinzaine des Réalisateurs) al Festival di Cannes, si vedono tra gli altri i fratelli Dardenne e Jacques Audiard. Dietro la macchina da presa ci doveva essere Laurent Cantet, che poi è scomparso prima di portare a termine il lavoro.
Forse occorre ribadirlo e preferiamo parlare al presente. Perché, come direbbe Enzo, l'opera è lì, resta, nonostante "le tempeste e gli tsunami" della vita. Laurent Cantet è uno degli autori più lucidi e centrali degli ultimi decenni. Lo è per come racconta la trasformazione e la deriva dei rapporti di classe, lo smarrimento degli individui in una società che pretende le definizioni, i ruoli prestabiliti, [...] Vai alla recensione »
Inutile nascondersi dietro un dito: Enzo, che apre ufficialmente la Quinzaine des Cinéastes 2025, cinquantasettesima edizione della sezione autonoma e parallela del Festival di Cannes, non è un film come gli altri. Non è neanche un'opera postuma, visto che Laurent Cantet, che aveva lavorato il soggetto per poi scrivere la sceneggiatura insieme a Gilles Marchand e al fedele sodale Robin Campillo, è [...] Vai alla recensione »