Sono ormai sette le pellicole che accomunano questi due grandi del cinema: dopo il curioso, particolare e deludente Sweeney Todd: il diaboloco barbiere di Fleet Street (2007), i due si ripropongono con la nuova avventura della bella Alice. È la seconda volta che Alice visita il fantastico Paese delle Meraviglie...nel primo incontro con i pazzi personaggi di questo mondo è stata accompagnata dall'indimenticabile matematico e scrittore inglese Charles Lutwidge Dodgson, sotto il ben più noto pseudonimo di Lewis Carroll...e chi poteva accompagnarla per la seconda volta se non i due personaggi più pazzi del cinema moderno? Grazie alla anormale regia di T. Burton e alla fantastica capacità di J. Depp di adattarsi a qualsiasi ruolo, ne scaturisce una pellicola che trasmette appieno l'essenza di questo fantastico mondo. Tutto il film è basato su una scelta: dal matrimonio alla battaglia finale...ma questo vale anche per noi: la scuola, il lavoro, il partner, la famiglia...tutto è basato e modificato dalle nostre scelte. E molte volte succede che per prendere una decisione importante abbiamo bisogno di tempo e spazio...come quello che si è presa Alice andando sul fondo della tana del Bianconiglio...la aspettava una scelta importante, ma non era abbastanza matura per decidere ciò che era meglio per lei...per fortuna non era sola: grazie all'aiuto del Cappellaio, del Bianconiglio, dello Stregatto, del Brucaliffo e della Regina Bianca, Alice prende coscienza di quello che cerca e di quello che vuole...dopo la sconfitta della Regina Rossa ha la maturità giusta per tornare e per decidere del suo futuro. Regia ed interpretazione veramente sublimi, e sinceramente non mi è dispiaciuta neanche la Deliranza finale...per quanto rigurda la fotografia e gli effetti speciali, forse sarà colpa di Avatar e dell'incredibile sala 3D 4K in cui l'ho visto, ma non mi ha esaltato enormemente...comunque il 3D fa la sua bella figura.
Questa era la mia prima recensione: sarei molto contentto se qualcuno mi desse dei consigli, mi evidenziasse i difetti o magari mi dicesse che non è proprio il mio mestiere...tanto risponderei: "Si dice che per sopravvivere qui bisogna essere matti...quasi come un cappellaio...e per fortuna io lo sono!"
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