Anno | 2024 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Svizzera, Italia |
Durata | 98 minuti |
Regia di | Samir |
Uscita | lunedì 19 maggio 2025 |
Distribuzione | Mescalito Film |
MYmonetro | Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 16 maggio 2025
Un film saggio che riflette sul passato della classe operaia.
BIGLIETTI QUI » La prodigiosa trasformazione della classe operaia in stranieri è 83° in classifica al Box Office. domenica 1 giugno ha incassato € 99,00 e registrato 327 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Un percorso capillarmente documentato con filmati d'epoca (militanti e non) su come la Confederazione Elvetica accolse o discriminò coloro che arrivavano sul territorio dal sud dell'Italia in seguito a una esplicita richiesta di manodopera. Con un chiaro riferimento a situazioni che, decenni dopo, vedono l'Italia come protagonista.
Samir, noto regista da sempre impegnato sul fronte della solidarietà, affronta un tema spinoso seguendo lo scorrere degli anni.
Ci sono documentari che si limitano a ricostruire un periodo storico. Ce ne sono altri che, mentre adempiono a questo compito, testimoniano di una militanza che è bene riportare alla memoria. Una citazione di una canzone di Roberto Vecchioni si rende necessaria in proposito. Si tratta di "Formidabili quegli anni" in cui il cantautore milanese, riferendosi alle lotte per i diritti degli anni '60/'70 e indirizzandosi alle nuove generazioni, scrive: "Le libertà che avete/ mica c'erano a quei tempi../ Noi ci siamo fatti il culo/tocca a voi mostrare i denti".
È ciò a cui fa pensare il lavoro di Samir che ci mostra, venendo dopo Manodopera - Inderdit aux chiens et aux italiens, come quel film di animazione in stop motion riflettesse appieno quanto accaduto nei decenni che videro l'arrivo in Svizzera di migliaia di italiani. Max Frisch aveva fotografato la situazione con la frase: "Cercavamo braccia. Sono arrivati uomini".
Questo documentario ci mostra come, dinanzi a questa evidenza, una parte della pur avanzata democrazia svizzera abbia reagito con una chiusura normativa e sociale che si orientava al respingimento, anche se nella consapevolezza di aver bisogno di quella manodopera. I filmati dei registi che all'epoca si impegnarono sul fronte della testimonianza accompagnano una narrazione che affronta tutti i nodi, in gran parte risolti ma non sempre definitivamente, di quella integrazione riuscita in definitiva ma a prezzo di sacrifici e discriminazioni che ancora oggi pesano anche su chi si sente comunque svizzero.
Ciò che contraddistingue questa opera è la volontà di tenere deste le coscienze. Poteva essere facile ricostruire quanto il passato sia stato difficile, con punte che potremmo definire di xenofobia, da parte di alcune realtà politiche estremiste fermandosi alla sua, seppur documentata, ricostruzione. Samir sente il dovere di andare oltre ricordando (non solo agli svizzeri ma anche agli italiani) come quanto accaduto si stia nuovamente riproducendo con le nuove ondate migratorie.
Alla retorica dell'invasione si aggiunge, in Italia, quella stessa che in passato alimentava la retorica dei sindacati elvetici. Con il grido di "Ci portano via i posti di lavoro" si nascondeva il fatto che gli autoctoni quei lavori non volevano (e in Italia non vogliono) più farli. Con il sospetto che non si voglia regolamentare una seria politica migratoria per poter agitare, quando necessario, la bandiera del "Fuori lo straniero". Non è necessario aderire in toto a tutto quanto accaduto, sul piano delle lotte, nei decenni scorsi per poter comunque comprendere quanto la retorica dei discriminatori tout court fosse e sia controproducente anche per i cittadini della nazione in cui la si propugna.
Beniamino dei festival di ricerca, Samir racconta il Sessantotto che cambiò la Svizzera, affiancato dal produttore radicale Gianfilippo Pedote. Madre elvetica e padre iracheno, un ingegnere comunista esule a Zurigo per motivi politici, Samir ha conosciuto sulla pelle e documenta con precisione i drammi sul lavoro e i melodrammi esistenziali dell'emigrazione in Svizzera.