Il film racconta la ricchezza di esperienze che si vivono al festival e il suo significato anche simbolico. Dal 10 al 12 novembre al cinema.
di Roberto Manassero
Con più di 300mila visitatori ogni anno, oltre 900 ospiti e 600 espositori, Lucca Comics & Games, la fiera-evento per gli amanti del fumetto, dell’animazione, del gioco (artigianale e digitale), e in generale dell’immaginario fantasy e fantascientifico, è tra le manifestazioni dedicate alla cultura pop più grandi del mondo. Il film di Manlio Castagna I Love Lucca Comics & Games la attraversa come se fosse un grande villaggio, dentro le mura chiuse e sicura di una città medievale, e ne racconta i volti molteplici. Intervistando organizzatori e artisti ospiti, appassionati e cosplayer, in poco meno di un’ora mezza viene creato il ritratto di una comunità che negli anni è andata ingrandendosi sempre più, offrendo ai suoi membri (ragazzi, ragazze, padri di famiglia, bambini e bambine, professionisti e appassionati, italiani e stranieri, tutti legati dall’amore per il gioco e il fumetto) un luogo accogliente in cui riconoscersi e andare in cerca della propria vera (o altra) identità.
Sono cinque le parole chiave – «i pilastri» come nel film li chiama l’illustratore e fumettista Simone Bianchi – su cui è costruita la fiera: comunità, scoperta, rispetto, inclusione e gratitudine. Per le strade di Lucca, un mondo (comunità) s’incontra (scoperta), si parla (rispetto), si confonde (inclusione) e condivide una passione (gratitudine). La formula sembra semplice, ma a giudicare dalla quantità di folla che ogni anno visita gli stand della fiera, di persone che si travestono per avvicinarsi il più possibile ai loro eroi dei fumetti o dell’animazione, di appassionati che fanno ore di fila per un firma-copie o due parole col proprio idolo, non è affatto così. Tutto questo è il frutto di un’idea sviluppata nel tempo, che il film di Manlio Castagna intende indagare e raccontare.
Protagonisti del racconto sono ad esempio un padre e un figlio che rinsaldano il loro legame familiare come nel corso di un viaggio; le due cosplayer che ci sono innamorate nel segno della comune passione per anime e manga; i due fidanzati conosciutisi durante una coda per un evento legato al manga One Piece; i due amici che si frequentano anche al di fuori della fiera e così via. Insieme a loro, poi, ci sono gli autori, gli artisti, i fumettisti, programmatori ospiti della passata edizione di Lucca Comics & Games: G? Tanabe, fumettista giapponese; Luke Gygax, game designer; Licia Troisi, astrofisica e scrittrice; Frankie hi-nrg, cantante; Gabriele Mainetti, regista; Fumettibrutti, fumettista; Pera Toons, fumettista e comico; Sia, youtuber; Giada Robin, cantante; pure i creatori di Tetris, ciascuno con la sua visione di Lucca Comics e il suo amore l’aspetto comunitario dell’evento.
I Love Lucca Comics & Games cerca di far capire la ricchezza dell’esperienze che si vivono e il loro significato anche simbolico. Fin da subito, ad esempio, viene sottolineato come la stessa conformazione geografica di Lucca, grazie alle sue mura medievali, offra l’idea di protezione per appassionati spesso considerati outsider, ma che dentro la fiera trovano sé stessi e la loro vera identità.
Il film dà conto della varietà d’esperienze che rendono così popolare il Lucca Comics & Games, ricordando come dietro ogni grande evento, e anche di fronte, tra il pubblico pagante, ci siano soprattutto persone. E la stessa tecnologia, fondamentale per il ruolo che il fumetto e il gaming hanno assunto negli anni, è chiamata a fare un passo indietro.
La community di appassionati, dice uno dei tanti frequentatori interpellati, non esiste nel mondo digitale, ma il mondo digitale aiuta la community a ritrovarsi.