Risolvo il mistero di «Lost» e poi torno a casa in montagna
La serie televisiva che racconta le vicende di un gruppo di sopravvissuti è arrivata alla sesta e ultima stagione. II protagonista, che interpreta Jack Shephard, rivela: «Adesso si chiarirà tutto». Ma l'isola gli mancherà.
Sembra un John Wayne dei nostri tempi Matthew Fox, 43 anni, nato e cresciuto in un ranch del Wyoming. Un cowboy con il completo nero d'ordinanza, che mastica serafico un chewing-gum davanti ai fan, accorsi in massa al RomaFictionFest, solo per vederlo. O meglio, per vedere. il dottor Jack Shephard: il pastore - come suggerisce l'assonanza con la traduzione inglese del cognome di uno dei più famosi personaggi della serie televisiva Lost - leader del bizzarro gregge di sopravvissuti allo schianto del volo 815, costretti a vivere come naufraghi su un'isola tropicale, che tenta di guidarli verso la redenzione. L'interpretazione biblica della serie più amata e celebrata dal web non stupisca: è solo una delle tante. Si, perché una delle caratteristiche della nuova edizione di Lost, alla sesta stagione, quella finale (mentre la quinta serie va in onda su RaiDue a partire dal 27 luglio), è aver trasformato la cervellotica trama in una sorta di ricerca del Santo Graal. Dando vita a una fiorita mitologia parallela alla serie televisiva ben orchestrata dagli autori. La storia, per chi non si è imbattuto almeno una volta nella fiction, è quella di un gruppo di scampati a un disastro aereo che si ritrova su un'isola. Dove, in cinque stagioni, è successo di tutto.
L'avventura è diventata filosofica (ponendo agli spettatori domande dei calibro «Chi siamo? Dove andiamo?») e il viaggio una metafora metafisica. Il gruppo di sopravvissuti ha incontrato «l'altro da sé», enigmatici abitanti dell'isola, con cui si è scatenato un conflitto che ciascuno ha cercato di risolvere a modo suo: da una parte H pragmatico Jack, medico e uomo di scienza. Dall'altra John Locke, il personaggio interpretato da Terry O'Queen che si affida ad un contorto misticismo. La trama, poi, ha girato interno a una misteriosa botola, luogo di esperimenti indicibili, capace di portare i naufraghi in un'altra dimensione, dove presente, futuro e passato convivono simultaneamente. L'isola, insomma, scatena strani fenomeni: e così, ad un certo punto, i personaggi hanno cominciato e viaggiare nel tempo.
Nella quinta stagione, alcuni personaggi, Jack compreso, sono riusciti a lasciare l'isola: ma, terribilmente attratti dal passato, hanno deciso di tornare sul luogo del relitto. Come finirà? Le congetture sono il sale di Lost che, sul mito e l'interpretazione del pubblico, ha costruito il suo culto. Trasformando lo spettatore in creatore, sorta di epistemologo in cerca della verità, proprio come i personaggi della serie creata da J J. Abrams. «Lost è stato il primo show che ha sfidato il pubblico facendolo pensare» spiega oggi Matthew Fox, approdato in tv fuggendo a gambe levate da Wall Street, dove i suoi studi alla Columbia l'avevano indirizzato.
Di quel periodo ha conservato solo la moglie, Margherita Ronchi, ex modella italiana che gli ha dato due figli.
Jack, il suo personaggio, è il classico eroe tormentato. Per questo è così amato?
«Jack conosce la paura, che riesce a superare solo sfidando il "mostro". Se non provasse terrore sarebbe uno stupido. La gente lo sa, si rispecchia in lui e per questo lo ama».
Quanto è stato difficile, anche per gli attori, raccapezzarsi in una trama tanto complessa, a base di flashforward e flashback?
«Molto, perché ogni volta bisogna immedesimarsi in uno stato d'animo diverso. Direi che è la
parte del ruolo che mi è piaciuta meno. Con il ritorno definitivo sull'isola, nella nuova serie, è tutto più facile: Jack sa cosa lo aspetta, vede l'isola come salvezza e non più come trappola. Troverà.la sua redenzione, anche a costo della vita».
Negli extra del dvd di «Lost» ci sono delle foto scattate da lei. Riguardandole oggi, alla fine di questa avventura, ha nostalgia degli inizi?
«Sì, con l'ultima serie di Lost si chiude un periodo importante della mia vita. Ci sono preparato, ma sono anche emozionato». Ora che progetti ha? «Dopo aver vissuto sul set alle Hawaii, conto di tornare con la mia famiglia a vivere in Wyoming, vicino ai miei. Sui monti dove sono cresciuto».
Ha detto di conoscere il finale di. Ci dia un'anticipazione...
«Posso solo dirvi che nella sesta stagione i piani narrativi convergeranno in un unico tempo, i flashback cesseranno e il mistero si risolverà».
Evviva. Non è molto, ma è un'anticipazione che piacerà ai fan. Ci dica un'ultima cosa pe rò, ora che siamo alla fine, può farlo. Se non fosse stato Jack, quale personaggio di Lost avrebbe voluto interpretare?
«Hurley, interpretato da Jorge Garcia: al contrario di Jack conosce l'umorismo. Trovo Jack troppo serio, sempre concentrato a salvare tutti. La mia indole è più leggera, da commedia».
Da Il venerdì di Repubblica, 24 luglio 2009