samanta
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lunedì 10 giugno 2024
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una sinfonia cinematografica
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Il film uscito nel 2004 ottenne non solo successo di critica ricevendo numerosi premi (Oscar 2005 come migliore film, sceneggiatura, montaggio), ma anche di pubblico a fronte di un budget di 7 milioni di $ conseguì un incasso al box office di circa 100 milioni di $. La regia è di Paul Haggis (anche cosceneggiatore) regista TV e poi andato nel cinema come sceneggiatore (Million Dollar Baby, Flags our father) e come direttore (Nella valle di Elah, Next Three Days), dimostrando sempre di essere preparato tecnicamente e intelligente.
Crash è un film difficile da inquadrare come genere: drammatico, ma anche sentimentale, poliziesco ma con risvolti da thriller, una trama in cui si svolgono vicende che non sembrano avere qualcosa in comune ma che si intrecciano sembrebbe inestricabilmente per poi trovare una soluzione, tutto questo nella durata temporale di soli 2 giorni.
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Il film uscito nel 2004 ottenne non solo successo di critica ricevendo numerosi premi (Oscar 2005 come migliore film, sceneggiatura, montaggio), ma anche di pubblico a fronte di un budget di 7 milioni di $ conseguì un incasso al box office di circa 100 milioni di $. La regia è di Paul Haggis (anche cosceneggiatore) regista TV e poi andato nel cinema come sceneggiatore (Million Dollar Baby, Flags our father) e come direttore (Nella valle di Elah, Next Three Days), dimostrando sempre di essere preparato tecnicamente e intelligente.
Crash è un film difficile da inquadrare come genere: drammatico, ma anche sentimentale, poliziesco ma con risvolti da thriller, una trama in cui si svolgono vicende che non sembrano avere qualcosa in comune ma che si intrecciano sembrebbe inestricabilmente per poi trovare una soluzione, tutto questo nella durata temporale di soli 2 giorni. Le vicende e i personaggi sono numerosi: la coppia della high societydi Los Angeles Jean (Sandra Bullock) moglie di Rick Cabot (Brendan Fraser) Procuratore distrettuale e politico emergente rapinati da una coppia di teppisti afroamericani Anthony (Ludacris) e Peter (Larenz Tate) il primo paranoico che vede solo razzisti bianchi e il secondo, più tranquillo, fratello di Graham Waters (Don Cheadle) poliziotto detective. Graham insieme alla collega Ria (Jennifer Esposito), sua amante, sta indagando su un ragazzo ucciso ed arriva sulla scena del crimine, il film con un flashback ricostruisce cosa è successo 48 ore prima. Intervengono altri personaggi: il duro e rancoroso poliziotto John Ryan (Matt Dillon) insieme al collega alle prime armi Tom Hansen (Ryan Philippe), entrambi bianchi, fermano una coppia di neri ricchi, lui Cameron Thayer (Terrence Howard) noto regista tv lei la bella moglie Christine, Ryan con un pretesto li fa scendere dall'auto e li perquisisce infilando le mani nelle parti intime della donna, poi Ryan li fa andare via dopo che Cameron gli ha dovuto chiedere scusa. Tom rimasto esterafatto e chiede al superiore (un afromericano) di cambiargli collega ma incontra ostilità e dovrà fare il servizio da solo.Un altro personaggio è l'ispanico Daniel Ruiz (Michael Pena) uomo onesto ed educato, lavoratore, sposato con una figlia , incontra solo persone maleducate ed esagitate come Jean o l'immigrato iraniano Faradh (Shaun Toub) che grazie alla figlia Dori non commetterà l'omicidio di Ruiz. Altri protagonisti si intromettone nelle varie vicende che si concluderanno in maniera sorprendente coinvolgendo tutti.
