Antichrist |
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Un film di Lars von Trier.
Con Willem Dafoe, Charlotte Gainsbourg
Titolo originale Antichrist.
Horror,
durata 100 min.
- Danimarca, Germania, Francia, Italia, Svezia, Polonia 2009.
- Lucky Red
uscita venerdì 22 maggio 2009.
- VM 18 -
MYMONETRO
Antichrist
valutazione media:
2,48
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Costante scivolamento verso l'abissodi Toro SgualcitoFeedback: 1567 | altri commenti e recensioni di Toro Sgualcito |
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domenica 23 ottobre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Un film aspro e violento ma anche intenso, d'una intensità particolare, dolorosa ma non esattamente angosciante. Si tratta di un dolore molto profondo, nel senso di collettivo e primordiale. Forse davvero Lars ha dato forma ad una parte dei fantasmi della sua depressione. Chi parla di pornografia e horror ha solo la mente chiusa in categorie a scatolette. Le famose scene di sesso sono coerenti con il resto del film ma è miserabile darne risalto per descrivere questo film perché ci sono molte altre cose da vedere e soprattutto da sentire. La fotografia è sapientissima. Alcuni frammenti potrebbero superare di parecchio in bellezza e intensità molti video d'arte blasonati. Grande uso pure della tecnica di ripresa al servizio dell'arte. Sembra un film "sporco" nelle immagini, ma invece c'è un grosso lavoro sui toni, sulla luce, sul fuoco ecc. Spesso tra il pubblico c'è l'abitudine a vedere soggetti e ambienti ben illuminati e ben messi a fuoco: cioè la rappresentazione di un'estetica e di una morale di cartapesta finte come spesso sono le relazioni e le convenzioni tra le persone. Qui è richiesto un altro approccio. Barvi i due interpreti, anche se lei forse appare un po' troppo monotonica ma tuttavia nel film funziona e ha una grossa fisicità. Defoe lo trovo molto adatto a quella parte. Ha un viso di grande espressività e chi ha curato la fotografia ed il trucco ne ha messo in luce la grande ricchezza di intensità. Le musiche non sono brutte ma forse si poteva fare uno sforzo maggiore nella ricerca dei brani e dei suoni. In questo Lynch è un grande maestro, senz'altro superiore a Von Trier (per ora). A Lynch comunque ho pensato anche durante la visone del film. I paragoni fatti da alcuni a Bergman e a Kubrick sono insensati. Invece ho trovato in Antichrist parecchio sapore di Lynch. Durante la proiezione di questo film a Cannes la cronaca ha riferito di risa e fischi in sala quando è apparsa la dedica a Tarkovsky: segno di ignoranza e stupidità. Guardando Antichrist ho avuto la sensazione di essere su un piano inclinato, una condizione di instabilità lenta e scivolosa come se fossi attratto da un abisso lontano ma certo. In questo film c'è una sofferenza che non è solo letteratura. Antichrist è un film da vedere ma costa fatica, fatica ripagata con bellezza ma anche con sofferenza
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