Donnie Brasco |
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Un film di Mike Newell.
Con Al Pacino, Johnny Depp, Michael Madsen, Bruno Kirby, James Russo.
continua»
Drammatico,
durata 126 min.
- USA 1997.
- C.G.D - Cecchi Gori Distribuzione
uscita venerdì 7 novembre 1997.
MYMONETRO
Donnie Brasco
valutazione media:
2,98
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Donnie Brasco.di Nicolas BilchiFeedback: 3995 | altri commenti e recensioni di Nicolas Bilchi |
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martedì 6 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Mike Newell schiera in campo una triade di grandi attori quali Al Pacino, Johnny Depp e Michael Madsen (che, seppur meno "star", non è affatto inferiore agli altri due) per dare lustro ad un thriller dallo stampo abbastanza classico per trama e struttura, ma estremamente interessante e sofisticato sul piano psicologico. La storia narra la vicenda dell'agente dell'FBI Joseph Pistone, infiltrato nell'ambiente malavitoso di Little Italy a New York, e dell'amicizia virile che egli finirà per instaurare con "Lefty" Ruggiero (Pacino), vecchio criminale insoddisfatto della sua posizione e pieno di rimpianti, che ha accettato a malincuore la scala gerarchica di potere che si instaura all'interno del sistema mafioso. Chiave di volta del film è l'evoluzione psicologica del personaggio di Pistone, che da doppiogiochista dei federali con il nome falso di Donnie Brasco diventa sincero confidente di Lefty nel momento in cui questi dedice di "garantire" per lui, cioè gli permette di farlo entrare nel giro che conta assumendosi ogni responsabilità sulla sua condotta. Lefty considera Donnie una sorta di figlio che non ha mai avuto (il suo è un drogato che non lo rispetta e che finirà per andare in overdose) e al contempo vede nel ragazzo quella energia che potrebbe permettergli di diventare un grando capo di Cosa nostra, e che a lui è mancata. Da parte sua, Donnie percepisce la genuinità dei sentimenti di Lefty e forse, nel vedere lo squallore e la tristezza della sua vita, al di là dell'idea immediata e pregiudiziale che si ha osservando il mondo della mala solo dalla superficie e non dall'interno, prova per lui un senso di compassione autentica... la crisi si ha dal momento in cui Donnie subisce una scissione interiore: il suo dovere morale è quello di portare a termine il proprio lavoro facendo arrestare i malviventi, ma al contempo reputa immorale (lui, che in una scena dice di aver sempre cercato di essere un esempio di moralità...) anche tradire la fiducia di Lefty nei suoi confronti. Brasco non ha alternative, può solo scegliere quale delle due vie seguire, ponendosi in contrasto, necessariamente, con l'una o con l'altra; di fronte a questo ingiusto bivio emerge tutta la debolezza (e quindi la straordinaria caratterizzazione) di Pistone, che non riesce però ad agire: rimane passivo, continua a partecipare ai crimini della banda e così si immerge sempre più profondamente nella loro realtà, venendone corrotto, un po' come il "tocco del male" colpiva il detective Quinlan di Orson Welles. Il matrimonio rischia di andare a monte, i suoi atteggiamenti si fanno sempre più violenti ed istintivi, fino a che, nella sequenza in cui Lefty organizza l'omicidio del figlio del boss, si giunge ad un inevitabile punto di rottura: nel momento in cui è Donnie a dover sparare il colpo, la sua scelta è tra perdersi completamente nel Male o fare il "Bene", che poi in realtà non è tale perchè comporta il ferire un amico. E l'intervento inaspettato dell'FBI, che per alcuni può essere una nota stonata che risolve "senza risolvere" il gioco di incastri che era venuto a crearsi, è in realtà l'unica soluzione possibile per preservare l'integerrimità di Pistone, che pur non venendo meno in modo diretto alla sua scelta, non può essere considerato responsabile di nulla; anche a livello artistico è una trovata straordinaria, che lascia molti dubbi: Donnie avrebbe sparato o no? Si sarebbe immerso nella spirale della perdizione o avrebbe seguito la Morale in senso assoluto?
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