Il film si presenta come una sinfonia (tra l'altro ha una bella colonna sonora) comincia con un adagio, che diventa andante e poi andante mosso per finire nel finale con un adagio poco mosso. il tema centrale della trama non è solo il razzismo, ma soprattutto le relazioni umane che appaiono complicate, rancorose. Prendiamo il caso del poliziotto Ryan che si comporta spregevolmente con la donna afroamericana, un uomo frustrato che vive solo con il padre anziano che non riesce a farlo curare litigando con l'assicurazione che nongli vuole pagare la visita da uno specialista, eppure quando casualmente girando con l'auto soccorre un'auto che si incendia occupata proprio da Christine e a cui salva la vita rischiando di perdere la sua. viene descritta un'umanità dolente, stremata quasi cattiva in cui però brilla qualche scintilla di generosità. Altro personaggio simbolico è Jean che tratta male tutti: il fabbro , la persona di servizio, la dolce cameriera Maria, il giardiniere, il marito e che a un certo punto si accorge di essere "sempre incaxxxta", sarà uno scivolone sulle scale che la porta in ospedale a fargli scoprire come è piacevole essere comprensiva. Varia e complessa l'umanità descritta da Haggis che alla fine riesce, magistralmente, a dare un senso unitario alla storia. ottimo il cast, ben diretto e di buon livello tutti gli interpreti, se dovessi esprimere qualche valutazione citerei il poliziotto "cattivo" Matt Dillon (Sex crimes giochi pericolosi, Insospettabili sospetti), Sandra Bulloch convincente nevrotica moglie e il bravo Michael Pena (Hustle, Il corriere).
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no_data
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giovedì 26 dicembre 2019
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al di là del bene e del male. film sul pregiudizio
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Film sul pregiudizio, prima ancora che sul razzismo. Il razzismo o presunto tale affoga nei razzismi, nei pregiudizi, nella paura dell'altro. Quell'altro che in verità è a ben guardare sempre diverso, sempre alter. Il muro della solitudine, si rompe con un crash, con un contatto brusco. Uno shock che genera esperienza dell'altro e di noi stessi. Una contaminazione che ci trasforma e ci rende più comprensibili, che ci avvicina a quella parte di noi in perenne divenire che dobbiamo ancora conoscere e accettare. Il film merita di esere visto. per il ritmo incalzante, per il notevole cast, per la regia, per la musica e per la tenerezza di certe scene. Ti spinge al giudizio e poi al dubbio.
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Film sul pregiudizio, prima ancora che sul razzismo. Il razzismo o presunto tale affoga nei razzismi, nei pregiudizi, nella paura dell'altro. Quell'altro che in verità è a ben guardare sempre diverso, sempre alter. Il muro della solitudine, si rompe con un crash, con un contatto brusco. Uno shock che genera esperienza dell'altro e di noi stessi. Una contaminazione che ci trasforma e ci rende più comprensibili, che ci avvicina a quella parte di noi in perenne divenire che dobbiamo ancora conoscere e accettare. Il film merita di esere visto. per il ritmo incalzante, per il notevole cast, per la regia, per la musica e per la tenerezza di certe scene. Ti spinge al giudizio e poi al dubbio. Si compone e si scompone una realtà della psicologia umana che non accetta letture semplicistiche. Al centro c'e' l'uomo spesso diverso da se in base agli eventi e non sempre capace di una rivoluzione interiore. Talvolta attanagliato nella propria sofferenza egoica rimane incapace di un contatto reale.
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garcia
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martedì 25 settembre 2018
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..ottimo film!!
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..per me invece il film è un vero capolavoro sotto tutti i punti di vista.., sinceramente considero il giudizio di Pierluigi79 molto superficiale..
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garcia
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martedì 25 settembre 2018
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..film semplicemente fantastico!!
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..condivido pienamente la recensione di Lucio Carion, film semplicemente fantastico sotto tutti i punti di vista!!
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ennio
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venerdì 7 settembre 2018
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com'è triste l'america del melting pot
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O sarebbe meglio dire com'è triste l'America di Hollywood, sempre più rinchiusa in clichè e spot politicamente corretti.
“Crash” è un film con pretese di intreccio altmaniano, poco riuscite. L'ossessione del “razzismo” è portata all'inverosimile, è ovunque e riguarda tutti. Dai poliziotti bianchi che umiliano belle passeggere di colore, ai rapinatori neri che disprezzano i consimili che non rapinano i bianchi, agli immigrati asiatici che odiano quelli messicani perchè li ritengono disonesti, fino al paradosso totale del politicante bianco rapinato da neri che vuole mettere a tacere il fatto per non inimicarsi il voto della comunità nera.
