The Monkey

Un film di Oz Perkins. Con Theo James, Tatiana Maslany, Christian Convery, Colin O'Brien (II).
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Horror, Ratings: Kids+13, durata 98 min. - USA 2025. - Eagle Pictures uscita giovedì 20 marzo 2025. - VM 14 - MYMONETRO The Monkey * * 1/2 - - valutazione media: 2,55 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Una commedia horror divertente che esorcizza la morte in chiave grottesca e con un buon cinema.

di Imperior Max


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lunedì 24 marzo 2025

THE MONKEY.
Vediamo un po?.
Abbiamo come soggetto LA SCIMMIA di Stephen King che un racconto tanto breve quanto efficace, come produttore James Wan che con l?horror e il thriller sono sempre stati grandi amici (tra luci e ombre) e come sceneggiatore e regista abbiamo Osgood ?Oz? Perkins che in dieci anni ha sfornato un capolavoro, un buon film su Netflix e altri due grandi. Insomma, da questo triumvirato cosa potrebbe andare storto?!!??!!
Che una cazzo di scimmietta giocattolo molto inquietante riuscisse anche a strappare delle sane e grassissime risate. Tutto volutamente e con una gran voglia di divertire, ovvio?

Uno sconvolto pilota d?aerei si sbarazza di una scimmia giocattolo in grado, apparentemente, di provocare una morte violenta a chi ? nei paraggi una volta girata la chiavetta e finito di battere le bacchette sui tamburi e abbandona la sua famiglia. Nonostante ci?, I gemelli Hal e Bill Shelburn trovano in soffitta, tra le scartoffie del padre pilota, quella scimmietta. Essendo Hal tranquillo, gentile e vessato dai bulli mentre Bill un vero stronzo, decidono di girare la chiavetta per motivi diversi. Dopo una serie di ?orribili? morti e incidenti i due fratelli buttano la scimmia in fondo ad un pozzo e si separano. Dopo molti anni Hal ritorna nella sua citt? natale per passare del tempo con suo figlio che vede molto poco e sta? per essere dato in affidamento a un nuovo patrigno a causa dell?assenza del padre. Viene a sapere dal fratello Bill che la scimmia ? ritornata ad uccidere e si metter? in azione per fermare questa maledizione una volta per tutte.

Oz Perkins, stavolta su commissione, dirige il tutto con la sua solita mano con tanti primi piani, inquadrature fisse e movimenti lenti seguiti da diversi piani sequenza con l?aggiunta per? di un montaggio un po? pi? frenetico del solito, ma senza perdere i suoi proverbiali momenti inquietanti, di tensione e il giusto ritmo e, in linea straordinarissima, una messinscena grottesca, molto ironica, che non si risparmia col sangue e lo splatter. La brutalit? e l?orrore percepito fuoricampo e/o sfuocato sono meno presenti e il buio pi? nerissimo stavolta si vede poche volte, dando per? spazio ad una fotografia pi? curata verso i rossi e i marroni. Ci? nonostante rimangono comunque l?eleganza di regia e un paio di jumpscare azzeccati. Con le musiche allegre, le battute taglienti, i personaggi sopra le righe e i tempi comici azzeccati si ? praticamente tornati ai tempi di Buster Keaton, Charlie Chaplin e alle commedie horror di Sam Raimi e Peter Jackson degli anni ?80-?90. Qui Theo James nel suo doppio ruolo interpreta la sua parte migliore sia nell?umorismo che nel dramma, Tatiana Maslany ha un bel personaggio ed ? praticamente perdonata dopo l?orribile She Hulk della Marvel, Christian Covery anche lui bravo nel fare Hal e Bill da piccoli, una bella sorpresa con il piccolo ruolo di Elijah Wood e Oz Perkins che ci regala la sequenza pi? divertente di tutte.

La storia riprende il concept Kinghiano originale, ma Perkins decide si riadattarla raccontando di crescita senza padri, di riavvicinamenti familiari, di disagi infantili che si ripercuotono in et? adulta e di morte come parte della vita seppur messa metaforicamente nella figura della scimmia. Senza contare le aggiunte autobiografiche del regista ricordando la perdita del padre in giovane et? e della madre nell?attentato dell?11/9. In pi? le varie meccaniche narrative, le costruzioni logiche e i colpi di scena, seppur ogni tanto rasentano l?iperbolico, sono ben dettagliate e coerenti. Il tutto in una flemma fortemente grottesca, con un pizzico di surreale e con personaggi particolari ben scritti.

Ora, come Longlegs ricordava Il silenzio degli innocenti, The Monkey ricorda per messinscena e inquadrature Final Destination. Solo che se in quella saga si cercava in maniere sempre pi? macchinose e contorte (e dal terzo capitolo in poi, sempre pi? forzate) di raggirare il disegno della morte e con topoi narrativi ormai divenuti ripetitivi e riciclati, oltre che a prendersi troppo sul serio. Qui invece le meccaniche sono pi? semplici, circoscritte in una sola figura allegorica e ci si prende molto meno sul serio. Poi, a parte una piccola forzatura per arrivare ad un?ultima smaccata ?uoatafack?, il resto ? fatto bene.

Senz?altro non stiamo parlando di un grande film, ma ? una chiara dimostrazione che anche se su commissione e non nelle corde del regista, Oz Perkins riesce a preservare una buona mano.

Nota di servizio: E' vero, la recensione ? lunghetta, al contrario del film che dura 98 minuti. Cos?, tanto per evidenziare che ad oggi la durata media dei film di Perkins ? arrivata a 93,6 minuti e che gli si pu? dire tutto tranne di essere un pachiderma...

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