Dracula - L'amore perduto

Un film di Luc Besson. Con Caleb Landry Jones, Christoph Waltz, Zoë Bleu Sidel, Guillaume De Tonquedec.
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Titolo originale DRACULA: A LOVE TALE. Fantasy, durata 129 min. - Francia 2025. - Lucky Red uscita mercoledì 29 ottobre 2025. MYMONETRO Dracula - L'amore perduto * * 1/2 - - valutazione media: 2,68 su -1 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
   
   
   

Inutile versione del mito di Dracula Valutazione 1 stelle su cinque

di Edmund


Feedback: 572 | altri commenti e recensioni di Edmund
giovedì 6 novembre 2025

Forse il  regista avrebbe fatto meglio a titolare il film: “Dracula - L’amore tossico”, ovvero “Ecco a cosa porta una scarsa o nulla elaborazione del lutto”. Sezionar cadaveri e respirarne i miasmi. O nella migliore  delle ipotesi ti tocca vivere nei secoli in uno stato perenne di morte latente a succhiar sangue senza posa, né ritegno.
Il senso di riproporre la storia della leggenda di un personaggio la cui esistenza storica rimane molto incerta (o quantomeno le  cui caratteristiche sono oggetto di molteplice interpretazione folcloristica) risiede proprio nella possibilità di reinterpretare la leggenda proponendo una visione sempre nuova e adattata, semmai, al sentire più moderno. Vedi ad esempio "Itaca - Il Ritorno" di Uberto Pasolini in cui si offre una rilettura, secondo me intelligente, del mito di Odisseo. 
Ecco che la lettura di un mito diventa il pretesto per parlare della morale dei tempi che corrono o si trasforma in metafora del significato dell’esistenza.
Allora, mi chiedo che senso abbia oggi riproporre la storia di Dracula senza apportare alcuna variazione di portata significativa e in tempi poi di Me too e di lotta estrema e tante volte sanguinaria (nel senso che ancora oggi una donna rischia di essere ammazzata se solo si azzarda a rifiutare certi stereotipi) per la parità di genere. Quindi, quale sarebbe il senso di riproporre col senno di oggi la storia di un tizio che fa delle donne le sue schiave e insieme di donne che bramano essere ridotte in schiavitù per un mal interpretato senso dell’amore, verosimilmente, e che finiscono pure per essere ammazzate alla fine per la loro “impudicizia” o ritenuta tale? Voglio dire che la figura di "dracula tombeur de femmes" potrà forse ancora solleticare certa nostra vanità maschile seppure questo tipo d’uomo oggi è considerato molto tossico e rubricato tra i potenziali autori di reato eventualmente e giustamente aggiungerei. Perché il dracula se lo guardiamo con gli occhi di oggi sembra  semplicemente uno che circuisce la volontà di giovani donne indifese. E tuttavia, l’immagine delle donne che qui viene presentata è un archetipo molto caro a certa cultura patriarcale cui le donne stanno cercando di opporsi in tutte le maniere e anche a costo della vita personale. Di conseguenza non credo che una donna si trovi granché rappresentata oggi in queste donne che si sdilinquiscono senza freni dinnanzi al bel predatore di turno seppure leggendario e rinunciando a qualsiasi rispetto per se stesse, pure. Non è certo questo che si insegna oggi alle bambine, immagino e nemmeno ai bambini suppongo (educazione sentimentale nelle scuole permettendo, si capisce). E immagino pure che certe favole meglio sarebbe  non raccontarle ai nostri giovani figli.
Ok, questa sarebbe la lettura del dracula con certi occhi di oggi. Ma se volessimo essere meno ideologici (che pure ci sta tutto sommato essere ideologici in questo caso) mi richiedo che senso abbia una riproposta del genere che nulla aggiunge a predecessori cinematografici ben più illustri e con buonissime ragioni, anche. Inutile che vi elenchi gli antenati cinematografici più gloriosi del dracula esangue in questione, ma vi dico soltanto che persino il quasi insulso “Dracula Untold” di Gary Shore, persino lui fin troppo ingiustamente bistrattato, assurge a capolavoro del genere “vampiri che tengono famiglia”. I finanziatori di questa operazione si sono chiesti se ne valesse la pena anche da un punto di vista economico? Comunque sia i soldi sono loro. L’altra domanda capitale è “Chi salverà Caleb Landry Jones dalla deriva «giovane uomo disadattato, ma con i superpoteri, molto romantico, ma pur sempre con spiccati tratti sociopatici che non disdegna il travestimento e il trucco pesante?”
 
pS: faccio una proposta di lettura del mito di dracula che "non-muore" attraverso i secoli, trasferito ai giorni nostri: Perché non fare del dracula immorituro la metafora di chi è obbligato oggi a stazionare in uno stato perenne di morte latente? Il simbolo di coloro cui viene impedito da leggi dello stato di superare la linea che delimita la morte stessa? Insomma, l’immagine di colui cui è proibito morire. Spero di non essere blasfemo, né offensivo verso coloro che ambirebbero utilizzare certi strumenti per progettare il superamento definitivo del confine, per il fine vita volontario, insomma, quando si trovano in condizioni fisiche e psichiche per loro intollerabili. Sapienti registi e sceneggiatori all’opera, dunque.

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