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O sarebbe meglio dire com'è triste l'America di Hollywood, sempre più rinchiusa in clichè e spot politicamente corretti.
“Crash” è un film con pretese di intreccio altmaniano, poco riuscite. L'ossessione del “razzismo” è portata all'inverosimile, è ovunque e riguarda tutti. Dai poliziotti bianchi che umiliano belle passeggere di colore, ai rapinatori neri che disprezzano i consimili che non rapinano i bianchi, agli immigrati asiatici che odiano quelli messicani perchè li ritengono disonesti, fino al paradosso totale del politicante bianco rapinato da neri che vuole mettere a tacere il fatto per non inimicarsi il voto della comunità nera.
E poi clichè su clichè da America sazia e disperata, coppie nevrotiche in cui è sempre lei a portare i pantaloni e a fare scenate isteriche salvo poi chiedere scusa piangendo. Film di maniera, appena passabile e certo da non rivedere.
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rongiu
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sabato 5 agosto 2017
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solo un mano d'angelo...
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SOLO UNA MANO D'ANGELO
Solo un mano d'angelo
intatta di sè, del suo amore per sè,
potrebbe
offrirmi la concavità del suo palmo
perché vi riversi il mio pianto.
La mano dell'uomo vivente
è troppo impigliata nei fili dell'oggi e dell'ieri,
è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!
Non potrà mai la mano dell'uomo mondarsi
per il tranquillo pianto del proprio fratello!
E dunque, soltanto una mano di angelo bianco
dalle lontane radici nutrite d'eterno e d'immenso
potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo
senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.
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SOLO UNA MANO D'ANGELO
Solo un mano d'angelo
intatta di sè, del suo amore per sè,
potrebbe
offrirmi la concavità del suo palmo
perché vi riversi il mio pianto.
La mano dell'uomo vivente
è troppo impigliata nei fili dell'oggi e dell'ieri,
è troppo ricolma di vita e di plasma di vita!
Non potrà mai la mano dell'uomo mondarsi
per il tranquillo pianto del proprio fratello!
E dunque, soltanto una mano di angelo bianco
dalle lontane radici nutrite d'eterno e d'immenso
potrebbe filtrare serena le confessioni dell'uomo
senza vibrarne sul fondo in un cenno di viva ripulsa.
(Alda Merini)
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ale_coly
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giovedì 24 settembre 2015
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un tema difficile, affrontato egregiamente
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Di film sul razzismo ne sono stati sfornati in quantità industriali, specialmente in America. Questo ne è però, forse, l'esempio migliore. Questo pellicola non scende mai, nemmeno lontanamente, nella stucchevolezza, rischio enorme quando si trattano temi inflazionati come questo. E' realistico e credibile dall'inizio alla fine ed è coronato da alcune scene di un'intensità emotiva spaventosa, che proiettano questo film nell'Olimpo del cinema. Recitazione perfetta, regia suggestiva, musiche egregie. Un film da vedere assolutamente.
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paolo salvaro
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mercoledì 29 aprile 2015
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grande sceneggiatura ed atmosfere affascinanti
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Decisamente un buon film. Con quest'opera il non certo eccelso Paul Haggis si è guadagnato un posto nell'Olimpo dei grandi registi. La pellicola affronta la stessa tematica vista in numerosi modi diversi, ossia la convivenza nel mondo contemporaneo che ci circonda. Armato di un cast di buon livello, il regista viaggia intorno alla città di Los Angeles, raccontandoci varie storie ed aneddoti dei suoi abitanti: dal poliziotto altruista reso cieco dalla rabbia per le condizioni in cui si trova sua padre che si sfoga sui più deboli, all'orgoglioso persiano proprietario di un negozio sempre aperto che, sentendosi americano a tutti gli effetti, tenta disperatamente di farsi accettare dall'ambiente ostile che lo circonda.
