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                BUGONIA.
  Dopo che Yorgos Lanthimos prese il racconto mitologico greco di Ifigenia raccontandoci Il sacrifico del cervo sacro, il regista passa a Virgilio con un episodio della Bugonia di Aristeo dove, sconvolto per la morte delle api e in cambio del perdono degli d?i, sacrifica quattro tori cos? da farle rinascere dalle loro carcasse. Ovviamente era una metafora dalla quale in biologia si dimostra che la sostanza organica di origine animale ? un terreno fertile per far schiudere le uova da vari insetti. E l?omonimo film gioca per buona parte della durata proprio sulla percezione e la manifestazione tra la credenza e la verit?.
  Teddy Gatz, un impaccatore di un?azienda farmaceutica dedito all?apicoltura delle api e alle teorie complottiste, ? convinto che le sue api stiano morendo a causa del suo capo, la dirigente Michelle Fuller. Crede altres? che lei sia un?Andromedana intenta a fare esperimenti sugli esseri umani a livello globale modificando l?equilibrio ecologico e la vita delle api. Con l?aiuto di suo cugino ritardato Don la rapiscono da casa sua e la segregano nello scantinato fino a farle confessare la sua vera natura e di convincere l?imperatore di Andromeda e tutti i suoi accoliti ad andarsene dal pianeta Terra. Di l? in poi saranno tutti botta e risposta tra manipolazioni, tesi, antitesi, congetture, contraddittori e follie di altro genere fino a conseguenze roccambolesche.
  Si parte con una splendida regia di Lanthimos dove non rinuncia a lavorare sulla profondit? di campo con riprese a soggetti lontani ad inquadratura fissa, ma anche con movimenti lenti e primi piani sugli attori. Un buon uso della fotografia concentrata sui gialli e i rossi, ma stavolta pi? opachi negli spazi pi? ampi. Un ottimo montaggio delle volte alternato coi flashback, scene oniriche, divisioni in atti artistoidi e un buon ritmo tra molte situazioni dialogate ed azioni improvvise ed accompagnate dalle buone musiche di Jerskin Fendrix che ritorna dopo Povere Creature! e Kinds of Kindness. Delle grandi interpretazioni da parte di un Jesse Plemons dimagrito, tanto sopra le righe quanto posato e quadrato; una Emma Stone risoluta, attiva, passiva e affascinante, specialmente a testa rasata e una Alicia Silverstone veramente ben ripescata.
  Nonostante una trama apparentemente stramba e di riporto dal film coreano Salvare la Terra! che rimaneva sul fantascientifico e la commedia, in Bugonia si prende una strada tanto grottesca e drammatica quanto profonda e riflettente sulle tematiche messe in tavola. Partendo con pochi personaggi trattati e poche location si va? a raccontare una storia che andr? sempre ad allagarsi fino a descrivere un?umanit? sempre pi? fottuta. Basta guardare Teddy Gatz e il suo modo di pensare assai complottistico, ridicolo, fuori dagli schemi, tenendosi fuori dai media, dai libri e dalla realt? generale, ma incredibilmente con una logica ben congegnata, messa in scena come convincente, senza dubbi e con collegamenti alla realt? quasi coincidenziali. Ma ? oltretutto solo, con la sola compagnia di suo cugino Don che ne sa? meno di lui, un poliziotto suo ex babysitter che frequenta ogni tanto, una madre ricoverata all?ospedale e postumo da un abuso infantile che gli fanno perdere il senso della realt? e la fiducia nel prossimo. Assecondato da una Michelle che pur per trattarci, ma anche per comprenderlo, sta? al suo gioco con botte e risposte dove diamo per scontato tutto il tempo che ? tutta una buffonata di Teddy, ma che sotto sotto ci crediamo almeno un po?. Oltretutto non ? vero forse che le multinazionali vendono la malattia e poi la cura? O che stiamo lentamente deflagrando il pianeta per scopi egoistici e che a porne rimedio facciamo ben poco? Oppure che la Terra ? nata senza l?umanit? e senza l?umanit? finir? e forse anche meglio? Le teorie della Terra piatta, gli alieni che hanno generato negli eoni varie specie dominanti hanno forse un fondo di verit?? 
  Queste ed altre sono le domande che il film ci pone, ma a Yorgos interessa mostrarci in maniera possessiva, monitorata, delle volte ilare ed ironico tra castrazioni chimiche, elettroshock, ricerche particolari, deduzioni, nefandezze e scene shock splatter come viviamo di questi tempi. Soltanto di realt? fittizie date per vere soltanto perch? pi? convincenti, apparentemente ben costruite, urlate, senza contraddittori, categoriche e fondamentaliste e che per difenderle si ? disposti a fare pazzie, anche uccidere. Non si dimenticher? anche di perculare oltremodo anche i complottisti con gli ultimi dieci minuti veramente sopra le righe e con un finale degno del miglior Rod Serling di Twilightzoniana memoria.
  Ovviamente non parliamo di un capolavoro dato che il soggetto era gi? stato trattato, delle volte i colpi di scena sono quasi telefonati e che forse forse si poteva scegliere una via pi? ambigua sul finale tenendoci in sospeso e nel dubbio, ma anche cos? le api avranno sicuramente una speranza di prosperare, seppur in maniera modernamente distopica.
             
            
            
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