| Titolo originale | Mamlaket al-Qasab |
| Titolo internazionale | The President's Cake |
| Anno | 2025 |
| Genere | Drammatico, |
| Produzione | Iraq, USA, Qatar |
| Durata | 102 minuti |
| Regia di | Hasan Hadi |
| Attori | Sajad Mohamad Qasem, Rahim AlHaj, Waheed Thabet Khreibat, Baneen Ahmad Nayyef . |
| Tag | Da vedere 2025 |
| Distribuzione | Lucky Red |
| MYmonetro | 3,75 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 16 ottobre 2025
Nell'Iraq di Saddam, la piccola Lamia deve trovare gli ingredienti per la torta del presidente, pena il carcere o la morte. Un'impresa di sopravvivenza.
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CONSIGLIATO SÌ
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Primavera 1990. Sull'Iraq pesano le sanzioni dell'ONU, che rendono difficile per la popolazione procurarsi cibo e medicine. Eppure, nonostante la carestia, come ogni anno, in tutte le scuole del Paese è obbligatorio festeggiare il compleanno del presidente Saddam Hussein. L'ingrato compito tocca in sorte a Lamia, una bambina di nove anni che vive con la nonna in una casa galleggiante di fango e giunchi. Le due donne partono, dunque, all'alba alla volta della città per procacciarsi gli ingredienti necessari, in compagnia di Hindi, un gallo che Lamia porta sempre con sé nel marsupio e che considera il suo migliore amico. Il mondo di Lamia e del suo compagno di scuola Saeed è un mondo caratterizzato da una situazione di estrema povertà, rispetto alla quale le poche cose che occorrono per preparare una torta appaiono beni di lusso, ingredienti preziosi che nessuno possiede più in casa e che diventano perciò terreno di scambio o, peggio, di ricatto.
Hasan Hadi, procedendo a partire da un personale ricordo d'infanzia, instaura una premessa che sa immediatamente di paradosso e dunque contiene in sé tanto il motore di una possibile commedia quanto la natura dell'impresa impossibile tipica della fiaba, ma di fatto fotografa una drammatica realtà.
In questa combinazione di toni e suggestioni, anche molto distanti tra loro, c'è la forza del film, che mostra senza sconti l'avventura di questa piccola Zazie in un paese fisicamente e moralmente distrutto, dove la corruzione dilaga, gli uomini adulti sono esseri meschini (a partire dal maestro, supposto educatore, che le ruba la mela dalla cartella), la solitudine e l'isolamento della protagonista sono palpabili, ma tutto questo non fa che conferire maggior forza e spessore all'amicizia tra i due bambini e al legame tra Lamia e Bibi, l'adorata nonna. La torta del presidente è anche la dimostrazione che il particolare, quando sincero e sentito, ha risonanza universale: per quanto fuori dalle rotte conosciute, comprese quelle del cinema, l'Iraq di Lamia, Saeed e Bibi è quello sempre riconoscibile del cinema neorealista, con il teatro a cielo aperto delle strade (qui anche del fiume, che dà luogo alle sequenze più suggestive), l'uso di attori non professionisti, la verità della luce naturale; un luogo a suo modo ancestrale e archetipico, non a caso collocato nel Sud del paese, alla confluenza del Tigri e dell'Eufrate.
Ma ciò che conta di più è la visione del regista, incarnata dalla giovanissima protagonista, della vita in quel luogo e in quel tempo (ricostruito nell'aspetto e nell'atmosfera) come di una continua peripezia, un cammino scandito da un imprevisto dopo l'altro, che, nell'accezione aristotelica, forma e trasforma. Come i bambini delle fiabe classiche, Lamia cammina e cammina alla ricerca di zucchero, uova e farina, e intanto conosce il peggio e il meglio del genere umano, e si forma e trasforma, costretta a crescere in fretta, come ci racconta l'immagine, tenera e straziante, di lei col bastone (simbolo anche felice, nonostante tutto, di una preziosa eredità). In un'epoca in cui tanti cineasti, anche espertissimi, sentono il bisogno di spiegare ogni cosa, forse poco fiduciosi delle capacità intellettive del loro pubblico, Hasan Hadi, nel suo debutto, non aggiunge una parola di troppo e lascia invece che siano le immagini a fare il racconto e gli spettatori e formulare le loro considerazioni. Un'immagine in particolare, quella di Saddam Hussein, è ovunque nel film - muri, scuole, manifesti, statue-, quasi un santo protettore, eppure il paese è abbandonato a se stesso e, a proteggere Lamia e la gente come lei, non c'è nessuno.
Mentre la popolazione lotta ogni giorno per sopravvivere sotto le sanzioni nell'Iraq di Saddam, la piccola Lamia, di appena nove anni, deve ingegnarsi per trovare gli ingredienti necessari alla torta obbligatoria in onore del compleanno del presidente Saddam Hussein-pena il carcere o addirittura la morte.
C'è questa bellissimo intermezzo di appena due minuti, girato con tre inquadrature e due POV, che rende la cifra della sorprendente maturità della regia di Hasan Hadi, capace con La torta del presidente di scavare nella ferita suppurante dell'Iraq degli anni '90 attraverso una vicenda all'apparenza escapista ed estranea al grande flusso di lungometraggi più propriamente civili che sono venuti negli [...] Vai alla recensione »
Pochi film prodotti in Iraq hanno poi una distribuzione italiana. Per un clima politico burrascoso, è un settore che in patria si sta riorganizzando e ha bisogno di nuova linfa. Ottimi segnali sono arrivati nel 2022 da Hanging Gardens di Ahmed Al-Daradji e adesso da una piccola perla: La torta del presidente, l'opera prima pluripremiata a Cannes di Hasan Hasadi.
Un piccolo film che appartiene a un'epoca lontana, quella del primo Kiarostami o dello stesso Panahi, con l'Iraq al posto dell'Iran e gli anni 90 all'epoca presente storico e oggi passato da ricostruire. Per la precisione siamo nel 1990, Saddam Hussein ha invaso il Kuwait, le sanzioni internazionali hanno ridotto il popolo iracheno alla fame, ma non per questo il dittatore (è storia vera) ha rinunciato [...] Vai alla recensione »