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Decisamente un buon film. Con quest'opera il non certo eccelso Paul Haggis si è guadagnato un posto nell'Olimpo dei grandi registi. La pellicola affronta la stessa tematica vista in numerosi modi diversi, ossia la convivenza nel mondo contemporaneo che ci circonda. Armato di un cast di buon livello, il regista viaggia intorno alla città di Los Angeles, raccontandoci varie storie ed aneddoti dei suoi abitanti: dal poliziotto altruista reso cieco dalla rabbia per le condizioni in cui si trova sua padre che si sfoga sui più deboli, all'orgoglioso persiano proprietario di un negozio sempre aperto che, sentendosi americano a tutti gli effetti, tenta disperatamente di farsi accettare dall'ambiente ostile che lo circonda. Ciascun personaggio sceglie un diverso approccio alla vita ed all'esistenza, cercando come ogni persona di difendere ed esaltare la propria individualità soggiogando quelle altrui. Da ciò deriva il contatto, lo scontro con il prossimo dal quale non potrà che scaturire dolore, sofferenza e malinconia.
Vincitore di 3 premi Oscar nel 2006, Crash è senza dubbio una pellicola eccellente, forse semplice nel messaggio che intende comunicare, ma sicuramente efficace.
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marco santillani
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mercoledì 29 ottobre 2014
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capolavoro
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Molte storie che si intrecciano tra di loro ma che poi confluiscono in un unico grande finale, uno dei più belli di tutti i tempi, al pari de LA 24^ ORA.
Poesia, tensione, dramma, sono gli ingredienti di questa pellicola che regala 2 ore di emozioni autentiche. Difficile al giorno di oggi replicare simili film.
Non c'è più la cultura per ricreare film d'autore che riescano a piacere anche al pubblico. Gli attori sono superbi : l'unica al di sotto della sufficienza a mio avviso, forse è proprio Sandra Bullock.
Magari il motivo è da ricercare nel suo ruolo antipatico che le fa perdere interesse.
E' Don Cheadle a primeggiare su tutti e a dare il titolo al film.
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Molte storie che si intrecciano tra di loro ma che poi confluiscono in un unico grande finale, uno dei più belli di tutti i tempi, al pari de LA 24^ ORA.
Poesia, tensione, dramma, sono gli ingredienti di questa pellicola che regala 2 ore di emozioni autentiche. Difficile al giorno di oggi replicare simili film.
Non c'è più la cultura per ricreare film d'autore che riescano a piacere anche al pubblico. Gli attori sono superbi : l'unica al di sotto della sufficienza a mio avviso, forse è proprio Sandra Bullock.
Magari il motivo è da ricercare nel suo ruolo antipatico che le fa perdere interesse.
E' Don Cheadle a primeggiare su tutti e a dare il titolo al film. Sue le scene più belle, quelle di notte alla ricerca di indizi, in una Los Angeles fredda e distaccata, che solo con lo scontro (automobilistico in quel caso) riesce a far incontrare le persone. << Dicono che nevicherà questa notte>> sussurra Don Cheadle alla sua assistente ed amante. Quella neve arriverà nel finale, quando tutti hanno già dimenticato quella battuta e sarà proprio la neve a dare quel contatto fisico, frutto di un tamponamento stradale. Matt Dillon alle prese col padre affetto da problemi di prostata, compie una metamorfosi, da bastardo poliziotto che "palpeggia" una malcapitata e troppo snob automobilista a salvatore della vita della stessa automobilista, incastrata tra le lamiere della sua macchina in fiamme. Scena bellissima sostenuta da una muisca bellissima, come è bella tutta la colonna sonora. Un film da vedere 100, 1000 volte.
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toty bottalla
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lunedì 18 novembre 2013
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film di difficile godimento, e poi: è tutto chiaro
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Un film particolare dal cast notevole senza eroi, superuomini, belli e tenebrosi. Una storia di vite raccontata con coraggio senza ipocrisia gurdando in faccia la realtà: razzismo, amore, amicizia, odio, pregiudizio e banalità vissute e consumate, servite da monito a fine visione . Saluti.
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