L’attrice e la sua passione: andare a caccia di storie di ordinaria cattiveria maschile. Per portare in tv nella sua trasmissione. Dove c’è molto da ridere. E un po’ no.
Non è il caso di parlare di hobby né di collezionismo, e neanche di eccentrica propensione, per questa intervista di una serie solitamente dedicata alle passioni private dei personaggi noti. L'interesse di Francesca Reggiani per gli uomini, in particolare per quelli bastardi, è tale d'averci ideato una trasmissione televisiva, la prima da conduttrice. Bastardi, appunto. Con l'obiettivo di dimostrare che la
«bastardaggine è una categoria dell'anima».
Qual è il peggior bastardo che ha incontrato nella vita?
«Devo rispondere mio padre. Sfiorava la misoginia».
E la peggior bastardata sopportata in amore?
«Uno che si era dimenticato di dirmi che era sposato. Gli uomini si nascondono sempre dietro la formula "mi sono appena separato", che può significare qualsiasi cosa. Anche che ti sei separato uscendo di casa e ti ricongiungi quando torni dopo cena».
Un classico.
«Poi non si separano mai. Perché a Natale mica puoi lasciare tua moglie, e poi c'è Capodanno, Pasqua, il suo compleanno, quello dei bambini, le vacanze...».
E lei?
«Lo seguivo, lo pedinavo. In amore ne ho fatte di tutte. Sono stata tradita e ho tradito».
La più perfida che ha combinato?
«Avere un fidanzato all'ospedale e uscire con un altro. In due mesi sono andata a trovarlo una volta».
Complimenti.
«Oh, io gliel'avevo detto di non mangiare le cozze. Gli è venuta l'epatite, poveraccio. Era tutto giallino...».
E lei nel frattempo...
«Mi intrattenevo con un elettricista di scena. Le attrici prima o poi hanno sempre una storia con un manovale. Subiscono il fascino di tutti quei martelli, bulloni, guanti da lavoro... Però pensavo che non glielo sarebbero andati a raccontare».
Cosa non tollera in un uomo?
«L'ossessività. Non posso ridurmi a telefonare alle mie amiche dal bagno. Gli uomini pensano sempre che un'attrice...».
...esca con l'elettricista di scena, per esempio?
«Se le cose funzionano, non c'è elettricista che tenga. Eppoi non sopporto gli uomini che si mettono le dita nel naso, tipo Costanzo».
Mai lasciato qualcuno per colpa di una caccola?
«No, ma ci abbiamo discusso a lungo intorno alla caccola. E anche sui rutti».
I rutti?
«Sempre quello delle cozze. Quando litigavamo me li faceva apposta».
Son le gioie dell'intimità.
«Non sono mai riuscita a gioirne».
Altre idiosincrasie?
«Mah, se un uomo mi piace può anche uscire con le mutande in testa. In linea di massima, non amo gli abiti maschili attillati: boxer elastici, t-shirt... Sportivo sì, palestrato no. Ma anche morbido mi piace».
Stato civile?
«Separata da quattro anni con una figlia di 13. Abbiamo resistito sette anni, le mie amiche mi hanno fatto l'applauso: di questi tempi è un record. Ormai se ti si mette di traverso una russa o una moldava di venticinque anni, è finita».
E adesso?
«Non sono innamorata».
Il peggior bastardo trovato sul lavoro?
«Fabio Fazio».
Ma come? È così buonino...
«Non c'è verso che mi inviti alla sua trasmissione, che mi piace tanto. Sia chiaro: è bravissimo ed è un suo diritto chiamare chi gli pare. Ma io rosico da morire! Ormai me lo dicono tutti, è diventata una barzelletta: a' France', fattene una ragione, nun te ce vò. Peccato, perché a me sembra di essere così intonata con quel programma...».
Magari adesso la legge e...
«No, ci ho già provato in tutti i modi: niente, si vede che gli sto antipatica. Ma io so che, se prima o poi dovesse avere bisogno di me anche solo per dieci minuti, mi inviterà. E io ci andrò».
Facendo Bastardi, s'immaginava di trovarne così tanti in circolazione?
«La cosa che mi ha sorpreso di più è l'ingenuità. Quella che abbiamo tutti, me compresa, quando siamo dentro una storia, e che ci impedisce di vedere la realtà. Per esempio, quella ragazza che è venuta a raccontarmi della relazione con uno che dal venerai alla domenica sera tornava al paese e staccava completamente il telefono, perché "'si doveva rilassare": per tre anni! Poi ha scoperto che era sposato da otto anni con un figlio di sei. Oppure quell'altra che, uscita dall'ospedale con un giorno di anticipo, pensò di fare una bella improvvisata al futuro sposo, a venti giorni dalle nozze, e lo trovò in camera da letto con un enorme culo ceco sopra. Tutte storie vere, eh».
E invece di andare a Stranamore vengono a farsi prendere in giro da lei?
«Infatti all'inizio ero un po' in difficoltà, mi dicevano di essere più sarcastica: ma come si fa con gente che si sta per mettere a piangere? Poi li vedo che davvero alla fine si sentono meglio. Ci metto molta ironia: conduco con uno stile tra Lucarelli e la Leosini. Perché è vero che certi uomini sono da codice penale».
Mostra perfino i reperti.
«È incredibile cosa la gente conserva e ci manda: abbiamo la redazione piena di vestiti, scarpe, orecchini, mutande, raggi di biciclette, addirittura cerotti usati...».
E c'è il bastardometro in studio.
«Ci tengo a sottolineare che siamo l'unico programma ad avere il rilevatore di bastardaggine, che sale man mano che avanza il racconto. Abbiamo depositato il brevetto».
Sta dicendo sul serio?
«Sul serio. Così come abbiamo scritto davvero che il format è giamaicano. Visto che ormai le tv comprano solo format, ci eravamo stufate di farci respingere i nostri progetti. E infatti ce l'hanno preso».
Bastardi...
Da Il Venerdì di Repubblica, 14 marzo 2008