Disinibita ed esuberante, Clara Bow fu l'idolo delle platee americane degli anni '20. I suoi sguardi provocanti e la sua chioma rossa fiammante, l'avevano fatta diventare il"sex symbol"dell'epoca. A sedici anni Clara partecipò ad un concorso fotografico bandito da una rivista cinematografica. Non lo vinse, però ebbe un premio di consolazione: venne invitata a partecipare al film Beyond the Rainbow (1922), dove interpretava una scena d'amore a fianco di Billie Dove. Seguirono numerose altre partecipazioni di discreto rilievo, in film come Black Oxen (1924) di Frank Lloyd, Kiss me Again (1925) di Ernst Lubitsch e The Plastic Age (1925) di Wesley Ruggles. Ma il film che la consacrò definitivamente fu It (Cosetta, 1927). In questa pellicola la diva interpretò la parte di una commessa molto sexy e vivace, che finisce per sposare il padrone del grande magazzino dove lavora. It aveva fatto di lei un simbolo, ma allo stesso tempo le aveva anche affibbiato un'etichetta dalla quale Clara non poté disfarsi. Era segnata. Benché i film fossero ora più numerosi, i ruoli rimasero gli stessi. Inoltre la vita disordinata condotta dall'attrice negli anni successivi divenne uno degli argomenti preferiti delle cronache scandalistiche di quel periodo, che le fecero perdere quasi del tutto la sua reputazione. Nel 1932 Clara sposò un attore di western, Rex Bell, dal quale ebbe due figli. Ma la sua salute stava andando a pezzi; passava il più del tempo in case di cura per malati di mente. Morì a sessant'anni in un sanatorio a Los Angeles. Poco prima della sua morte Clara Bow raccontò a un giornalista cosa fosse il divismo cinematografico negli anni '20:"Possedevamo individualità. Facevamo ciò che ci piaceva. Facevamo le ore piccole. Vestivamo nel modo che volevamo. Oggi i divi sono più assennati e hanno una salute migliore. Ma noi ci siamo divertiti molto di più".