Anno | 2025 |
Genere | Azione, Thriller, |
Produzione | Gran Bretagna, USA |
Durata | 116 minuti |
Al cinema | 71 sale cinematografiche |
Regia di | David Ayer |
Attori | Jason Statham, Jason Flemyng, Merab Ninidze, Maximilian Osinski, Cokey Falkow Michael Peña, David Harbour, Noemi Gonzalez, Emmett J. Scanlan, Eve Mauro, Andrej Kaminsky, Greg Kolpakchi, Piotr Witkowski, Chidi Ajufo, Ricky Champ, Max Croes, Kenneth Collard, Richard Heap, Joanna DeLane, Muki Zubis, Alexander Bracq, David Witts, Wayne Gordon, Daniel Lundh, Eddie J. Fernandez, Alana Boden, Sophie Craig, Neil Bishop, Andrea Vasiliou. |
Uscita | giovedì 10 aprile 2025 |
Distribuzione | Warner Bros Italia |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 14 |
MYmonetro | 2,18 su 12 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 10 aprile 2025
Levon Cade si è lasciato alle spalle una carriera nelle operazioni militari segrete per vivere una vita tranquilla. Quando la figlia del suo capo viene rapita scopre un mondo di corruzione molto più grande di quanto avrebbe mai potuto immaginare. A Working Man è 22° in classifica al Box Office. lunedì 28 aprile ha incassato € 3.639,00 e registrato 100.254 presenze.
CONSIGLIATO NÌ
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Levon Cade, vedove e padre di una ragazzina, lavora come operaio edile e nasconde la sua identità di ex Royal Marine e agente speciale antiterrorismo. Almeno finché non viene rapita Jenny, la figlia del suo capo, da malviventi affiliati alla mafia russa. Levon decide di rimettersi in azione e comincia a collezionare cadaveri sul suo cammino, pur di tenere fede alla promessa fatta: riportare Jenny sana e salva tra le braccia dei suoi cari.
Il titolo alla Ken Loach non inganni: siamo in un film con Jason Statham, e sono sufficienti pochi minuti perché i panni dell'empatico capomastro edile siano abbandonati in favore di quelli dell'ex Royal Marine ammazzacattivi.
David Ayer prova a ripetere la formula da fumettone supereroico e ultraviolento di The Beekeeper, questa volta con la collaborazione di Sly Stallone in persona, che produce e co-sceneggia (il tentativo originario di Sly era quello di trasporre il testo di Chuck Dixon in una serie tv). Difficile dire se sia il contributo dell'uomo che ha creato Rocky ad alterare la formula, ma qualcosa esonda nell'equilibrio delle componenti in A Working Man, specie rispetto al predecessore.
Ma andiamo con ordine. La premessa di un film con Jason Statham rimane la medesima: costruire misfatti così gravi e criminali talmente indifendibili da rendere giustificabile ogni genere di violenza susseguente del protagonista, anche la più efferata. Perché Statham non si tira indietro e in questo senso A Working Man eccelle. Che si tratti di arma da fuoco o da taglio, Levon uccide senza pietà anche avversari disarmati, guidato da un senso di giustizia autoindotto e dalla consapevolezza che la legge non esista. A parte un amico che lavora alla polizia e passa un'informazione a Levon, per il resto le forze dell'ordine sono presenti solo in qualità di squallidi sbirri corrotti, che arrivano a riportare Jenny tra le grinfie dei suoi aguzzini.
Il mondo è un Far West in cui gli abusi restano impuniti e i veterani di guerra sono diventati squallidi spacciatori o invalidi costretti ai margini della società. Un panorama desolante e nichilista, in cui solo Levon può intervenire per rimettere a posto le storture, in una notte di luna piena (così esageratamente ingigantita da far pensare all'arrivo imminente di un licantropo) in cui la conta dei cadaveri tenderà a infinito.
Il modello su cui è costruito il personaggio di Levon è chiaramente - ci perdoni John Ford, se può - l'Ethan di Sentieri selvaggi, uomo capace solo di uccidere e di dare la caccia ai malfattori; l'uomo a cui fare ricorso quando non restano altre opzioni, come se fosse un'arma di distruzione di massa. Statham rinuncia quasi totalmente alla sua ostentata britishness, appiattendosi in un ruolo da Jack Reacher o da Punitore, che strizza l'occhio in ogni modo all'orgoglio redneck di chi sventola stelle e strisce anziché l'Union Jack (piacerà agli elettori di Trump, questo è certo).
Anche per questo voluto miscasting, paradossalmente, la migliore scena d'azione è la scazzottata iniziale al cantiere edile, in cui un Levon orgogliosamente proletario usa un secchio pieno di chiodi e ogni attrezzo a disposizione, come il miglior Jackie Chan, per menare gli sgherri venuti a riscuotere il debito di un collega. Questo è l'A Working Man che avremmo voluto vedere, anziché Statham contro dei cattivi da film con Bud Spencer, in un ruolo che qualunque action hero americano avrebbe potuto interpretare. L'insoddisfacente e frettoloso epilogo - la cui accelerazione improvvisa stride con le prolissità del resto del film - lascia per strada molti fili sospesi. Personaggi abbandonati senza che il loro destino sia adeguatamente compiuto e dialoghi che arrancano senza una battuta risolutiva, mentre i non sequitur si sprecano, al pari delle incongruenze temporali tra le sequenze.
