Dopo essersi laureato in Scienze Marittime, divenne ufficiale di vascello e pilota di aerei, dedicandosi successivamente al giornalismo e dirigendo alcuni periodici specialistici, come La cinematografia italiana, Cine nostro, Cinema Scenario. Negli anni dal 1934 al 1939 occupò una posizione di rilievo fra i membri della commissione di revisione del cinema, scrivendo anche alcuni libri improntati allo spirito dell'epoca (Cesare, Domani soldati, E il cielo rispose). Passato dalla teoria alla pratica, lavorò a lungo nel cinema, occupandosi prevalentemente di documentari (Traffico nell'Urbe, 1935) e di cinegiornali. Durante la seconda guerra mondiale firmò la versione italiana di alcuni film tedeschi, collaborando ad altre pellicole di modesto interesse. Nel 1950 fu proiettata la sua opera più nota, Mamma mia, che impressione!, che in realtà fu diretta da Vittorio De Sica, il quale tuttavia, non vi appose la propria firma. Altri film, diretti sempre negli anni Cinquanta, appaiono per lo più di scarso rilievo, mentre merita di essere ricordato l'esteso documentario di montaggio sull'ultima guerra, Battaglie sui mari (1965), in cui Savarese inserì una notevole quantità di materiale assai raro. Abbandonata in seguito la regia, si dedicò al doppiaggio, scrivendo anche dialoghi in italiano per film stranieri.