Il massacro di Fort Apache |
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Un film di John Ford.
Con Anna Lee, Henry Fonda, John Wayne, Ward Bond, John Agar.
continua»
Titolo originale Fort Apache.
Western,
b/n
durata 127 min.
- USA 1948.
MYMONETRO
Il massacro di Fort Apache
valutazione media:
3,81
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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Il massacro di Fort Apache.di Nicolas BilchiFeedback: 3995 | altri commenti e recensioni di Nicolas Bilchi |
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domenica 4 settembre 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Anticipando in parte l'anno storico, il 1970, per il cinema western, John Ford realizza un'opera estremamente interessante non solo sul piano tecnico e stilistico, ma anche per l'indagine delle cause sociali e morali dell'astiosità degli indiani nei confronti del governo americano. Ford cala la sua straordinaria forza etica per rompere lo stereotipato sistema proprio del genere western (in larga parte forgiato dallo stesso regista), che era solito realizzare una marcata decisione tra i cowboy buoni e gli indiani cattivi e selvaggi, privi di morale e di valore; Ford invece inizia a stendere, almeno in parte, una mano amica nei confronti dei nativi americani: la "pace" - che poi pace non era, perchè gli indiani risultavano confinati in riserve sotto il controllo dei dominatori americani, e di questo il film non fa accenno - tra i due schieramenti vieni infranta nel momento in cui l'uomo bianco offre prostitute, fucili, alcolici ed altri divertimenti "occidentali" ai nativi. Il regista sembra così lasciare intendere come queste persone temessero di perdere la propria identità, erano consapevoli che questo contatto costituiva una forma di corruzione dei loro principi e di annientamento della loro cultura, sembra quasi una proiezione, anche se meno approfondita, del tema fondamentale del cinema di Pasolini: l'omologazione delle masse ad un certo tipo di mentalità, nel cineasta italiano quella borghese, in Ford quella di matrice europeiggiante in senso più ampio. Ed infatti il personaggio meglio caratterizzato è quello di Henry Fonda, una sorta di generale Custer che incarna in pieno i principi dell'Ovest nella loro luce più negativa ed oscura, posta in palese contrasto con la genuina moralità di Wayne (assolutamente straordinario per recitazione, in questa circostanza); Ford trasforma Fonda da buono per antonomasia (lo aveva diretto nel leggendario Furore) a personaggio veramente "nero": non è un cattivo tradizionale - e questo lo rende ancor più significativo - perchè la sua malvagità non deriva da una cosciente presa di posizione, cioè egli non compie il male volutamente, ma come conseguenza del suo effettivo sincero ai valori americani, che però in lui distruggono ogni possibilità di affetto umano e di senso della compassione e della tolleranza verso i "diversi". Di fronte ad una figura così artisticamente grande si eleva, e risplende di luce riflessa, anche il personaggio di John Wayne, che pur avendo una parte oggettivamente di second'ordine in questa pellicola, sul versante idelogico costituisce un tassello fondamentale del discorso... il suo modo di rapportarsi agli indiani, il senso di fratellanza con gli uomini del reggimento (opposto alla ferrea disciplina di Fonda) si caricano di una valenza sentimentale notevole, e conferiscono grande spessore ad un'opera che, pur definibile solo come un western, trascende il genere per presentare agli occhi degli spettatori una profonda riflessione di carattere socio-politico con lo stile chiaro e comprensibile a tutti proprio di un grande maestro quale John Ford.
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