D'accordo che di fronte a un action dichiaratamente inverosimile sia d'obbligo sospendere l'incredulità, ma oltrepassare così il limite del buon senso - Perché i criminali non uccidono Jenny? Come fa Levon ad arrivare in loco in tempo in situazioni in cui è inconcepibile riuscirci? - attenua di fatto il coinvolgimento. Difficile pensare che la collaborazione Ayer-Statham prosegua, ma sarà soprattutto il pubblico a emettere la sentenza.
Praticamente questo 'A Working Man'..regge solamente per la presenza di J.Statham..Levon Cade ex servizi speciali che voleva tornare ad essere normale come capo di un cantiere edile.Si rimette in azione perché la figlia del suo titolare/amico viene rapita ma non per il solito riscatto..ma per essere venduta..a gente piena lercia ma piena di soldi(cose ancora attuali!!)Il nemico principale [...] Vai alla recensione »
Un ex Royal Marine dal passato assai traumatico ma dal presente altrettanto incasinato costretto a dismettere i catarifrangenti panni di onesto lavoratore edile per imbarcarsi nel salvataggio della sventurata primogenita del di lui bonario datore di lavoro, la quale parrebbe caduta vittima in un losco traffico di esseri umani gestito, ma guarda un po', proprio dai soliti russastri sporchi, brutti e, [...] Vai alla recensione »
Levon Cade, ex Royal Marine, vive negli Stati Uniti con una figlia piccola, dorme nel pick-up e fa il capocantiere. Quando gli sgherri di una turpe organizzazione dedita al traffico di esseri umani da impiegare nelle peggio cose rapiscono la figlia dei suoi datori di lavoro, brave persone, entra in azione. Il resto lo potete immaginare, perché lo schema di gioco è sempre lo stesso, peraltro una specie [...] Vai alla recensione »
Lavora al cantiere in America ma è un ex Royal Marine inglese. E quando la figlia del capo viene rapita smette i panni dell'operaio e torna in azione. E per i cattivi (russi) butta male. Ma male male. Perché lui è Jason Statham, il massimo action hero di questi anni. Spara benissimo, tira mazzate bestiali, ogm oggetto gli capiti tra le mani diviene arma letale, il secchio dei chiodi è solo il biglietto [...] Vai alla recensione »
Per noi che abbiamo scoperto Jason Statham nel film di David Ritchie - quelli più pazzi, come "Lock & Stock. Pazzi scatenati" - ritrovarlo comodo e sdraiato sul divano nella pubblicità del cachemire ultrafine di Falconeri fa un certo effetto (accanto a lui, la consorte Rosie Huntington-Witheley). Fa un certo effetto anche trovare il nome di Sylvester Stallone come co-sceneggiatore.
David Ayer, regista di "Suicide Squad" (2016, uno dei peggiori cinecomic della storia) si allea con Sylvester Stallone e Jason Statham per mettere in scena l'ennesima "operazione nostalgia" dedicata all'action anni Ottanta. La storia trova il suo protagonista in Levon Cade (Statham), ex agente decorato dei Black Ops, che ha abbandonato la carriera militare per condurre una vita tranquilla come capo [...] Vai alla recensione »
La trama è sempre quella: c'è l'ex soldato dormiente, con una nuova vita, costretto ad attivarsi per salvare una persona cara. II film rimette in pista lo specialista del genere, l'attore Jason Statham che, con Io stesso regista, aveva girato il più convincente The Beekeeper. Interessante la sceneggiatura di Sylvester Stallone che riesce a infilare i suoi odiati russi, mafiosi che prendono botte da [...] Vai alla recensione »
Forse era già tutto nell'ottimo Homefront. Il nuovo statuto dell'action hero, il gioco cinefilo, il tentativo di raccontare da fuori un genere, forse anche le radici di un discorso che Sylvester Stallone riprenderà anni dopo. Homefront nasce infatti da un suo script inizialmente pensato per un ultimo capitolo di Rambo ma che l'attore adatterà per Jason Statham, affidando la regia a Gary Fleder e immaginando [...] Vai alla recensione »
A me sta simpatico Jason Statham. Dev'essere anche un tipo divertente dietro quella grinta da roccioso e laconico vendicatore. Inglese, 57 anni, calvo, naso camuso, muscoli ben in vista, in pochi anni è diventato uno degli "action hero" più pagati e gettonati. Anche la pubblicità si rivolge volentieri a lui: ho appena visto uno spot per Falconeri e un altro per Volkswagen.
Diretto da David Ayer (The Beekeeper) che scrive la sceneggiatura con Sylvester Stallone, basandosi sul libro "Levon's Trade" (primo di una serie di dodici romanzi thriller) di Chuck Dixon, A Working Man è quello che i fan di Jason Statham si aspettano, ...e non ne resteranno delusi. Levon Cade (Jason Statham) è un ex marine decorato, ex soldato d'assalto; dopo aver perso la moglie, ha deciso di (provare [...] Vai alla recensione »
Dietro A Working Man, come del resto dietro a molti dei film con Jason Statham, c'è un presupposto da cinema di Stallone degli anni '90, e questa volta con una buona ragione: Sylvester Stallone è uno degli sceneggiatori del film (a partire da un romanzo del fumettista e scrittore Chuck Dixon). È la storia di un uomo con un passato violento, o anche solo avventuroso, che ora ha un lavoro onesto e vuole [...] Vai alla recensione »
Levon Cade è un capocantiere molto preciso nel suo lavoro. La famiglia che gestisce l'impresa edile è entusiasta di lui e lo considero un parente acquisito nonostante il passato oscuro dell'uomo. Ex Royal Marine e agente speciale antiterrorismo Levon ha una figlia che gli è stata tolta dal padre della moglie deceduta, poiché lo ritiene troppo violento per poter essere un buon padre.