Buttiamo giù l'uomo |
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Un film di Bridget Savage Cole, Danielle Krudy.
Con Annette O'Toole, Morgan Saylor, Margo Martindale, Ebon Moss-Bachrach.
continua»
Titolo originale Blow the Man Down.
Drammatico,
durata 91 min.
- USA 2019.
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sarcastico noir moraleggiantedi carloalbertoFeedback: 51015 | altri commenti e recensioni di carloalberto |
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martedì 9 giugno 2020 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Buttiamo giù l'uomo, noir sarcastico che non è facile catalogare in un genere preciso, è scritto, diretto e interpretato da donne, con un soggetto che parla di donne, giovani e sprovvedute, e donne anziane, con un passato indicibile, mentre gli uomini sono superficiali, sia nel bene che nel male, se non stupidi e inetti, come il poliziotto, che ha un cognome italiano e somiglia molto al commissario dei Simpson, oppure sono relegati nella parte del coro, in questo caso di pescatori, che fa da colonna sonora al film, oltre ad una musica di sottofondo straniante, che accompagna ritmicamente le azioni delle due protagoniste, che si susseguono velocemente secondo una pianificazione degli eventi, che, iniziata dal caso, si inscrive a poco a poco in un disegno, che si scopre destinato a rivelare il mistero custodito da questo piccolo paese in riva all’oceano Atlantico. Niente affatto scontato il finale, anche se tutto ciò che accade prima non può che condurre a quell’esito, che perciò non sorprende, ma conferma il teorema che si vuol dimostrare fin dall’inizio ed è contenuto nel titolo. Si tratta forse di un rito di iniziazione matriarcale, ispirato tuttavia a paradigmi maschili, con passaggi obbligati, come se fossero prove di sopportazione del dolore, dalla perdita della madre al delitto, alla violenza, alla familiarità con il sangue, che non è sempre e soltanto quello del merluzzo da pulire, per appartenere alla società degli adulti. Il cast è perfetto nonostante sia formato da attori non molto noti. Brava June Squibb, già vista nella parte della moglie del protagonista nel bellissimo Nebraska. Il suggestivo canto dei pescatori rimarrà di sicuro nella memoria di chi guarda questo film, associato al colore cinerino del mare e al grigio scuro di quelle quattro case che si stagliano sotto un cielo plumbeo, così comuni all’apparenza che sembrano voler dire che il male è presente laddove non te lo aspetteresti mai e non ha sempre la faccia dell’orco cattivo. Sotto traccia il tema tardo femminista della violenza organizzata come unico antidoto alla violenza prevaricatrice del maschio, con la moralizzante conclusione che su questo terreno, nello scontro ad armi pari, ci si confonde col nemico, fino ad assumerne i comportamenti e perfino la mentalità. Alla fine nessun riscatto per le giovani, ma la stessa omertosa complicità che contraddistingue il mondo maschile, che resta invisibile e minaccioso sullo sfondo.
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